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Scrubs è il capolavoro dei doppiatori italiani

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C’è una frase che nel mondo dei film e delle serie tv viene ripetuta all’infinito: “In lingua originale è meglio”.
E, per quanto la cosa sia puramente personale, generalmente è vero. Un prodotto in lingua originale ha un’accurata ricerca di termini adatti e talvolta dei giochi di parole che sono difficili se non impossibili da tradurre.
Eppure Scrubs riesce dove tante serie tv falliscono: perché il suo doppiaggio italiano se la batte alla grande con quello originale, e porta a casa anche qualche punto.

Portandovi esempi a sostegno della tesi, oggi siamo qui per elogiare non l’opera originale, bensì il lavoro di doppiaggio fatto nel nostro Paese.
L’Italia ha doppiatori che potremmo definire tra i migliori al mondo. E in Scrubs, tra la miriade di personaggi e di vicende, alcune voci italiane sono passate alla storia e rimaste nel cuore degli spettatori.

Menzione d’onore per l’adattamento dei dialoghi. Le frasi più iconiche della serie, i momenti più emozionanti e perfino la puntata musical, sono stati tradotti in un modo fenomenale. Creando veri e propri tormentoni o frasi di riferimento tanto quanto le originali.

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Uno degli esempi più lampanti nella serie è quello del Dottor Cox, perché se nella famosissima scena del “Dove crede che siamo?” è l’attore John C. McGinley a lasciare chiunque senza fiato nel silenzio del momento, per l’episodio Il Mio Pranzo è tutt’altra storia.

Angelo Maggi, voce italiana del personaggio, si è dimostrato incredibile nell’interpretare il complesso carattere di Cox. I suoi variopinti monologhi pieni di insulti e rimproveri sono forti, rabbiosi e non perdono niente rispetto alla voce originale. Anzi, in certi casi una voce più grave come quella di Maggi ha reso persino meglio le sfuriate del medico. Ma, come detto sopra, nel momento cruciale si è fatto valere come non mai.

https://www.youtube.com/watch?v=ubUI7KDVv24

Il Mio Pranzo è una puntata incredibile per il personaggio di Cox. L’episodio lo prende realmente a pugni facendolo passare da supponenza a indolenza, tristezza, rabbia e depressione. E Angelo Maggi è fenomenale. Il suo urlo quando scaraventa il carrello medico, la voce strozzata mentre è seduto sul divano e la totale perdita di energia mentre esce dalla stanza. Il doppiaggio in questa scena è sublime, trasmette le emozioni giuste ed è incredibile come rivedere la scena in originale o in italiano sia praticamente la stessa cosa.

Grandissimo elogio a Maggi viene dato anche per le sopracitate interazioni con gli altri colleghi nelle sfuriate. E se dobbiamo parlare di interazioni che nel doppiaggio non hanno subito cali…

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… passiamo a un altro iconico doppiatore della serie: Carlo Reali.

La voce italiana dell’imprevedibile Dr. Kelso, uomo dalle svariate sfumature caratteriali, non ha nulla da inviare ai suoi colleghi. Gli scontri verbali tra il primario di medicina e Cox sono indimenticabili.
Anche qui prima rabbiosi, poi semplici battibecchi e infine scambi di battute divertenti, vengono resi alla perfezione dai nostri connazionali.

Il lavoro di Reali sul primario però non si limita a questo. La profondità e complessità di un personaggio come Kelso (che abbiamo provato a riassumere qui) viene resa alla perfezione dalla voce italiana. Gli insulti e i dialoghi inopportuni sono carichi di rabbia e di vera e propria cattiveria nelle prime stagioni.
E man mano che il personaggio si apre, anche la voce di Reali cambia tono e interpretazione. Inizia a trasmettere dolcezza, nascosta ma comunque presente. Si sente calore nella voce del personaggio, e anche lui ha il suo picco.

Il monologo sulla vita ne Il Mio Nostalgico Capo è semplicemente sublime. Adattato bene ma interpretato perfettamente, trasmettendo emozioni profondissime in una delle scene migliori del personaggio.

