A fine marzo hanno rilasciato la seconda stagione di Santa Clarita Diet su Netflix, e una volta iniziata possiamo dire di averla divorata (come per la prima stagione, leggi qui). Una Serie che, superato il malessere provocato dalla scena del vomito del primissimo episodio, ci sorprende con colpi di scena inaspettati, ci fa divertire e riflettere, sempre mantenendo quella leggerezza tipica che caratterizza tutta Santa Clarita Diet. La prima stagione dà inizio alla storia, lasciandoci con un grande punto interrogativo alla fine. La seconda riprende da dove eravamo rimasti, aggiungendo, nel corso degli episodi, ulteriori elementi senza però esagerare.
Il modo in cui ha reagito Joel a questa situazione assurda è notevole, diventando il partner in crime di Sheila, senza dimenticare la loro figlia Abby, che è di aiuto in più occasioni. Nonostante l’enorme problema di Sheila, ovvero essere una zombie carnivora, i tre rimangono uniti cercando di rimediare ai danni ove possibile. La frase che dicono spesso Joel e Sheila – cercando di autoconvincersi – è la verità: sono brave persone. L’unico motivo per cui uccidono è per la sopravvivenza (di Sheila). E inoltre hanno un criterio: uccidere solo persone cattive. O almeno ci provano.
Le scene esilaranti, i momenti al limite della credibilità e la ridicolizzazione delle morti ci aiutano a prendere il tutto con grande leggerezza. La leggerezza è proprio il punto centrale di Santa Clarita Diet. In entrambe le stagioni assistiamo a omicidi e pranzi a base di organi umani, e la cosa non ci suggestiona affatto. Questo perché la situazione è così surreale da non poter essere presa seriamente. Nonostante la faccenda sia inverosimile però, la famiglia Hammond cerca di far sembrare il tutto normale, soprattutto a loro stessi, anche se con scarsi risultati. Insomma, è una tipica famiglia americana che non ha nulla di tipico.
Ed è quello che sta cercando la famiglia Hammond: normalità. Ma più si sforzano ad averla, più si ritrovano in situazioni del tutto fuori controllo. Accettando poi la verità e arrendendosi all’anormalità che ormai è parte delle loro vite. E la accettiamo anche noi, lasciandoci trasportare dalla semplicità con cui affrontano situazioni di vita o di morte. E proprio come fa Abby quando ritorna a scuola, anche noi riusciamo a vedere la frivolezza di alcuni problemi che ci sembravano invece importanti.
La Serie, sebbene sia una comedy con dei classici cliché, riesce a essere originale, sottolineando a volte la pateticitá di alcuni di questi stessi cliché.
Un’ulteriore nota positiva per la Serie è l’attenzione per i dettagli. Nonostante la storia sia surreale, riesce comunque a essere credibile. La storia è ben delineata e intrisa di elementi che non fanno annoiare nemmeno un secondo lo spettatore, e il tutto segue un filo logico e ben strutturato. È una Serie creata con lo scopo di intrattenere e divertire, e in queste due prime stagioni ci è riuscita a pieni voti.