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La storia d’amore tra JD e il dottor Cox

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Le storie d’amore sono espressione delle diverse sfumature del concetto di amore. E quella tra JD e Dr. Cox è a tutti gli effetti una storia d’amore. Come può esserlo tra padre e figlio. Tra mentore e allievo. Tra due uomini che condividono gli stessi ideali e la stessa, viscerale, passione per il proprio lavoro. Cox è lo stakanovista per eccellenza, una vita votata solamente alla cura dei propri pazienti. JD è il suo erede designato, completamente diverso per modo di approcciare alla vita e nell’esternazione dei sentimenti, ma assolutamente identico nel mettere l’Ospedale pima di tutto il resto. Ed è proprio questo che crea le fondamenta di un rapporto di amicizia che dice molto più di quello che dà a vedere.

Un rapporto che raggiunge il picco massimo non soltanto nel finale di Scrubs, con la straordinaria “confessione” strappata da JD. Anzi, forse il momento di confronto più sincero tra i due risale a un episodio della quinta stagione, Il Crollo del Mio Idolo. Collocata appena dopo Il Mio Pranzo, la puntata si sofferma sulle conseguenze del tragico finale di quella precedente, con l’immortale How To Save a Life a suggellare la morte di tre pazienti. Di fronte alla fatalità, al destino beffardo, anche una colonna portante del Sacro Cuore come il Dr. Cox si arrende, dice basta. Cade in depressione, uno stato inedito, per chi è sempre riuscito a nascondere la sua sofferenza (e la parte migliore di sè) sotto decine di strati di orgoglio e sarcasmo.

Occorre che qualcuno lo riporti sulla retta via e c’è solo una persona che può farlo.

Forse ti stai chiedendo perchè non sono venuto prima, lo so che avresti voluto, anche se non lo ammetteresti mai

serie tv

È una situazione straniante non solo per JD, Carla, Kelso e tutti gli altri personaggi, ma anche per lo spettatore stesso. Conosciamo Scrubs, siamo temprati, sappiamo di che pasta sia fatto. Eppure risulta difficile immaginare un Cox che non fa battute, che non fa monologhi ma che, anzi, si rintana dietro il silenzio e l’autocommiserazione. Da questo punto di vista la 5×21 è ancor più struggente dell’episodio che la precede.

Lo è sicuramente per un JD a cui vengono a mancare tutti i punti di riferimento. E infatti, l’incipit del monologo con cui si approccia al suo mentore è un misto di ironia, dolcezza e determinazione “alla JD”. Lui che per tutta la puntata aveva evitato il confronto col mentore, adducendo una serie di scuse, tende ora la mano alla forma più prossima di padre che gli sia rimasta. Deve essere lui a riportare Cox al Sacro Cuore, non ci sono alternative. E deve farlo essendo se stesso fino in fondo.

Ho cercato di convincermi che la ragione per la quale non sono venuto qui prima è che ti sei presentato ubriaco al lavoro, ma non è per questo. Io avevo paura, credo, che dopo tutto questo tempo io ti veda ancora come il grande supereroe che mi tira fuori da qualsiasi guaio

Morte Ben Sullivan Scrubs

Nell’ultima puntata, Cox dirà a proposito di JD che è “il primo ed unico dottore che abbia mai incontrato che si preoccupasse (dei pazienti) come me“. Per quanto l’abbia esplicitato solamente nell’atto finale l’aveva capito già da molto tempo. Ed è per questo che l’ha preso sotto la sua ala protettiva, “a modo suo”. Perchè essere sotto l’ala protettiva di Perry Cox non è una passeggiata, ma il pivello è cresciuto e, al momento opportuno, ha saputo ricambiare favore e insegnamenti.

Non c’è un altro momento durante le otto stagioni in cui Cox ha così apertamente bisogno di aiuto. Lui che è visto come il supereroe che sacrifica se stesso al servizio degli altri, malgrado il carattere burbero, malgrado la predisposizione a prendere di mira chiunque. Questa è l’unica vera occasione che JD ha per ripagarlo.

“Credo di essere venuto qui per dirti quanto sono orgoglioso di te, non perchè hai fatto del tuo meglio con quei pazienti, ma perchè dopo vent’anni che fai il medico, quando le cose vanno storte, per te è ancora un duro colpo”

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JD dovrà attendere ancora qualche anno prima di ricevere un vero e proprio attestato di stima dal suo mentore. Come abbiamo più volte sottolineato non è da Cox dispensarne. Eppure dietro a un “sono orgoglioso di te” c’è molto di più di un semplice complimento per il lavoro svolto. C’è la reiterata e costante ricerca di approvazione di un figlio nei confronti di suo padre.

La parte finale del suo discorso è, molto probabilmente, tutto ciò che JD avrebbe sempre voluto che Cox gli dicesse. E, in attesa che lo faccia quest’ultimo, si porta avanti lui perchè, ormai lo avrete capito, i ruoli si sono completamente ribaltati: JD si sta comportando da mentore e Perry è l’allievo. Se in questo passaggio prevale il rafforzamento di ciò che entrambi intendono per “fare il dottore”, quel “sono orgoglioso di te” è ciò di cui Cox ha bisogno in quel momento. La chiave per cominciare a scardinare ogni sua difesa, nonchè l’anticamera di ciò che JD dirà di lì a poco.

“E devo dirtelo amico, insomma…sei il tipo di dottore che vorrei essere io”

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In un effimero istante dell’episodio precedente il dr. Cox, in preda allo sconforto più totale, appena prima che il cercapersone suonasse nuovamente per dargli la mazzata finale, sembra ridestarsi. È l’attimo in cui JD gli rivela “io avrei fatto lo stesso“. Tutto questo si ricollega idealmente al finale del monologo, con JD che rinnova la sua approvazione nei confronti di Cox, e tanto basta per farlo tornare laddove quest’ultimo è destinato a stare: in ospedale.

Non esiste applicazione più positiva della hegeliana dialettica servo-padrone. Cox, per riacquistare la speranza e la fiducia in se stesso, si abbandona totalmente all’altro. Aveva bisogno di imparare la lezione dall’allievo prediletto per capire che dopo di lui ci sarà ancora qualcuno a lottare per i pazienti, senza pensare all’assicurazione sanitaria o al prestigio dell’ospedale, ma solo per l’appagamento di aiutare il prossimo.

No, Cox non è più solo.

D’altra parte:

“È questo il bello della famiglia. Se ti trovi in un vicolo cieco, puoi sempre contare sul fatto che loro ti sosterranno. E quando torni in sella puoi ricevere un piccolo abbraccio, una pacca sulla spalla, magari solo un cenno. Ma non c’è davvero bisogno di dire nulla. Certo, è sempre bello se si dice qualcosa”

Leggi anche – Scrubs: chi è davvero Perry Cox

Con questo sono 100. Grazie a quella splendida famiglia che è HoS