L’articolo seguente contiene spoiler di Scrubs.
Le unpopular opinion sono ormai sdoganate tra i fan delle serie tv. Alcune di esse sono ben argomentate mentre altre vengono usate per cercare uno scontro e un diverbio. Nonostante tutto noi crediamo che un’unpopular opinion, se ben ragionata e discussa, possa mostrare un punto di vista nuovo verso un prodotto. Per cui da quale iniziare se non da una delle più discusse e sulla bocca di tutti: la nona stagione di Scrubs.
La comedy di Bill Lawrence ambientata tra le mura ospedaliere è uno dei prodotti più rivoluzionari e iconici del genere. Alcuni la definiscono addirittura la prima grande dramedy per i molti momenti struggenti affiancati alle scene esilaranti. Il punto debole di Scrubs ha un nome, anzi, un numero: la stagione 9.
Sono svariati i motivi per cui i fan della serie disprezzano l’ultima annata dello show, di cui gran parte condivisibili, a partire dal fatto che il finale dell’ottava stagione doveva essere effettivamente il finale di serie. L’addio di J.D. al Sacro Cuore è un momento perfetto, pieno di sentimenti e di significato. Il grande discorso di Perry sulle sue emozioni verso Dorian è solo l’inizio della commovente chiusura. Si passa poi alle ultime fantasie del dottore che si ritrova davanti colleghi, pazienti, amici e conoscenti che ha incontrato nel corso degli anni, per poi pensare alla vita davanti a sé e sognare a occhi aperti.
Un finale volutamente aperto perché Scrubs non ha mai voluto darci risposte sicure. Nella vita, come nella medicina, tutto può accadere e tu puoi solo decidere come e se andare avanti. Il finale dell’ottava stagione è ancora da oggi ritenuto il finale di serie sia dai fan che dagli attori, a dimostrazione di quanto sia malvista la nefasta stagione nove.
Eppure essere così drastici non ci piace.
Siamo ben consapevoli del rischio e dell’errore di proseguire la serie dopo l’addio di John Dorian, ma non tutto è da buttare. Ci sono vari motivi per cui possiamo sostenere che la nona stagione non sia poi così male.
Uno dei punti di forza dell’ottava stagione è il lavoro fatto con i personaggi di Cox e Kelso, sia in generale che tra i due. Nel corso della serie le due figure principali dell’ospedale si sono evolute tanto quanto i novellini arrivati nel primo episodio. Perry ha imparato a essere meno egocentrico, ricucendo il rapporto con l’ex moglie Jordan e imparando a diventare una figura paterna sia per il figlio sia per gli specializzandi. Bob ha finalmente trovato un ambiente e un gruppo che ha fatto breccia nella corazza da antipatico meschino che nascondeva il suo cuore d’oro.
I due sono partiti come personaggi con visioni diametralmente opposte del mondo della medicina, elemento evidenziato nella puntata sul golf. Hanno imparato a collaborare per il bene dell’ospedale e dei pazienti, ma non si sono fermati lì. Dalla settima stagione in poi i due hanno iniziato a socializzare anche fuori dalle mura ospedaliere, imparando sempre di più l’uno dell’altro e condividendo esperienze sia divertenti che dolorose.
Quest’amicizia ha portato i due a legare, insegnando loro come rapportarsi col prossimo nella nona stagione.
Dopo che Perry è diventato il nuovo Primario di Medicina e l’ospedale ha aperto a un corso universitario, l’uomo ha sviluppato il rapporto con gli studenti. Pur mantenendo il burbero e saccente carattere che lo ha sempre contraddistinto, le otto stagioni vicino a John Dorian hanno scaldato il cuore dell’uomo.
Per Bob il discorso è più complicato: sebbene non abbiamo apprezzato la superficialità con cui hanno trattato la morte della moglie e il suo conseguente superamento del lutto, due episodi nella nona stagione dimostrano la grande evoluzione del personaggio. La scena in cui ricambia l’addio a Ted, invertendo i ruoli del suo pensionamento nella settima stagione è commovente. Abbiamo la conferma del fatto che anni di angherie e poche parole dolci non abbiano impedito all’anziano di affezionarsi al suo assistente.
Inoltre, la puntata in cui Cox e Kelso si trovano a dover vivere il loro rapporto di amicizia è un punto altissimo della stagione. Bob non ha mai avuto un’amicizia sincera negli ultimi anni e quindi si trova a gestire un rapporto completamente nuovo per lui. L’episodio si incentra sul carattere dei due e su come non sia facile cambiare di punto in bianco dopo anni in cui si è agito in un certo modo. Più guardiamo scene come questa, dove si avvertono le prime otto stagioni nelle parole dei personaggi, più vengono evidenziati i lati positivi in questa ultima annata.
Se proviamo a dividere la nona stagione in due parti, il tutto è ancora più evidente.
Da un lato mettiamo tutte le scene incentrate solamente su Lucy, Drew e il nuovo gruppo di studenti; dall’altro lato tutte le scene che coinvolgono anche o solamente i vecchi personaggi. Diventa visibile a tutti come il primo gruppo di scene sfiguri in quanto non è sorretto da anni di costruzione dietro quei personaggi. La nona stagione di Scrubs ha voluto mettere in risalto nuovi volti, ma l’errore è stato dar loro il ruolo centrale.
Ci siamo ritrovati con un nucleo di protagonisti molto meno interessanti di tutti i personaggi attorno a loro e dato il ruolo centrale la cosa appariva ancora più evidente. Lucy, Drew e Cole avevano un ottimo potenziale che si sarebbe potuto sviluppare in più anni e con un inserimento più graduale. Inoltre la strategia del cambio di protagonista non ha reso i suoi frutti perché il J.D. che avevamo lasciato non era più quello della prima stagione, per questo Lucy ci è sembrata un grosso passo indietro.
Se però distogliamo lo sguardo da questo, la nona stagione di Scrubs ha altri lati positivi: la serie non perde la sua comicità ed è ancora esilarante quando gioca in casa cercando di non strafare. I vecchi personaggi, ormai perfettamente delineati, interagiscono benissimo coi nuovi e si nota l’intenzione di creare nuovi legami come quelli tra Drew e Cox o tra Cole e Kelso.
I parallelismi sono anche interessanti e ci vengono mostrati dei lati più adulti anche di Dorian, per cui la bocciatura totale è ingiusta.
Se a questo aggiungiamo anche l’intenzione di creare un quasi spin-off, tant’è che viene chiamata anche Scrubs: Med School, la cocente rabbia dei fan verso di essa cala. Perché effettivamente gran parte dell’odio verso questa stagione è il fatto di non essere al livello delle altre. Non riesce a reggere quella qualità costante che il prodotto di Bill Lawrence ha dimostrato per otto anni. Ma se venisse presa a sé sarebbe un’onestissima comedy sufficiente.
Se mostrassimo questa stagione a qualcuno che non ha mai visto Scrubs, difficilmente il giudizio sarebbe terribile. Magari non scatterebbe l’amore, magari sì, ma verrebbe vista come un prodotto da sei e nulla più. D’altro canto, associare un “sei e nulla più” a qualcosa di legato a questa serie per noi fan è doloroso.
Alla fine una verità assoluta non esiste e come Bill Lawrence ci ha sempre insegnato: bisogna scegliere se farsi guidare dal cuore o dalla testa.