See, per essere vista e amata, dovrebbe dissolvere i margini. “Smarginare”, uscire, esplodere.
Le bombe, misterioso “tuono divino”, come vengono immaginate dalle tribù non vedenti del futuro, metaforicamente, dovrebbero servire a scoperchiarla. Occorre affondare nel catalogo delle poche ma eccellenti produzioni di Apple TV+ per estrarre questa perla sensibile, violenta e magnetica di Steven Knight. E portarla alla luce, nell’Olimpo delle serie distopiche del decennio.
Non solo un fantasy post-apocalittico ma una saga familiare con una storia potente, coraggiosa come il suo protagonista, Jason Momoa. Una trilogia insostituibile.
Ci sono serie originali Apple belle e promosse anche bene – pensiamo alla recente Shining Girls di e con Elisabeth Moss – che tuttavia alla fine lasciano nient’altro che la sensazione di un breve viaggio in una storia troppo ambiziosa nel suo voler essere concettuale e spiazzante. Più che spiazzante, diventa stancante.
See – ideata e scritta da Steven Knight con Jason Momoa nel ruolo di Baba Voss, padre, marito, guerriero dall’animo nobile e dal corpo ferito – è invece qualcosa di inatteso che, episodio dopo episodio, aggancia ed elettrizza. Una distopia per nulla scontata, spaventosa se avvenisse, dove il mondo è ormai abitato solo da non vedenti, perché l’era del progresso e il dilagare dei virus hanno provocato irreparabili catastrofi sulla Terra.
È un ritorno alla natura, al tribalismo, a strutture di autogoverno di un’era premoderna, pur trovandoci nel futuro. Sono sopravvissuti 2 milioni di persone cieche che abitano meravigliosi paesaggi del Nord America, provando a mantenere uno stato di pace e che hanno dimenticato cosa fosse la vista, e con essa la scienza e la conoscenza dei libri.
La vista è ormai quasi leggenda, un sinonimo della minaccia, una stregoneria responsabile del crollo del mondo. Nel nuovo presente della cecità, sparisce il frastuono e rimangono silenzi molto più disarmanti di altri codici espressivi.
Rimandando ad altre letture e al trailer per la trama della trilogia, chiediamoci perché un capolavoro così creativo, un’esperienza di visione così sensoriale e immersiva, sia rimasta ai lati, fuori dal racconto mainstream e dalle classifiche.
See è una storia bellissima, che a guardarla vola, incastrata in un perimetro di spazio e tempo distributivi sbagliati. Perché?
L’esordio concomitante con il lancio di Apple TV+
Con la firma di Steven Knight e la regia di Francis Lawrence, ci sono tutte le autorevoli premesse perché voli alta. L’esordio – 1 novembre 2019 – coincide con il lancio di Apple TV+ in 190 paesi tra cui l’Italia. A dominare la scena, ingaggiando soprattutto il target primario dei clienti Apple, è però sin da subito The Morning Show, su cui il brand di Cupertino punta tutto: un budget da oltre 2 milioni di dollari, a testa, solo per i tre nomi di punta: Jennifer Aniston, Reese Witherspoon e Steve Carell.
Durante il mega evento di presentazione, allo Steve Jobs Theatre, le tre star di The Morning Show sono le protagoniste elette. Vengono presentate tutte le produzioni originali che avrebbero presto debuttato sulla piattaforma e Jason Momoa cattura il pubblico in un intenso momento per introdurre See. Chiede di chiudere gli occhi per concentrarsi sugli altri sensi, suoni, odori, rumori e spiega come la chiave sia quella di unire alle avventure proprie di un fantasy distopico, con eroi coraggiosi, l’esperienza del mondo senza la vista, ma con le stesse dimensioni: l’amore, i sentimenti, il lavoro, le abilità.
