Un loop ciclico e apparentemente senza fine. Helly apre nuovamente gli occhi, risvegliandosi dopo un sonno di non si sa quante ore, o giorni, proprio come già accaduto nel pilot di Severance. Disorientata e senza alcun ricordo, la dipendente delle misteriose Lumon Industries si trova a fare forzatamente i conti, ancora una volta, con l’alienante senso di smarrimento provocato dalla scissione. Spaventata, confusa, arrabbiata, Helly si dimena e comincia sovversivamente a cercare una via di fuga dalla stanza in cui è prigioniera. Il caos della sua mente e della sua tentata fuga vengono prontamente interrotti dal caos in persona: Michael Scott. L’ingresso del direttore della filiale della Lumon è iconico quanto goffo, così come ce lo ricordavamo mentre intento a mandare avanti la Dunder Mifflin Paper Company di Scranton, in Pennsylvania. Ma, ormai, la vita da direttore regionale della compagnia di carta è un ricordo lontano: per seguire l’amore della sua vita, Holly, Michael Scott è arrivato persino a trasferirsi nel New Jersey, dove a fortunatamente trovato all’ultimo un impiego come direttore in una posizione stranamente vacante. Non si è nemmeno posto molte domande, e tante meno ne ha poste durante il colloquio. Forse è proprio per questo che è stato prontamente assunto come direttore della filiale di Holmdel, proprio dove la serie tv di Apple, Scissione, ha luogo.
PARKOUR!
Con un balzo tutt’altro che affine alla sua età e fisicità, Michael Scott si materializza maldestramente davanti alla attonita e irritata Helly. Confuso e alle prime armi, ma intento a non darlo a vedere per il bene della sua reputazione, il direttore reintroduce Helly nel sistema e ai suoi colleghi. Nel tentativo di sembrare misterioso, magnetico ed enigmatico come l’intero contesto di Severance, Michael Scott cerca di impiegare la sua camaleontica personalità per non lasciare trapelare alcuna emozione o informazione alla dipendente su cui è appena stata agita la scissione.
In particolare, nel momento di assunzione, in qualità di direttore della Lumon Industries, a Michael Scott è stata data una prima, fondamentale, regola da seguire: non rivelare i segreti dell’azienda e, in particolare, a che cosa lavori. I dipendenti ne sono all’oscuro, ed è compito del regional manager di The Office mantenere l’ordine e lo status quo.
La giornata tipo di Michael Scott ha dell’assurdo, proprio per questo, un personaggio scomodo come quello di The Office fa fatica ad adattarsi a un contesto tanto occulto e ambiguo. Passare dalla guida di una noiosa e scombussolata impresa di carta alla impenetrabile Lumon è tutt’altro che semplice, soprattutto per un carattere indomabile e imprevedibile come quello di Michael. La sua personalità scomoda e stravagante fanno attrito con l’atmosfera seriosa e segreta del nuovo contesto di lavoro, e tenere celate le informazioni sensibili della Lumon è tutt’altro che semplice.
Michael Scott è infantile, bisognoso di attenzioni, orgoglioso e testardo, un vero esibizionista. Probabilmente il peggior amico a cui confessare un segreto.
Sin da quando è stato assunto, il nuovo direttore di Severance ha passato intere giornate a cercare di distrarsi, e a tentare di distogliere l’attenzione degli impiegati per evitare di sputare il rospo o dire qualcosa di troppo che possa esser estrapolato. Le tecniche con cui Michael Scott cerca di tenere occupati i dipendenti sono varie, e calcano l’onda maldestra della sua strategia di direzione di The Office. Proprio per questo, i risultati non si rivelano sempre particolarmente efficaci. Nel tentativo di alienare soprattutto i più ficcanaso, il dirigente organizza giochi, occasioni di socialità e seminari, alle volte tutti e tre in simultanea. Da feste di compleanno improvvisate a seminari di primo soccorso, passando per party aziendali a cui nessuno vuole partecipare, i vani tentativi di Michael non incontrano l’entusiasmo di Mark Scott e dei suoi colleghi. A poco serve persino il ritorno di uno dei suoi alter ego di maggior successo, Prison Mike, che, per il paragonare goliardicamente la Lumon Industries a una prigione, si è preso un primo richiamo dai piani alti, alimentando i sospetti dei dipendenti e la diffidenza della direzione.
