Scrubs
Descrizione
Definire Scrubs in qualche modo è un’impresa quasi impossibile. Si tratta di un medical drama? Sicuramente così, ma sarebbe riduttivo considerarla solamente questo. Una dramedy? Senza dubbio è forse la capostipite di questo genere ibrido oggi sdoganato, eppure forse ancora non basta. L’unica cosa di cui possiamo essere sicuri è che Scrubs non è una comedy. Certo, è una delle cose più divertenti che siano mai passate in Tv, ma non guardatela se pensate sia solo quello. Potreste non essere preparati alla sfilza infinita di emozioni che questa serie tv è in grado di generare. In definitiva, quindi, possiamo dire che nell’ormai lontano 1999 Bill Lawrence ha creato “un percorso di vita”. Questa è forse l’unica espressione davvero calzante. Perché quelle che a cui abbiamo assistito tra le mura del Sacred Heart Hospital (praticamente tutta la serie è ambientata lì) sono storie di vita vera. Riflessioni verosimili di personaggi realistici in tutte le loro fragilità, non supereroi infallibili come conferma anche l’immortale sigla firmata dai Lazlo Bane. È poi letteralmente un percorso di vita se pensiamo che le storie dei personaggi si sviluppano lungo quasi una decade: molti di loro sogno degli specializzandi con la paura del futuro all’inizio, e li salutiamo che sono diventati medici affermati. Il protagonista è JD, voce narrante di quasi tutti gli episodi, imbranato, specialmente con le donne, ma dotato di una sensibilità tale che tutti, prima o poi, siamo portati a identificarci con lui; Elliot, anch’essa presentatarci come insicura, prima di riuscire a trovare la sua strada; Turk, chirurgo, contrassegnato da un rapporto di amicizia quasi morboso con JD, tale da riuscire a essere tenero ed esilarante al tempo stesso; Cox, il loro supervisore, medico tanto bravo quanto burbero. Ma la forza di Scrubs è anche e soprattutto nell’essere riuscita a delineare personaggi secondari altrettanti memorabili, come Kelso, Todd, o l’Inserviente. No, Scrubs non può essere “ingabbiata” in un genere: va vista e vissuta in tutte le sue sfaccettature, come soltanto i capolavori sanno fare.
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