Westworld
Descrizione
Bring yourself back online.
“Torna in linea” non è una direttiva, tantomeno un comando. È bensì un suggerimento.
L’invocazione di una sperata rivalsa, di un risveglio cosciente.
Appena cominciato, il nuovo capolavoro firmato HBO ha immediatamente presentato, seppur velatamente, il tema che sarebbe inevitabilmente divenuto dominante: enucleando il concetto di panteismo e modellandolo seguendo un suo già inconfondibile stile; raccogliendo prezioso concime filosofico dal passato per riporlo in trincee di banale introspezione antropologica del presente.
Il cast di Westworld (Anthony Hopkins ed Evan Rachel Wood tra i tanti) è solo l’eco di una squadra di ideazione dal prelibato solletico sensoriale: Jonathan Nolan, fratello del più celebre Christopher Nolan, e sua moglie Lisa Joy sono gli architetti di una sceneggiatura tipicamente metanarrativa, un’indagine teoretica (che diventa pratica grazie alla distopia) vagamente cyberpunk sotto l’aspetto visivo, ma che si incrocia a tratti con la lenta (e per questo affascinante e riflessiva) pausa antinarrativa richiesta dalle profonde tematiche.
Con la Bad Robot del signor “o-troppo-o-niente” J.J.Abrams alla produzione, la serie rende un fedele e rivisitato (per fortuna) omaggio al cult del genere western “Il Mondo dei Robot”, anno 1973, di Michael Crichton (Jurassic Park), pioniere della tematica che tratta la ribellione delle macchine all’uomo.
La stessa sigla di Westworld sembra canticchiare e disegnare un inno alla concezione deterministica, e le musiche di Ramin Djawadi non fanno che decorare di abissale il senso di incertezza e curiosità, immergendoci nel climax della serie come poche intro sono in grado di fare.
Nella battaglia tra il voler stabilire chi siamo, come ci piacerebbe essere e l’identità biologica impostaci, il vincitore sembrerebbe risposta ovvia.
Eppure, dovendo spiegare cos’è Westworld in una sola affermazione: Westworld è la smentita a tale ovvietà.
La descrizione di un processo interiore che spinge a capire come sia possibile trascendere dalle proprie origini.
Anche quando queste continuano a sussurrarti, opprimenti, di non “tornare in linea”.
Di continuare a vivere il tuo ingannevole sogno.
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