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Una vita da Inserviente

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul finale di Scrubs

Glenn Matthews. Il suo nome è Glenn Matthews. L’abbiamo scoperto solo nell’ultimo episodio di Scrubs, e non c’è da sorprendersi: l’Inserviente è un personaggio misteriosissimo, anche per questo meraviglioso. Nel momento in cui si parla di lui non è mai semplice distinguere la realtà dall’immaginazione, al punto da rendere inutile l’individuazione della linea di demarcazione che separa le verità dalle bugie. D’altronde che ce ne facciamo della routine di tutti i giorni, quando possiamo avere un romanzo a puntate del tutto imprevedibile? Uno di quelli grotteschi, ma mai superficiali. Divertenti e drammatici. Sadici e sottilmente sensibili.

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Se ci fossimo arresi ad una realtà tangibile, l’Inserviente sarebbe stato solo un inserviente, uno dei tanti con la i minuscola. Ma lui non è mai stato così. Glenn ha fatto dell’anonima identità un foglio bianco nel quale creare una rassegna infinita di personaggi dai contorni sfumati e illeggibili. Quel che J.D. ha vissuto nelle sue fantasie, lui l’ha mischiato all’esistenza di tutti i giorni. Fino a fare di una vita di vessazioni il racconto di un grande riscatto. Una scheggia impazzita in un universo, quello di Scrubs, di schegge impazzite. Solo facendo così è stato possibile non diventare l’ennesimo Ted fantozziano, essere pagato per un lavoro che di fatto non fa, sovvertire i ruoli e far emergere il suo carisma, lasciando un’impronta che ci portiamo dietro ancora oggi nel ricordo di un personaggio iconico.

Ma non solo: l’Inserviente è così rinato dopo un’infanzia che, a prescindere dai racconti improbabili del protagonista (una volta ha detto di esser cresciuto con la convinzione che sua nonna fosse sua madre e che sua sorella fosse sua madre) non è stata sicuramente semplice. Ha ottenuto il rispetto di tutti (incluso Cox, compagno di bevute e suo alleato nella “guerra” con il povero J.D.), ha riottenuto un lavoro che aveva perso senza far altro che presentarsi in divisa al Sacro Cuore come aveva sempre fatto e nel tempo ha conquistato tutti. Davvero tutti. Incluso J.D., la nemesi che in fondo non è altro che un amico travestito da amico mancato. Alla faccia del penny, e di una contrapposizione che ricorda da vicino il gioco tra due bambinoni. Immersi in un mondo tutto loro, ma mai distaccati davvero dalla realtà.

L’Inserviente incarna perfettamente lo spirito sornione e solare di Scrubs, coesistente senza contraddizioni con una quotidianità spesso difficile da affrontare. Un personaggio positivo, anche se all’apparenza sembrerebbe uno stronzo insensibile. Da questo punto di vista è associabile a Cox (ne abbiamo parlato pochi giorni fa in questo approfondimento), ma non sono mancati i momenti in cui ha mostrato la sua vera anima. Quella di un uomo che ha offerto da bere a tutti con grande discrezione nel momento in cui i colleghi hanno reso omaggio alla memoria della defunta Laverne. Empatico ed emozionante nel raccontare un aneddoto legato alla sua infanzia per rivelare il vero nome. Capace addirittura di preferire la disoccupazione ad una vita al Sacro Cuore senza J.D..

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Se Scrubs è diventato Scrubs lo deve anche a lui, l’Inserviente con la I maiuscola. E fa sorridere pensare che in origine fosse stato concepito unicamente come personaggio frutto dell’immaginazione di J.D.. La storia di una grande serie tv può cambiare in un momento, ma per fortuna Scrubs è andata avanti dopo la prima stagione, gli autori hanno colto l’enorme potenziale a disposizione e ne hanno fatto un personaggio straordinario, istrionico al punto da divertirci ancora oggi con la stessa forza di dieci anni fa. E noi per questo non possiamo fare altro che essergli grati e ringraziarlo ancora una volta.

Grazie, Inserviente.

Grazie, Glenn.

(Anche se la conferma di Bill Lawrence non è sufficiente per esser sicuri del fatto che ti chiami davvero così).

Quindi grazie, Tommy

Antonio Casu

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