Ci sono comedy che mirano solamente a far divertire il pubblico, e altre che invece sono anche in grado di farci commuovere. Scrubs rientra sicuramente in questa seconda categoria. A distanza di oltre 10 anni dalla sua conclusione, lo show creato da Bill Lawrence è ancora un punto di riferimento per gli amanti del piccolo schermo. Una delle prime dramedy di successo, la serie è riuscita a intrecciare perfettamente elementi comici e drammatici, caratterizzando in maniera reale i suoi personaggi e riuscendo a rappresentare la quotidianità dell’uomo comune.
Attraverso la storia di J.D. (qui troverete le sue 10 frasi più belle) e i suoi colleghi, la serie ha affrontato diversi aspetti della vita di ognuno di noi: morte, dolore, malattia, così come amore, amicizia e famiglia. Nel corso degli anni, Scrubs ci ha tenuto compagnia con le sue gag esilaranti, il meraviglioso percorso dei protagonisti e momenti drammatici dal forte impatto emotivo. Lo show infatti ci ha mostrato più volte difficoltà che ognuno di noi ha dovuto o dovrà fronteggiare, riuscendo così a toccare profondamente gli spettatori. Basti pensare alle delusioni d’amore di J.D., alla “spiaggia” allestita sul tetto dell’ospedale per la Signora Wilk, o all’addio di Carla a Laverne.
Scrubs ci ha fatto commuovere in diverse occasioni, ma mai come in questi 5 struggenti episodi:
5) La mia vecchia signora (1×04)
Dopo i primi episodi introduttivi, la 1×04 ci pone di fronte al dramma quotidiano che contraddistingue gli ospedali: statisticamente, un paziente su tre muore prima di essere dimesso. Partendo da questa premessa, lo show ci fa capire che entro la fine dell’episodio un paziente verrà a mancare. Ma pur essendo consapevoli di ciò, gli spettatori finiscono comunque per simpatizzare con loro: l’anziana Signora Tanner, affetta da un’insufficienza renale, il giovane David, malato di cancro, e la Signora Guerrero, afflitta da Lupus.
Attraverso gli occhi di J.D., Turk ed Elliot, impariamo a conoscere i pazienti, ritrovandoci così a sperare nella loro guarigione. O almeno così sarà fino al primo, grande colpo di scena della puntata: la Signora Tanner non vuole sottoporsi alla dialisi. Nonostante la decisione della donna lo sconvolga, J.D. eventualmente capirà la sua scelta, capirà che ci saranno giorni in cui le cose andranno male. Giorni terribili che ognuno di noi dovrà affrontare, ma dai quali sarà possibile imparare qualcosa. Infatti, anche se alla fine nessuno dei pazienti sopravviverà, i tre protagonisti ne usciranno migliori di prima: Turk impara a familiarizzare con i pazienti, Elliot si avvicina a Carla e J.D. riscopre il piacere di distendersi su un prato per contemplare tutto ciò che ancora vuole fare.
4) Le mie ultime parole (8×02)
Ciò che ha reso Le mie ultime parole così memorabile è la storyline di George, un paziente terminale che soccomberà alla malattia. La 8×02 affronta il tema della morte, l’ingiustizia percepita di fronte al proprio inevitabile destino e il limbo esistenziale attraversato dai pazienti ormai vicini alla fine. Nonostante i loro piani, J.D. e Turk decidono di rimanere al fianco di George, dal momento che non ha più una famiglia che gli possa stare vicino. Inizialmente, l’uomo sembra non aver paura di morire: ha avuto una bella vita, un matrimonio felice, non ha nessun rimpianto.
Ma come ogni essere umano, George in realtà è terrorizzato dall’ignoto e da ciò che lo aspetta. I due medici sanno che cosa sta affrontando, comprendono le sue paure e incertezze, ed è proprio per questo che la loro decisione di rimanergli accanto nelle sue ultime ore di vita è così toccante. Nel tempo passato insieme, George riuscirà ad aprirsi con J.D. e Turk, condividendo i suoi timori e i ricordi più belli della sua vita. Grazie alla compagnia dei due medici, l’uomo potrà distrarsi dal destino che lo attende e godersi una birra ghiacciata, un ultimo piacevole ricordo prima di spegnersi. George non si risveglierà mai più, ma quel sorso di birra e la compassione dei due protagonisti gli permetteranno di andarsene con serenità.
3) Il mio finale (8×19)
Il finale di Scrubs è uno dei migliori nella serialità.
