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Drew Suffin: il grande rimpianto di Scrubs

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La nona stagione di Scrubs. Lo sappiamo, ci sono dei tabù da rispettare anche nel mondo delle serie tv e questo è uno dei più importanti: la nona stagione di Scrubs non esiste. Eppure potremmo stare delle ore a spiegare perché la nona stagione non è poi così male come sembra, anche se non raggiunge i picchi di una serie che nel tempo ha raggiunto dei rate altissimi. E, nonostante il fatto che oggi potremmo trovarci in disaccordo con Scrubs in quanto la serie è invecchiata male in alcuni ambiti, vi sono altri aspetti in cui è stata decisamente avanti come la disintegrazione del maschio alfa che, incredibile ma vero, non riguarda solo la serie “madre” ma anche la nona stagione.

Oltre ai personaggi già noti: la glaciale Denise, il dottor Cox e Turk su tutti con qualche incursione di J.D., Elliot e Il dottor Kelso, la nona stagione prevede l’introduzione di un cast totalmente nuovo. Assistiamo all’arrivo della bizzarra e svampita Lucy, nuova voce narrante al posto di J.D., il pigro figlio di papà Cole e lo specializzando perfetto Drew. Tutti molto più interessanti di quel che sembra a una prima occhiata e, riguardando oggi la stagione, ci si rende conto di quanto potenziale ci fosse in ognuno di loro. Sicuramente, però, tra tutti il più interessante resta Drew.

Drew appare per la prima volta come uno studente più grande degli altri, con un passato misterioso ma ottime capacità, quasi sospette. Per questo, e per il fatto che rappresenta il classico prototipo di maschio alfa, entra nelle grazie del dottor Cox. Solo col tempo riusciamo a conoscere qualcosa in più di lui, soprattutto delle fragilità che lo hanno reso il tipo chiuso, razionale e cinico che abbiamo di fronte. Infatti Drew aveva già provato con la medicina dieci anni prima alla Shoremont University, ma aveva portato avanti una politica troppo ambiziosa ed egocentrica, al punto da sabotare i suoi colleghi e andare di matto durante la cerimonia del camice bianco. Il suo breakdown viene filmato dai suoi compagni di corso e questo lo porta a chiudersi nella vergogna e nell’isolamento per i successivi dieci anni.

Questa backstory spiega in parte perché Drew presenti, soprattutto all’inizio, una personalità molto seriosa, soprattutto in confronto a Cole e Lucy che cerca in ogni modo di rendere più razionali, e quasi antisociale. Paradossalmente, questi tratti che sono per lui il risultato di un fallimento, diventeranno fonte di apprezzamento da parte della classe e dei professori, nonché dalla stessa Denise con cui intreccerà una relazione. E sono proprio le relazioni che porteranno Drew a evolvere, trasformandolo in un personaggio a tutto tondo e uno dei più grossi rimpianti di Scrubs.

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La prima e più importante relazione che svilupperà è quella con Denise, che inizia come una cosa meramente fisica per diventare un rapporto serio. Questa coppia più di altre distrugge molto stereotipi: ruoli, limiti e fragilità si interscambiano continuamente lungo tutta la stagione. Attraverso questa relazione entrambi i personaggi cambiano molto, ma lo fanno in modo quasi indipendente e senza alcuna forma di ricatto emotivo se non quello che fanno a se stessi. Sia Drew che Denise sono infatti limitati dalla propria stessa natura, incapaci di aprirsi all’altro per paura delle conseguenze e di sembrare deboli. Nonostante questo, i due continueranno a starsi vicino anche nei momenti peggiori, diventando l’uno la spalla dell’altro anche senza ufficializzare il proprio rapporto se non molto tardi. Grazie a Denise, Drew avrà uno specchio con cui confrontarsi per quanto riguarda i suoi difetti e i suoi limiti.

La seconda fondamentale relazione di Drew è quella con il dottor Cox e di conseguenza con J.D., di cui rappresenta in qualche modo il negativo. Se J.D. cerca, senza riuscirci del tutto, di farsi apprezzare dal dottor Cox che vede come una figura paterna, Drew si ritrova a essere quasi osannato da quest’ultimo, che lo vede come una figura filiale suo malgrado. La verità è che il dottor Cox ha di Drew un’immagine stereotipata e idilliaca che non esiste, quasi come se lo vedesse come un clone di se stesso da giovane. Quest’immagine crolla quando Drew si mostra a tutti gli effetti un essere umano e si blocca di fronte a un paziente. La rabbia successiva di Cox è decisamente fuori luogo ma tanto lo era la sua propensione a mettere Drew su un piedistallo.

Questo è un momento fondamentale per Drew che, per la prima volta, si spoglia della pressione di essere “Il numero Uno” e dell’incubo di tornare il viscido ambizioso del passato. Importante in questo senso è l’intercessione di J.D. che non solo fa a capire a Cox che il suo era un punto di vista falsato e dannoso, ma fa anche pace con se stesso rendendosi conto di quanto sia ridicola la sua gelosia. Da questo momento in poi il rapporto con Cox si setta su un piano più realistico, di rispetto reciproco ma anche di insegnamento. La relazione con Cox è interessante proprio perché è un ribaltamento del rapporto con J.D. Allo stesso tempo, però, Drew prova per Cox la stessa ammirazione, sebbene filtrata da un carattere più deciso e schivo.

Strettamente collegata al rapporto con Cox è poi la relazione che Drew sviluppa con Lucy e Cole. I due colleghi sono personaggi più fragili e in un certo senso più complessi di Drew e vedono in lui una sorta di guida da seguire. Questo elemento è importantissimo perché ci dà le misure della crescita interiore del personaggio.

Dopo essere stato il migliore in tutto, ed essere crollato, Drew torna alla medicina con l’intenzione di essere un “signor nessuno”. Tuttavia, sia il dottor Cox che Lucy lo idealizzano, facendo ritornare a galla le sue paure. Il suo percorso come personaggio è quello di trovare l’equilibrio tra la voglia di fuggire e quella di essere riconosciuto.

Infatti inizialmente la risposta di Drew è quella del cinismo: scappa, risponde male, si infastidisce. Attraverso lo sviluppo di un rapporto più normale e sano con Cox, nonché dell’accettazione del suo ruolo di leader nel suo gruppo di amici, Drew capisce che la soluzione non è quella né di esaltarsi perdendo di vista la vita né di deprimersi, nascondendo le sue qualità. La soluzione sta nel mezzo, quindi prendersi i meriti che sono effettivamente guadagnati, senza però lasciare indietro nessuno. Il Drew che vediamo alla fine di Scrubs è quello di un leader vero, non più autodesignatosi tale ma scelto dagli altri, in virtù delle sue qualità umane e di medico. Un sviluppo molto ben fatto per una sola stagione di Scrubs, che fa il paio con lo sviluppo altrettanto bello da seguire di Cole, per esempio, o della stessa Lucy.

Troppe occasioni sprecate e rimpianti per una serie che ci aveva abituato ad altissimi picchi in comicità ma anche in drammaticità. Forse la nona stagione di Scrubs ha risentito proprio di questo, ossia di essere stata presentata come una nuova stagione invece di uno spin-off vero e proprio. Questi personaggi, Drew in primis, avrebbero meritato un’intera serie con la quale esplorare i numerosi spunti gettati un po’ alla rinfusa, invece si sono trovati a dover condividere uno spazio veramente ristretto con un finale troppo sottotono rispetto a quello originale con J.D. Un vero peccato!

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