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Dr. Kelso il bullo, Bob Kelso il bullizzato

Bob Kelso
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L’articolo contiene spoiler su Scrubs

La dualità nei personaggi delle serie tv è quel tipo di scrittura in grado di far risaltare ancora di più i lati più singolari di alcuni individui. Sappiamo bene come nel mondo quasi chiunque indossi una maschera per approcciarsi al prossimo: alcuni limitano il proprio modo di fare riducendolo al minimo, altri cambiano completamente atteggiamento e carattere pur di adattarsi alla situazione. Indossare una maschera non è simbolo di falsità, al contrario: non è quasi mai una scelta fatta a cuor leggero. Cambiare il proprio io, o quantomeno la percezione che il prossimo ha di noi, crea grandi conseguenze e spiacevoli momenti in cui questo nuovo carattere arriva a divorare l’originale.

Trasportare il concetto di maschera in una serie tv non è semplice come si pensa: lo spettatore non deve sentirsi ingannato e la transizione dal carattere mostrato a quello reale non deve dare l’idea di un personaggio incoerente. Van lasciati indizi qua e là, in modo che nello spettatore si insinui quel minimo dubbio atto a rendere la scoperta più umana e meno incomprensibile. Tra tutti i personaggi che sono stati rappresentazioni di questa idea, oggi vogliamo raccontarvi la storia del primario di medicina di Scrubs e dell’uomo dentro il camice.

Il Dr. Kelso e Bob Kelso valgono come entità a sé stanti

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Certo, parliamo fisicamente dello stesso uomo, nulla di sovrannaturale o magico se non l’interpretazione di Ken Jenkins dietro il personaggio. Però sono entrambi agli estremi opposti di questa piaga chiamata bullismo, nonnismo o qualsiasi altro termine voi preferiate.
La grande facciata dell’uomo, quella che ci viene mostrata quasi sempre nelle prime due stagioni e mezza, è il Dr. Kelso. Primario di chirurgia meschino e odioso, in cerca di specializzandi da mettere contro Cox e altri da torturare per il piacere di farlo. Sessista, razzista e omofobo, non nasconde il suo carattere neanche a chi ha appena incontrato.

Più di una volta i nuovi spettatori di Scrubs hanno iniziato la serie increduli di come quel personaggio così negativo sia ancora oggi uno dei più amati dai fan nel mondo delle comedy. E ha senso, perché il Kelso delle prime stagioni non è meritevole di amore o rispetto. Giusto un paio di volte ha dei comportamenti positivi, indirizzati comunque a un guadagno personale o trasmessi con linguaggio scurrile, ma non è neanche lontanamente giustificabile nelle sue azioni. Il Dr. Kelso è a tutti gli effetti un bullo con i dottori e le infermiere, nonché una faccia tosta con i pazienti o i superiori per avere favori.

Da cosa nasce questa cattiveria?

Sembra impossibile, ma è innata nel camice da primario che l’uomo indossa. Abbiamo riprova più volte nella serie che in passato Kelso fosse veramente legato ai pazienti quando lavorava a stretto contatto con loro. Quando nelle stagioni successive viene mostrato in momenti nei quali si allontana dal ruolo di primario per tornare dottore, i suoi occhi risplendono di una luce diversa. Gli stessi occhi che, lontano da tutti, fanno trapelare tristezza e dolore. Bob Kelso è l’uomo che indossa il camice, che ha imparato quanto il suo ruolo sia infimo e lontano da tutti. Un ruolo che permette al primario di bullizzare il prossimo, ma rende lui stesso vittima di bullismo e cattiveria.

Vorrebbe fermarsi e quelle pochissime volte in cui ha l’occasione di farlo senza scatenare conseguenze abbassa la guardia per essere un supporto morale, ma l’azione non può essere frequente. Scrubs ci racconta bene le regole del suo impiego e di come Kelso debba scegliere tra un ospedale funzionante e dei colleghi che lo odiano, o dei colleghi più pacati e un ospedale senza guida. E per quanto Bob desidererebbe la seconda opzione per rilassarsi e vivere la giornata con più calma, è costretto a prendere la prima per il bene dei pazienti. Lui bullizza accettando di essere bullizzato, ferendo il prossimo e venendo ferito a sua volta in questo ciclo meschino che né lui, né chi gli sta davanti può interrompere. Per ogni colpo che affonda, un altro lo subisce. Per ogni insulto proferito, la sua autostima viene messa a dura prova.

Sembra quasi che il bullo da cui Bob Kelso viene ferito sia proprio il Dr. Kelso

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Di nuovo, apparentemente parrebbe un concetto completamente illogico, ma l’uomo si trova martoriato dalle proprie azioni in un modo al tempo stesso giusto e ingiusto. In linea di massima subire lo stesso patimento che si fa provare al prossimo è una conseguenza meritata, eppure non riusciamo a rimanere impassibili di fronte a un uomo che si autodistrugge in quel modo. Bob Kelso vive tutte quelle situazioni comuni a chi è vittima di bullismo: solitudine, timore di chiedere aiuto, crollo morale lento e inesorabile. Ma per quanto il ruolo non gli permetta di smettere questo ciclo, decide di non rendere nessuno consapevole del suo dolore e di soffrire da solo. Se non può essere d’aiuto, non sarà mai un peso più grande del minimo indispensabile.

Col passare delle stagioni inizia a mitigare gli insulti con un’ironia malsana, ma pur sempre ironia, fino a poter finalmente levarsi il camice una volta in pensione. Con la fine della settima stagione di Scrubs si conclude anche l’epopea del Dr. Kelso, lasciando a noi spettatori solo Bob. Un uomo anziano, senza nessuno al suo fianco, che si è fatto terra bruciata intorno per così tanti anni da non riuscire più a coltivare un rapporto. Tanti dicono che sia cambiato troppo tardi e che non poteva aspettarsi altro dalle altre persone, ma non concordiamo. Kelso non cambia mai veramente.

La scrittura del suo personaggio è fatta di livelli su livelli alternando bene e male

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Solo per darvi l’idea di quanto complesso sia, la prima volta che lo vediamo in scena è Bob Kelso con la maschera da Dr. Kelso mentre imita Bob Kelso. Un buono con la maschera da cattivo che imita un buono. Il tutto interpretato da un attore timido e impacciato che ci ha regalato con un solo personaggio l’interpretazione di lati opposti nel bullismo. Perché sia chiaro, non giustifichiamo le sue azioni. Il patimento che fa provare a Elliot, J.D. e Cox, per dirne tre, è esagerato e immeritato. Eppure nel loro dover affrontare Kelso, i dottori imparano come impegnarsi al massimo per migliorare sé stessi e l’ospedale. Comprendono le dinamiche con il capo e come affrontare solo gli argomenti strettamente indispensabili. Il timore della figura del primario li spaventa talmente tanto da dare loro forza.

Una forza che nasce dalla paura ed è ben lontana dall’essere sana. Ma Scrubs ha sempre dimostrato quanto il mondo sia ingiusto e bisogna imparare ad adattarsi ad esso per poterlo cambiare in un giorno futuro. E se si è abbastanza resistenti da dare e ricevere colpi senza mai cadere, cercando di non ferire il prossimo più del dovuto, si può addirittura riuscire a venir apprezzati dai tuoi ex colleghi e dagli spettatori. Questa è la storia del Dr. Kelso e di Bob Kelso, la storia di un impiego e di un uomo che l’ha affrontato. E per come si è conclusa, possiamo dire che tutti quegli anni nel dolore non sono passati inosservati, anzi: hanno brillato come perle azzurre in una notte sulle scale dell’ospedale.

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