Vi siete mai chiesti quante cose possano aver visto le pareti delle camere d’albergo? Quante persone diverse, quante storie vissute e quanti drammi? Se le pareti della stanza di un motel potessero parlare rivelerebbero i più buffi e cupi segreti di tutti coloro che ne sono stati ospiti. Deve essere questo quello che i fratelli Duplass hanno pensato (qui li vediamo interpreti e registi di una dramedy) quando hanno avuto l’idea per Room 104, una serie tv antologica particolarissima che però ad oggi ha avuto davvero poco seguito.
Ma che cosa racconta Room 104? E soprattutto: come mai tra gli attori è presente James Van Der Beek, cioè Dawson di Dawson’s Creek?
Inquietante ma intrigante
Mi sono imbattuta in Room 104 su Now TV, e subito l’occhio mi è caduto sul poster promozionale, davvero insolito: un’immagine-matrioska coloratissima composta da una quantità infinita di porte che si rimpiccioliscono sempre più, dentro ognuna delle quali c’è un personaggio. La locandina era da sola già molto intrigante, ma la trama descritta lo è ancora di più: si tratta di una serie le cui puntate, autoconclusive, narrano la storia di persone che hanno avuto una breve permanenza nella stanza 104 di un motel, il tutto con un’atmosfera che va dal comico al thriller e toccando persino l’horror.
Una premessa del genere avrebbe potuto far storcere il naso a molti, perché gestire una serie unicamente ambientata in una camera d’albergo le cui vicende sono l’una slegata dall’altra non è facile. Ma questo non è successo ai fratelli Duplass, e infatti Room 104 si è rivelata un gioiellino.
Il pilot della prima stagione è davvero spiazzante e anticipa il taglio thriller della serie: una ragazza viene ingaggiata per fare da baby sitter al piccolo Ralph, il quale alloggia temporaneamente nella stanza 104, mentre il padre ha un appuntamento apparentemente inderogabile. Fin qui tutto tranquillo… peccato che Ralph si riveli un marmocchio inquietante. Sostiene che nel bagno della stanza ci sia Ralphie, un bambino molto cattivo e capace di fare cose terribili. La baby sitter si rende conto da subito che si tratta di un gioco per lui e che Ralphie è semplicemente l’alter ego di Ralph. Infatti, ogni volta che entra nel bagno il ragazzino diventa Ralphie indossando un mantello e comportandosi in modo irrequieto. Ma quando la ragazza farà arrabbiare davvero Ralphie capirà che questo alter ego non era solo frutto di un gioco: sia Ralph che Ralphie inizieranno a combattere violentemente, con un finale d’episodio da brividi.
Una delle caratteristiche di questa serie è proprio il fatto che si parte da una situazione comunissima, quasi noiosa, che in poco tempo degenera in qualcosa di terribile e a volte horror. Imperdibile è anche il secondo episodio, dove fa capolino James Van Der Beek, l’indimenticabile Dawson di Dawson’s Creek. Questa volta però, il suo personaggio è molto diverso da quello di un adolescente alle prese con problemi di cuore: interpreta Scott, un uomo di mezza età che sta facendo un colloquio per un’agenzia di voyeurismo.
Room 104 è composta da 3 stagioni, e in ogni puntata viene narrata una storia scollegata dalle altre: è come se la stanza 104 fosse una telecamera, puntata sulla vita dei suoi ospiti, che ne ritrae i conflitti e le paure.
Quello che accade in ogni episodio è solo una diapositiva, tra le tante, della vita dei protagonisti ma è in grado di mostrarne i drammi e il dolore. Si parla di rapporti conflittuali tra sorelle, dell’amore di una coppia di anziani che capisce di essere alla fine della propria vita, di culti religiosi improbabili che mettono in luce i traumi infantili degli adepti. La porzione di vita che si svolge nella stanza 104 è breve ma significativa per chiunque la abiti. Inoltre, molti episodi sono carichi di significato e fanno riflettere. Tra questi da non perdere è il 2×12, intitolato “Io e Josie”.
Josie, scrittrice ormai adulta, rivede se stessa durante gli anni del college e obbliga il suo alter ego a rivivere un’esperienza profondamente traumatizzante: il tema del doppio è presente spesso in Room 104. Interessantissimo è anche l’episodio 3×11, “Patto col Diavolo”, dove una giovane ragazza alla ricerca di tutti i possibili piaceri terreni vende la sua anima al diavolo con un po’ troppa leggerezza. Una volta anziana, al momento di consegnare effettivamente l’anima si tira indietro, spaventatissima all’idea di bruciare tra le fiamme dell’inferno.
Le storie raccontate sono eterogenee, gli spaccati di vita interessanti quanto inquietanti e il retrogusto che ogni episodio lascia è dolce/amaro. Insomma, Room 104 ha davvero le carte in regola per diventare un fenomeno mediatico importante.
Se il thriller vi intriga, e amate un pizzico di horror nelle serie tv, Room 104 è ciò che potrebbe fare per voi (come questi altri show).
Perché non dargli una possibilità?