Dopo 8 meravigliosi anni, il percorso di J.D. al Sacro Cuore giunge al termine. Nel corso delle stagioni abbiamo assistito ai suoi successi ed errori, alle sue speranze e sogni a occhi aperti. Scrubs non sarebbe stata Scrubs senza John Dorian, e il finale non avrebbe potuto concludersi con nessun altro se non con lui. Durante il suo ultimo giorno di lavoro, il protagonista cercherà di scoprire il nome dell’Inserviente e di ricevere il tanto desiderato abbraccio dal Dr. Cox, ottenendo però anche di più: Perry infatti ammetterà che è lui il miglior medico con cui abbia lavorato.
Mentre quel capitolo della sua vita si sta chiudendo, J.D. ripercorre tutto ciò che ha vissuto: amicizie, amori perduti, pazienti che non ce l’hanno fatta. La vita passata al Sacro Cuore scorre davanti ai suoi occhi, facendogli realizzare quanto il tempo passato lì sia stato fondamentale per farlo diventare l’uomo che è. Ma, come è giusto che sia, non si può vivere nel passato o nelle proprie fantasie. Prima o poi giunge il momento di prepararsi per nuove avventure. E anche se il futuro può sembrare spaventoso, può anche essere tutto ciò che vogliamo. Con le nostre scelte e azioni potremo aprirci un percorso che non avremmo potuto mai immaginare, e la storia di J.D. ne è il perfetto esempio.
2) Il mio pranzo (5×20) + Il crollo del mio idolo (5×21)
Considerato come uno dei migliori episodi di Scrubs, Il mio pranzo vede il ritorno di Jill, una paziente logorroica che sta attraversando un momento di difficoltà. Purtroppo sia J.D. che il Dr. Cox si renderanno conto troppo tardi di quanto la donna avesse bisogno d’aiuto. La morte di Jill è un boccone amaro da digerire, ma anche un’opportunità per poter salvare altri tre pazienti, tutti in attesa di organi. Ma è proprio nel momento in cui sembra che tutto stia andando per il meglio che Scrubs ci sorprende, svelando una terribile verità: Jill è morta di rabbia, e gli organi che sono stati donati sono infetti.
Ed è così che inizia una delle sequenze più strazianti della serie: il Dr. Cox cercherà in tutti i modi di recuperare i suoi pazienti, ma senza successo. La morte è all’ordine del giorno al Sacro Cuore, ma questa volta capiamo che c’è qualcosa di diverso. Cox sa che se non fosse stato per la sua ossessione nel salvare immediatamente i pazienti, questi ultimi sarebbero sopravvissuti. Dilaniato dai sensi di colpa, Perry lascia l’ospedale, sconfitto. Quel fallimento lo spezza e per la prima volta vediamo l’orgoglioso Dr. Cox mostrare un lato inedito di sé: in preda all’autocommiserazione e alla depressione. Sarà solo grazie a J.D. e alle sue parole di conforto e rispetto che il suo mentore riuscirà a rimettersi in piedi.
1) Il mio disastro (3×14)
Nella puntata Il mio disastro, Jack sta per compiere un anno e Jordan invita tutta la famiglia, incluso Ben. Negli ultimi due anni, il migliore amico e cognato di Perry ha trascurato la chemioterapia. Preoccupato, il Dr. Cox chiederà a J.D. di fare un controllo all’amico. Successivamente, quando Dorian annuncia la morte di un paziente, crediamo che si stia riferendo all’anziano con problemi di cuore. Nel corso dell’episodio, Scrubs ci dà tanti piccoli indizi che ci vogliono indirizzare verso la verità, ma come il Dr. Cox, anche gli spettatori non vogliono affrontare la terribile realtà. In negazione, Perry continua a vedere Ben dappertutto, un fantasma che lo spinge ad affrontare la situazione e a perdonare sia J.D. che se stesso.
Ma durante la prima visione dell’episodio, nessuno di noi aveva idea di che cosa fosse successo realmente. È proprio per questo che il plot twist finale è così drammatico e struggente. John C. McGinley ha fatto un lavoro eccezionale nel mostrare il dolore di Cox, costretto ad affrontare una perdita devastante, quella di un amico e fratello. La morte di Ben è una delle batoste più grandi di Scrubs e uno dei momenti più alti della serie. L’episodio è costruito in maniera tale da mostrare quanto sia difficile gestire la morte di qualcuno che si ama, ma anche quanto il dolore possa essere superato se si ha accanto i propri cari.