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Danny Rolling, il serial killer che ha ispirato Scream

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Nel giorno di Halloween non ci si può esimere dal parlare di uno dei criminali al tempo stesso più iconici e meno conosciuti di sempre. Forse non tutti sanno che Danny Harold Rolling ha ispirato il serial killer di Scream, che ha poi dato origine all’omonima serie televisiva.

Nato il 26 magic 1965 a Shreveport, in Louisiana, Danny è figlio di un ufficiale di polizia che, fin dalla nascita, gli ripete di non essere mai stato desiderato. L’uomo maltratta violentemente la moglie Claudia e anche l’altro figlio Kevin. Claudia tenta ripetutamente di lasciare il marito ma, anche dopo essere stata ricoverata diverse volte in ospedale, torna sempre da lui. Il signor Rolling ha un surreale senso della disciplina: un giorno, imbarazzato dal figlio, lo ammanetta e lo porta in centrale.

In un clima di soprusi, violenze e di generale assenza di amore, Danny cresce come un adolescente difficile. Sono ripetuti i tentativi di furto e, in un’occasione, viene arrestato per aver spiato una donna che si stava cambiando.

Non riesce a entrare in contatto con la società, o anche solo a mantenere un lavoro per più di qualche settimana.

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Le tensioni in famiglia continuano fino a sfociare in uno scontro diretto tra padre e figlio. Il padre ha la peggio e perde un occhio e un orecchio.

A partire dall’agosto del 1990, Danny si dedica agli omicidi seriali e, come nel noto cult Scream (e relativa serie tv), le vittime sono cinque studenti delle superiori e dell’università. Ne mutilava i cadaveri (uno venne decapitato) poi, grazie a degli specchi, si fotografava con i resti.

Il 24 agosto irrompe nell’appartamento che la diciassettenne matricola universitaria Sonja Larson divide con la coetanea Christina Powell. Christina sta dormendo sul divano al piano terra e, senza svegliarla, sale le scale, raggiungendo la stanza dove Sonja sta dormendo. La uccide, imbavagliandola per soffocare le sue grida, poi la pugnala a morte. Ritorna al piano terra, imbavaglia Christina, la stupra e la pugnala cinque volte alla schiena, uccidendola. Ritrae entrambi i cadaveri in pose sessuali, poi, prima di uscire di casa, si fa una doccia.

Il giorno dopo è il turno di Christa Hoyt. La ragazza diciottenne non è a casa, quindi aspetta con tutta tranquillità il suo ritorno. Alle 11 di sera, viene sorpresa alle spalle e immobilizzata. Rolling la stupra e subito dopo la uccide. Posiziona il suo corpo decapitato in una maniera sconvolgente che lascerà traumatizzato il primo che ritroverà il cadavere.

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La violenza, il modus operandi ricorrente e la giovane età delle vittime (tutte giovani ragazze bianche coi capelli castani) attrae l’attenzione dell’opinione pubblica che non ci mette molto a parlare di serial killer.

Le vittime successive sono la ventitreenne Tracy Paules e il coinquilino Manny Taboada. Anche in questo caso, Rolling entra in casa sorprendendo le vittime nel sonno. Uccide immediatamente Manny e Tracy, svegliata dal trambusto, scende le scale e tenta una fuga disperata, purtroppo senza successo.

In questo caso, Manny pare a tutti gli effetti una vittima accidentale del serial killer, perché non corrisponde al suo target abituale.

Mentre la polizia indaga, viene sospettato lo studente Edward Humphrey che, oltre ad avere un passato di malattie mentali, ha anche il viso deturpato da numerose cicatrici a seguito di un incidente stradale. Ha quindi l’immagine ideale per un feroce serial killer.

Non è lui, però, il colpevole.

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Come in Scream, così anche nella realtà le indagini sono complesse, ma il 7 settembre del 1990, Rolling viene arrestato per furto con scasso e i suoi attrezzi sono ricollegati ad alcuni degli omicidi. Nel bivacco in cui vive, gli agenti trovano diari che fanno riferimento agli omicidi.

In carcere dice di aver agito per diventare come il famoso serial killer Ted Bundy. Ha il coraggio di dichiararsi innocente, ma viene condannato a morte per tutti gli omicidi commessi, nonostante una diagnosi di disordine da personalità antisociale, disordine della personalità borderline e parafilia.

A seguito delle indagini compiute sulla controversa figura di Rolling, lo si riconduce agli omicidi di tre persone, William Grissom, la figlia ventiquattrenne Julie e il nipotino di otto anni Sean. Poco prima dell’esecuzione della condanna a morte, Danny Rolling confessa anche questi omicidi.

Muore per iniezione letale il 25 ottobre 2006 nella prigione di Stato della Florida.

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