Quando pensiamo alla nostra sitcom preferita, quali sono i momenti che ci hanno fatto provare le emozioni più forti? Che hanno potenziato l’affetto che proviamo per i suoi personaggi e che ci hanno fatti sentire capiti? Il potere magico di questo speciale genere televisivo è proprio quello di riuscire a coniugare momenti di pura comicità a momenti dalla commovente tenerezza. Ed è proprio questa magica ricetta a permetterci, così, di conoscere il lato più umano di quei personaggi che, spesso, a primo impatto ci sembrano delle semplici caricature stereotipate o bidimensionali. Sono poche, tuttavia, le sitcom che, nonostante l’ennesimo rewatch, riescono ogni volta a straziare il nostro cuore e farci finire in un mare di lacrime.
Nel mio personale albo di serie comedy che riescono in questo difficile compito, la regina non può non esserne Scrubs (Prime Video oppure Disney Plus). Bill Lawrence e gli altri autori sono riusciti a regalarci uno scrigno che racchiude tutte le sfumature dell’animo umano. Dalle emozioni più leggere e spensierate, in un paio di sequenze, si passa a quelle tormentate e inquiete, quelle che, molto spesso, abbiamo paura di affrontare.
Quando Scrubs ci ha mostrato un Dr. Cox inedito
Virgilio di questo nostro viaggio attraverso l’emotività umana è J.D., John Dorian. Lo specializzando al Sacro Cuore e protagonista della serie ci guida nelle esperienze dell’intera coralità dei personaggi – fatta eccezione, forse, dell’imperscrutabile Inserviente. Questo vale anche per quei personaggi che compaiono solo per pochi episodi. E sono proprio questi ultimi a permetterci di vedere nuovi lati nascosti dei personaggi principali, scavando nel loro Io più profondo e portandolo alla luce. Sensibilità, insicurezza, cinismo o indifferenza diventano semplici facciate, che in Scrubs vengono tenacemente abbattute grazie alle semplicità delle relazioni umane accolte al Sacro Cuore.
Forse una delle comparse che ha segnato maggiormente la memoria di molti di noi è quella di Brendan Fraser. Il protagonista di iconiche saghe compare in Scrubs nei panni di Ben Sullivan, lo spensierato e genuino migliore amico (e cognato) del Dr. Cox . Incontriamo Fraser solo in tre episodi, ma, nonostante questa breve partecipazione, riesce a mostrare un Perry Cox totalmente inedito, sia per noi spettatori, sia per lo stesso J.D.
Ben Sullivan irrompe nella vita del Sacro Cuore
Lo incontriamo per la prima volta nel 21° episodio della prima stagione, “Il mio avvenimento”, quando Ben si reca al Sacro Cuore per farsi medicare una mano ferita sul lavoro. Tramite lui, Scrubs ci mostra un lato nuovo del Dr. Cox, sprezzante e sarcastico mentore (e idealizzata figura paterna) del giovane medico protagonista. Il migliore amico, infatti, riesce ad ammorbidire l’acido Perry, tanto che invita J.D. a bersi una birra insieme a loro. Accortisi che la mano di Ben sta continuando a sanguinare nonostante le medicazioni, i due medici si scambiano uno sguardo che vale più di mille parole. Gli esami verificano, purtroppo, l’ipotesi taciuta: Ben ha la leucemia.
Cox accetta la propria fallibilità contro il destino
Il lato protettivo e rassicurante del Dr. Cox verso le persone a lui care, quindi, irrompe nell’episodio seguente, “Il mio eroe”, ma, purtroppo, si scontra con la realtà dei fatti. I risultati delle analisi di Ben indicano poche chance di recupero dalla malattia. La notizia sconvolge Perry che, afferrato dalla paura, abbandona l’amico, non presentandosi alle sedute di chemioterapia. Come dice lo stesso J.D., le brutte notizie rivelano la vera natura delle persone: se alcuni affrontano l’ostacolo, altri semplicemente “voltano le spalle”.
