Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Scrubs
“Kelso mi ricorda mio nonno: ti umilia, è un pervertito e anche un po’ razzista ma non puoi fare a meno di volergli bene perché profuma di menta piperita!”, dice Elliot Reid nella nona puntata della settima stagione di Scrubs. È proprio la puntata di svolta, in cui i personaggi ma anche gli spettatori, cominciano a rivalutare davvero il Dottor Kelso, avendo finalmente conferma di quello che tutti sospettavano già da tempo, cioè che in fondo non è poi così cattivo. Bob Kelso è uno dei personaggi meglio scritti e anche meglio interpretati di Scrubs, la serie di medici che più di tutte ci ha fatto innamorare ma anche piangere, ma anche ridere. Insomma, conosciamo tutti la grandezza di Scrubs; in buona parte dovuta, appunto, ai suoi protagonisti. Il Dottor Bob Kelso nasce come il “cattivo” (si fa per dire) della situazione, fin dall’inizio incarna quel villain sui generis contro cui si scontrano i buoni. Eppure, complice una scrittura davvero raffinata del personaggio, non è solo questo, è molto più complesso e soprattutto molto più interessante. Con quell’ironia tipica di Scrubs, che cuce su ogni personaggio un tipo di linguaggio diverso, Kelso porta avanti la sua natura, fatta di tante sfaccettature e anche e soprattutto di tante imperfezioni, che lo rendono umano ai nostri occhi.
Ma ripartiamo proprio da dove abbiamo iniziato, da Elliot: la sua storia con Kelso potrebbe essere l’emblema della narrazione che cerchiamo di analizzare, quella del perdono, della redenzione, della rivalutazione di una persona. Elliot Reid, da sempre insicura e sottomessa a chiunque alzi la voce con lei, arriva (verso il finale) a provare pena per Bob Kelso, lo stesso primario del Sacro Cuore che solo qualche anno prima la chiamava slavatina e cercava qualsiasi modo per metterla sotto pressione e soprattutto a disagio. Eppure, una volta acquisita una certa consapevolezza, Elliot riesce a riconoscere in Kelso una creatura diversa da quella che ha conosciuto il primo giorno da specializzanda. La bellezza del personaggio di Bob Kelso, infatti, risiede nella sua natura mutevole, che lo rende a tutti gli effetti un soggetto complesso e strano, divertente e affascinante. Nella primissima puntata di Scrubs, con un sorriso smagliante e un’espressione furba, convince i nuovi arrivati della sua disponibilità, per poi demolirli in pochi secondi soltanto qualche istante dopo. La sua malignità iniziale, che andrà pian piano svelandosi e complicandosi, è funzionale al ruolo che deve incarnare, il capro espiatorio attorno al quale tutti hanno modo di sfogarsi.
Ma allora come facciamo a rivalutarlo e soprattutto in virtù di cosa si può rivalutare un personaggio apparentemente tanto controverso? La risposta, come sempre, è quella più semplice: attraverso la sua umanità, nel vero senso della parola. Kelso è un uomo e come tale è imperfetto. La sua è un’evoluzione positiva e coerente con se stessa, lenta ma efficace e rivela parti di Kelso che inizialmente risultano inaspettate ma che capiamo subito essere convincenti e in linea col suo carattere. Lo dimostra il suo rapporto con il Dottor Cox; la loro è una relazione continuamente conflittuale fino ad un certo punto in cui, dalla settima stagione circa, i due sono costretti a darsi una mano, soprattutto lavorativa, e Kelso diventa una sorta di mentore per Cox, rendendo palese qualcosa che è sempre stato ma che non era mai stato accettato davvero. La cattiveria che inizialmente contraddistingue Bob Kelso viene disvelata per quella che era in realtà: una forte convinzione e una premura nei confronti del suo ospedale che, con le buone o con le cattive, andava tenuto in piedi. Sempre nella 7×09, puntata cruciale per la carriera di Kelso, Carla dice di averlo sempre rispettato soprattutto per il fatto di essersi sempre caricato delle responsabilità enormi, che nessun altro avrebbe voluto.
