Twin Peaks
Descrizione
Il ruolo di indiscusso pioniere nel proprio genere detenuto da Twin Peaks, ruolo intagliatosi addosso con la profetica naturalezza di chi non si sforza di diventarlo, non è solo il risultato di una ricetta che vede all’opera il più controverso regista di Hollywood David Lynch, o Angelo Badalamenti alla direzione dell’evocativa colonna sonora, che vela le già cupe ambientazioni cornice della serie, o ancora un incipit mistery che è in grado di alternare affabilità e intrigo con angosciante leggiadria.
Non solo.
Quello di Twin Peaks è un successo tale in quanto ogni sua parte si mostra come rappresentazione decifrata e decifrabile di una conoscenza ignota. Mai come prima, Lynch ha posto alla base della struttura televisiva qualcosa che avrebbe dovuto conciliarsi a filo doppio con lo spettatore, ingannando col torpore della quiete e la disposizione al bene, solo per indurre alla comprensione del male ontologico.
È così che il caso di una giovane ragazza assassinata, figlia di una piccola e familiare cittadina che l’ha amata e a tratti temuta, diventa il motore di una monade alla quale lo spettatore prova a giungere con elementi trascendentali e umani a due tempi.
Sono le singole reazioni e i punti di vista, “diversi ma comuni”, degli abitanti di Twin Peaks, a tentare di fornire una chiave di lettura soprasensibile.
Eppure la risposta è sempre lì, come di consueto nella letteratura di Lynch, nell’onirico: dai sogni di Dale Cooper alla meditazione trascendentale, l’elemento grottesco fa da portale dimensionale.
La metaforica cittadina dalle serafiche abitudini e le celestiali atmosfere, i personaggi dai tratti caricaturali e la sequenzialità di immagini ricorrenti diventano il mezzo diretto e comune per un palcoscenico più ampio, che mette in atto la tragedia ancestrale del conflitto tra bene e male.
Un palcoscenico che non è dato calpestare all’uomo, il quale è costretto a “sdoppiarsi” (dando vita all’affascinante mitologia del doppio, dicotomia dominante della serie) per potervi esplorare le ondulate increspature rosse e bianche che giocano a fare zig zag senza mai intrecciarsi.
Restando sempre l’una estranea all’altra, come il bene decide di fare col male.
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