E parlando di rapporti trasposti alla perfezione con personaggi complicati, il doppiaggio di Scrubs ce ne regala talmente tanti da avere l’imbarazzo della scelta.

Abbiamo le voci di Alessandro Quarta per J.D. e Nino Prester per l’Inserviente ad accompagnarci in alcuni dei dialoghi più insensati e strambi dell’intera serie.

Da una parte la voce del protagonista è perfettamente acuta nei momenti necessari, e non provate a dire che non vi è mai capitato di sentire la voce di Quarta come descrizione di un vostro pensiero. Diviso tra la vocina nella testa di J.D., i suoi impacciati discorsi in cui si impone un tono maturo, la fantastica Bromance col Turk di Nanni Baldini (una delle migliori nelle serie tv, come visto qui) e le infinite interazioni col fenomenale Inserviente di Prester.

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Perché se il lavoro d’interpretazione di Neil Flynn in lingua originale è fantastico, in italiano Prester è riuscito a vendere tutta la stranezza e pazzia del nemico giurato di J.D.. Per lui è quasi impossibile trovare IL momento, quell’interpretazione che sovrasta tutte le altre, perché il suo personaggio è complicato, completamente diverso da chiunque.
Anche nel La Sua Storia dedicato all’Inserviente, i dialoghi principali sono comici e non ha quasi mai quel momento serio e struggente di sole parole. Ma non per questo va denigrata la voce che aveva forse il compito più difficile e con meno spunti per mostrare le proprie capacità.

Al contrario, per il J.D. di Quarta abbiamo praticamente un discorso emozionante a episodio, ma come migliore interpretazione vogliamo lasciare quel capolavoro messo in atto ne Il Mio Finale. I vari discorsi sulla vita, sul futuro, con un tono più serio e maturo anche del doppiatore, toccano il cuor di Tuscaloosa dello spettatore e rimarranno per sempre impressi nella sua testa.

Ma se dovessimo trovare una singola scena in Scrubs che riteniamo migliore doppiata rispetto all’originale, la scelta sarebbe certa.

Ilaria Latini ha lasciato il segno negli anni di Carla. Dai dolci consigli a Bambi, passando per l’annuncio della gravidanza, ma per quanto Judy Reyes abbia dato il meglio di sé, la nostra doppiatrice è riuscita a fare di più nella scena clou del personaggio.

L’addio di Carla a Laverne in originale è stupendo, ma l’addio di Carla a Laverne in italiano è incredibile.

La voce singhiozzante, le parole che escono a fatica, le battute inserite in mezzo per non crollare emotivamente, le risate forzate: questo addio ha tutto.


Ilaria Latini tira fuori un’interpretazione assurda, oltre ogni senso logico. Il suo addio a Laverne è struggente, ancora meglio interpretato da quanto fatto dalla Reyes in originale e questo è tutto dire contando che già in inglese è una scena strappalacrime.
Con lei sentiamo ancora più dolore, ancora più emozione, la voce crolla man mano che parla, non riesce a rialzarsi, ci prova ma non riesce. E riuscire a fare meglio dell’attore in un momento così cruciale è impensabile.

Perché forse è anche per questo che in Italia amiamo tanto Scrubs. Perché nonostante sia una serie americana, nei nostri cuori ha al suo interno parole e interpretazioni italiane iconiche.

Potremmo andare avanti anche solo con quelli che da noi sono diventati tormentoni ormai solo nella nostra lingua.
Non è “Where do you think we are”: è “Dove crede che siamo?“.
La frase di Bob Kelso è: “Hey campione, chi ha due pollici e non ti ascolta neanche?“.
Quando il Todd passa dice “Dammi il cinque!“.

Se oggi Scrubs è nei cuori degli italiani, parte del merito è anche di un doppiaggio incredibile, talmente grande da battagliare con delle interpretazioni assurde in originale.
E poi noi abbiamo qualcosa che gli americani non avranno mai. Perché quando vi troverete in una situazione dove non sapete che dire, c’è solo una parola da usare, ed è solo nostra: Ammaccabanane.

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