La cosa peggiore della Lumon Industries sono i dissennatori.
I diversivi continui per alienare gli impiegati hanno effetti opposti a quelli sperati, destando gli animi e incuriosendo i più impiccioni. In un contesto oscuro e tetro come quello di Scissione, in cui i lavoratori sono sempre più ostili, la condotta di Michael è tutt’altro che efficace a placare gli spiriti.
In un ambiente in cui i dipendenti stanno progressivamente sviluppando un atteggiamento sovversivo e in cui regna la serietà. Il povero Michael Scott non fa che rimpiangere la sua bolla in The Office. La noia prende il sopravvento nel suo compito principale di dirigere e controllare rigidamente i pochi dipendenti a cui è assegnato. Con l’intento di scuotere gli animi, soprattutto il suo, il direttore decide di trasformare una grigia giornata nella Lumon in un’occasione di spensieratezza e socializzazione: la sala caffè diventa una piccola discoteca in cui i lavoratori possono svagarsi. Ovviamente, l’unico impiegato a prendervi parte è proprio Michael, che cerca di convincere a tutti i costi gli altri a raggiungerlo nella stanza in cui a portato un paio di casse e qualche snack salato preso dalle macchinette.
Lo so che il divertimento non è di casa qui. Ma ho creato un Cafè Disco di sotto. Un’occasione per stare insieme, dove persone attraenti e persone non attraenti possono incontrarsi e passare del tempo gioviale. Raggiungetemi là, immediatamente.
EVERYBODY DANCE NOW!
I momenti scomodi collezionati uno dietro l’altro da Michael nel corso delle giornate non fanno altro che far crescere l’insoddisfazione del direttore, che rimpiange sempre di più la Dunder Mifflin. Proprio per questo, a fronte dell’ennesima delusione data dall’esser lasciato solo nel Cafè Disco, Scott decide di dimettersi. Una volta consegnate le sue cose alla dirigenza superiore, l’ex-direttore è quantomeno orgoglioso di una cosa: esser resistito fino all’ultimo e non aver fatto trapelare i segreti più oscuri e celati dell’industria. Se ne può andare a testa alta.
Ma, proprio quando sta per lasciare per sempre la Lumon, mettendo in marcia l’auto nel parcheggio comune, Michael Scott compie accidentalmente un goffo errore.
Non bastava aver già investito Meredith nel parcheggio della Dunder Mifflin. Distratto e accecato dalle lacrime di delusione e dalla commozione (che cerca evidentemente di nascondere) per The Longest Time di Billy Joel riprodotta alla radio, Michael Scott finisce per investire, accidentalmente, Mark con la sua auto. Il dipendente scisso, alle prese con l’ennesimo tentativo di fuga conscia, si è schiantato in corsa contro il veicolo, finendo bruscamente sul parabrezza. Le contusioni fortunatamente non sono gravi, e Mark potrà presto tornare a lavorare alienato per la Lumon. Per farsi perdonare, dopo esser impulsivamente scappato a gambe levate per rifugiarsi nel successivo strano impiego di direzione, Michael Scott ha quanto meno fatto recapitare al povero dipendente in guarigione un cestino di auguri e pronta guarigione. Accompagnato persino da una statuetta dei suoi iconici Dundies Awards, che non ha mai fatto in tempo a organizzare all’interno della Lumon. Soprattutto perché la direzione pensava potessero far trapelare alcune scomode informazioni riservate.