Insomma, Bob Kelso ci aiuta a comprendere quanto sia facile sbagliarsi e quanto sia sbagliato fermarsi alla prima impressione di qualcuno. Si badi bene, nessuno è qui per negare la sua schiettezza né tantomeno il suo perfido accanimento nei confronti dei nostri personaggi, ma qui viene il bello: è questo che definisce Bob Kelso, nonostante tutto. La sua perfidia è l’espediente che lo rende così divertente, è il muro contro cui ci si deve schiantare per far ridere tutti. Kelso è il personaggio che, forse più degli altri, mette d’accordo tutti e si assume, ancora una volta, la responsabilità di fare da bersaglio perché tutti siamo uniti contro un unico nemico. Eppure, proprio grazie alla sua coerenza, riuscirà anche a farsi volere bene dagli stessi personaggi che inizialmente lo odiavano. Lo stesso Ted, martoriato per anni in una narrazione parallela tutta loro esilarante e brillante, riuscirà a perdonarlo e a far valere le sue conquiste. Come se il segreto di Kelso fosse nel suo orgoglio: non cambia mai, non cede a compromessi con nessuno e, anche quando viene rivalutato lo farà sempre attraverso la sua linea narrativa, senza discostarsi da ciò che è. Rimane Bob Kelso, l’insensibile primario che però, forse, è anche un uomo interessante e competente.
In questo senso il Dottor Kelso può tranquillamente essere preso da esempio per tutti quei personaggi delle serie tv che vengono definiti dalle loro azioni e su cui non ci si sofferma troppo, almeno inizialmente, definendoli subito in quanto cattivi di turno. Così Kelso può diventare l’emblema di come dovrebbe essere una narrazione evolutiva di un personaggio (soprattutto se viene in primis definito villain): non frettolosa ma coerente, ironica ma anche e soprattutto autoironica (si pensi alle svariate battute esilaranti che Kelso fa su suo figlio Barry, spesso ammettendo delle sue stesse lacune da padre) e soprattutto in linea con il personaggio e col suo carattere. Ci spinge, insomma, a capire quanto possa essere semplice rivalutare qualcuno e quanto possa essere utile analizzare un personaggio da un punto di vista diverso. Questa è l’ottima narrazione che Scrubs fa di Kelso: cambia spesso i punti di vista, così che i vari personaggi che orbitano intorno al cattivo riescano, prima o poi, a vederlo con occhi diversi e a valutarlo sulla base di qualcosa che vada oltre le sue sole azioni, sulla base della vita vera, della responsabilità e dell’orgoglio per la sua professione, da cui possono solo imparare.
In tante situazioni Bob Kelso ci dimostra quanto un uomo possa essere più cose insieme: lo conosciamo come il primario severo che ricovera solo chi ha l’assicurazione ma poi, nella 6×13 (per fare un esempio su tutti) fa ricoverare la sua amica del parco Maggie, che non ha assicurazione medica e che ha, però, un grave problema al piede. La puntata in questione, peraltro, è molto significativa della dolcezza di cui è capace il personaggio di Kelso, che dimostra di poter essere accogliente e di poter agire anche senza secondi fini. Ma questo è solo un esempio di come Bob Kelso possa farsi rivalutare; ogni personaggio di Scrubs, protagonista e non, ha il suo momento di rivelazione nei suoi confronti e ognuno di loro avrà modo di aprire gli occhi su una realtà che non si aspettava, accogliendo Kelso e anche, perché no, ridimensionandolo rendendolo umano. Sì, perché Bob Kelso, tra le tante altre lezioni, ce ne lascia una molto importante: si può odiare qualcuno, si può sbattere contro un muro per anni ma ad un certo punto va cambiata la prospettiva ed è importante umanizzare le persone, cercando di comprenderle in quanto identità e non solo in base alle loro azioni. C’è sempre qualcosa dietro di cui non si sa niente, da analizzare e soprattutto rispettare. Non si sa mai che ci sia un mondo dietro.