Siamo alla fine degli anni ’90, un decennio che ha visto lanciare serie tv indimenticabili che si sono fatte uno spazio speciale nei nostri cuori. Proprio sul finire di questo periodo meraviglioso spunta fuori Roswell, un teen drama fantascientifico, ispirato alla collana di romanzi per ragazzi di Melinda Metz (avete bisogno di 10 motivi per ricominciare la serie?).
Ricordo di averlo visto per la prima volta su MTV nel lontano 2007, quando ancora frequentavo le scuole medie. Mi colpì fin da subito e devo dire che una parte di merito ce l’ha il tema dei titoli d’apertura, Here With Me, cantata dalla bravissima Dido, che dopo questa canzone si è presa un posto speciale nel mio cuore. Ma la bellezza di Roswell va ben oltre la scelta della colonna sonora, che certamente ha contribuito nel dare ancora più profondità alla sua struttura. Questo telefilm ha un sacco di pregi e con ciò mi riferisco all’ottima sceneggiatura che comprende ottimi dialoghi e personaggi ben strutturati, a cui è stato dato un solido background, rendendoli dinamici. Se vogliamo parlare dell’aspetto visivo la fotografia non è niente male, il continuo alternarsi di colori caldi – che riflettono proprio il tipico clima del New Mexico – e freddi che, come il blu e il verde, trasportano nell’atmosfera di un film fantascientifico.
Roswell porta nel mondo delle serie tv degli Alieni che vivono e amano come noi umani.
Il primo episodio di Roswell parte con una lite violenta al Crush Down Cafè e Liz Parker, figlia del proprietario, viene ferita mortalmente da un colpo di pistola, ma Max Evans – ragazzo misterioso e segretamente innamorato di lei – la salva poggiando la propria mano sulla sua ferita. Un inizio col botto che prevede già uno sviluppo ricco di colpi di scena in cui i personaggi si troveranno a stringere legami d’amicizia e amore fortissimi. Primo tra tutti da ricordare c’è la bellissima storia d’amore tra Max e Liz, che tra mille peripezie e qualche incomprensione, riescono sempre a trovarsi. Poi ci sono Michael e Maria, un po’ più immaturi e turbolenti dei due precedenti ma ci hanno regalato momenti di un tenero romanticismo come nessun altro nella serie tv ha saputo fare.
E poi c’è Isabel Evans, la sorella di Max, interpretata da una giovanissima Katherine Heigl. Misteriosa, ricca di fascino e con un guardaroba da fare invidia, Isabel è sempre stata la mia preferita e sono convinta che se dovessi fare un rewatch di Roswell le cose non cambierebbero. Mi piace perché oltre a essere diversa in quanto “aliena”, è il personaggio femminile più incisivo, molto più forte e indipendente rispetto a Liz e Maria che sono sempre in qualche modo correlate a Max e Michael, chiaramente anche per una questione di ruoli.
Nelle tre stagioni di Roswell Isabel ha avuto un’evoluzione enorme, durante i primi episodi non l’asciava intendere molto di sé tranne che, rispetto al fratello e a Micheal, sapeva gestire meglio le proprie emozioni umane risultando un po’ fredda, in alcuni momenti snob. Ma ben presto capiamo che Isabel, oltre ad avere dei poteri straordinari che le permettono di entrare in connessione con le persone, ha a cuore la propria famiglia adottiva e il fratello, da cui non vuole assolutamente separarsi e per questo è tormentata dalla paura che qualcuno venga a sapere le sue origini extraterrestri, ed ecco la spiegazione al suo carattere un po’ schivo. Isabel è anche il personaggio che più di tutti soffre per amore, vi basti ricordare il rapporto tormentato con Alex che non riesce mai a decollare, perché una volta decisa a ricambiarlo, purtroppo lui viene ucciso dalla perfida Tess. Anche il matrimonio con Jesse, di cui è follemente innamorata, non finisce bene, dato che è costretta a lasciarlo per garantirgli una vita tranquilla. Un destino un po’ infelice che la condanna a rimanere sola. Forse la dote più bella di questa ragazza è la sua forza nell’andare avanti nonostante tutto.
L’impronta della mano argentata che ha lasciato il segno
La mano argentata di Max è un po’ da considerarsi il marchio di questa serie tv, che a modo suo ha ricostruito e permesso di immaginare un tipo di alieno diverso, gli uomini verdi dotati di tecnologie avanzate e pronti a conquistare la terra lasciano il posto a degli adoloscenti, le cui vicende non si consumano in una galassia lontana ma sul nostro pianeta. Tuttavia la terra non è un posto sicuro per loro, poiché il loro segreto è perennemente a rischio e perciò le loro vite in pericolo. Attraverso questa metafora viene trattata la tematica del diverso e quanto l’essere umano sia abituato a usare la violenza verso ciò che non conosce. Lo show sa balcamenarsi molto bene tra il lato fantascientifico e la parte teen drama, in una narrazione con dei tempi che forse oggi sarebbero giudicati lenti, ma che sapevano appassionare lo spettatore di quel periodo.
Una cancellazione prematura che però non ha impedido un degno finale
Come sappiamo bene Roswell si conclude con la sua terza stagione. Già dopo la prima, a causa degli ascolti giudicati bassi, la Warner Bros ne aveva ordinato la cancellazione. Per fortuna però un sostanzioso gruppo di fan dette avvio a una protesta (all’epoca senza precedenti) per salvare lo show. Così Roswell va avanti ancora per due stagioni e rinnovato per una terza che purtroppo, sempre a causa degli ascolti bassi, è stata l’ultima ma con un buon finale.
Gli ultimi episodi infatti chiudono perfettamente il cerchio, senza caderere nell’errore di lasciare questioni in sospeso. I ragazzi stanno per diplomarsi, ma le questioni legate al loro segreto alieno prendono il sopravvento. Nel frattempo Liz e Kyle, entrambi guariti da Max, si rendono conto di aver acquistato capacità speciali che li rendono più simili ai loro amici alieni. Così, proprio durante il giorno del diploma, dopo una visione di Liz che prevede la morte di tutti loro, sono costretti a scappare per sempre dalle proprie famiglie e dalla loro casa. Maria, innamorata di Michael e coinvolta anche lei negli eventi, decide di unirsi ai fuggitivi.
Un finale forse un po’ prematuro per chi come me si era appassionato a questa storia immaginandone un ulteriore sviluppo, ma che comunque non lascia l’amaro in bocca perché viene gestito benissimo. L’immagine di Liz e Max che finalmente coronano il loro sogno di sposarsi e il sorriso di quest’ultima mentre si allontanano su un furgoncino non ci ha affatto deluso. Max Isabel e hanno finalmente una famiglia con cui poter condividere i propri poteri che si capisce, useranno per fare del bene al prossimo.
E Roswell, con la sua fine, porta via tutto il fascino delle serie tv anni ’90 che, sì sicuramente paragonate a quelle attuali risultano un po’ abbozzate – specialmente riguardo gli effetti speciali – ma hanno tutt’oggi un posto di rilievo e costituiscono dei validi esempi all’interno di questo mondo sempre più competitivo, che spesso si rifà proprio a questi realizzando reboot – come nel caso di Roswell New Mexico – che non riescono a darci la stessa quantità di emozioni dell’originale.