Invece del solito Perry Cox, audace e sicuro di sé, qui vediamo il suo lato rassegnato e sconfitto dalla sua incapacità di combattere una battaglia in difesa del suo amico. La sua rabbia e la sua paura vengono subdolamente proiettate su J.D., andato a convincerlo di presentarsi alle sedute di chemio, e sulla paura del giovane medico di doversela cavare da solo. Con l’ammissione, però, del proprio difetto e la propria paura, Scrubs riflette sulla fallibilità e umanità di Cox. L’eroe accetta, dunque, che non può essere sempre un eroe, ma che, a volte, basta solo essere presenti. L’episodio termina con la serena notizia della regressione della malattia di Ben e tutti noi ricordiamo il sospiro di sollievo che abbiamo tirato in quel momento di fronte alle nostre televisioni.
L’ultima apparizione di Brendan Fraser nei panni di Ben Sullivan
Convinti che sia ritornato in salute, ci dimentichiamo di Ben fino a quando, una stagione e mezza dopo, lo rivediamo nella 14° puntata della terza stagione, “Il mio disastro”. Il giovane fotografo ritorna in città dopo due anni di assenza mentre stava facendo – per citare il Dr. Cox – il suo “leucemia tour”, durante il quale sembra aver trascurato le cure. Perry vuole assicurarsi delle sue condizione facendogli fare tutti i dovuti esami e decide di affidarlo a J.D., nonostante quest’ultimo sia oberato da numerosi pazienti. Assentatosi per concludere gli ultimi preparativi per la festa di compleanno di Jack, suo figlio, Cox rientra in ospedale dove lo accoglie la notizia della morte di un paziente sotto la supervisione di J.D.
Inizia qui un sorprendente e commovente gioco narrativo per cui veniamo illusi (o forse desideriamo esserlo) che tale paziente sia un anziano signore di cui i due medici avevano discusso a priori, in quanto per il resto della puntata possiamo vedere Perry e Ben interagire.
“Dove crede che siamo?”: uno dei momenti più iconici di Scrubs
Tuttavia, ci vengono dati numerosi campanelli di allarme che ci fanno capire che c’è qualcosa che non va. Lo stesso anziano signore può essere visto un paio di sequenze successive a quella della notizia della morte del paziente. Nessun altro personaggio interagisce con Ben al di fuori del Dr. Cox, il cui inspiegabile e repentino cambiamento dell’atteggiamento ci lascia spiazzati e confusi. Tutti si vogliono assicurare che Perry, gettatosi con tutto sé stesso sul lavoro, presenzi al grande evento, che noi siamo convinti essere il compleanno di Jack. E forse quello più sottile di tutti, quando lo vediamo in scena Ben non ha con sé la sua inseparabile macchina fotografica.
La scena finale, in cui Dr. Cox si rende conto della morte di Ben, è magistralmente eseguita. La regia di Zach Braff, la performance straziante di McGinley e la presenza calma e rassicurante di Fraser creano un momento di televisione emotivamente potentissimo. La frase “Dove crede che siamo?” rimane impressa come uno degli istanti più indimenticabili di Scrubs.
Scrubs ci insegna anche a perdonare noi stessi
Lo spirito di Ben, così, segue il Dr. Cox nel suo percorso delle cinque fasi del lutto, come teorizzato dalla psichiatra E. Kübler-Ross: rifiuto, rabbia, negoziazione, depressione, accettazione. Di nuovo, attraverso l’amicizia, vediamo l’umanità e la fragilità di uno dei personaggi apparentemente più forti e inarrestabili della serie. Perry Cox non può nulla contro la morte di chi ama e la cosa lo terrorizza. Come lo esonera lo spirito di Ben, deve imparare ad accettare la realtà, a perdonare J.D. e, soprattutto, a perdonare sé stesso. Da solo, il Dr. Cox non può farsi carico della responsabilità di una morte dettata dal destino, neanche se questa è di una persona cara. Addossare la colpa ad altri (in questo caso J.D.) non cancella il fatto che ormai la morte di Ben è avvenuta.
Per tutte quelle persone che si mostrano emotivamente forti e che, guardando Scrubs, si rivendono nell’apparente distacco del Dr. Cox, le puntate con Fraser hanno insegnato che mostrare le proprie insicurezze non rappresenta una debolezza, anzi. L’amicizia permette anche questo: fidarsi dell’altro, essere e mostrare veramente sé stessi. Ed è per questo motivo che possiamo trovarci tutti d’accordo sul fatto che il Ben Sullivan di Fraser abbia lasciato un segno indelebile nella storia della serie – diventando anche uno dei momenti più iconici della televisione moderna – e nei cuori dei suoi fan.