La poderosa fisicità di Jason Momoa diventa espressione del corpo che esperisce il mondo senza bisogno di vederlo. Nel nucleo c’è una domanda introspettiva che ognuno di noi potrebbe porsi: senza la vista, cambierebbe la mia identità?
Una storia innovativa dispersa tra altri contenuti forti
See non si basa – come Game of Thrones o la recente Il Signore degli anelli. Gli anelli del potere – sui best seller letterari di George R. R. Martin e J.R.R. Tolkien che in sé offrono una fonte preziosa ed evocativa cui abbeverarsi per fondare le colonne portanti delle serie.
È una storia inedita che Steven Knight ha immaginato con l’intenzione profonda di costruire un mondo come non si era mai “visto”. La forza narrativa di See è indiscussa, così come lo sono le scelte produttive: 8 episodi da 50’, tre stagioni. Nessuna long form con inutili sfilacciamenti. Incisiva, essenziale. Discutibile è invece l’aspetto distributivo che lancia le stagioni in momenti infelici e dentro una compagine di contenuti imbattibile.
È vero che, acquistando un dispositivo, Apple offre tre mesi di servizio gratuito prima di passare all’abbonamento ma è altrettanto vero che nel trimestre di lancio, abbiamo tutti guardato The Morning Show che regnava in home page, senza accorgerci che ci fosse See. Inoltre il catalogo era ancora così esile che, almeno in Italia, gli abbonamenti sono rimasti bassi e limitati agli utenti iOS.
Il 2019 è stato anche l’anno dell’ultima stagione di Game of Thrones che, per quanto insoddisfacente, ha vinto come miglior serie drammatica, seguita da altri show raffinati e intriganti come Better Call Saul e Succession, che avrebbe presto scalato la classifica degli Emmy.
Bisogna aspettare il 2021 per la seconda stagione di See che – come la terza – esce nel tardo periodo estivo, 27 agosto, anticipata però da un altro gigante della serialità contemporanea.. Eravamo ancora in pandemia – con la rigidità dei protocolli e le diffuse solitudini – e le serie distopiche rappresentavano una forma di catarsi. Ed ecco che in primavera esce la quarta stagione di The Handmaid’s Tale che scatena e conquista il pubblico, invogliando chi non l’avesse ancora vista a recuperare le stagioni precedenti, essendovi tutto il tempo per stare in casa a guardarla. Accanto alla concorrenza distopica ispirata al pionieristico romanzo di Margaret Atwood, Apple TV+ intanto distribuisce la seconda stagione di Ted Lasso, considerata quasi all’unanimità la miglior serie tv disponibile su Apple e, infatti, vincitrice di diversi Emmy tra cui Miglior Serie Comedy. Apple è entusiasta nel comunicare di essere il primo servizio di streaming ad aggiudicarsi un Emmy per un programma al suo secondo anno di partecipazione.
Ancora una volta, nell’intensità dei suoi intrecci, nella cura di fotografia, sigla, musiche, See rimane silenziata in un riservato spazio del catalogo.
La differenza dei numeri tra piattaforme
Oltre a tempi distributivi e strategie di posizionamento, anche i numeri giocano un ruolo fondamentale nel sostenere la nostra tesi a favore della bellezza di See ma a discapito della sua fruizione.
Se Disney+ domina sul mercato globale, in Italia è terza con 3,5 milioni di abbonati. Al primo posto rimane sempre Netflix con oltre 9 milioni, seguita da Amazon Prime Video con 7 milioni, da Sky con 4,3 milioni e Now Tv con 1 milione. Quindi, stando ai recenti dati AGCOM, AppleTV+, sotto il milione di abbonati, è fuori dalla lista e si qualifica ancora come servizio streaming di nicchia, per quanto i contenuti siano in crescita.
L’app AppleTV+ ha un vantaggio: il sistema integrato per accedere a Disney+ favorendo così un transito verso una piattaforma che acquista sempre più valore nel mercato nazionale. Probabilmente se See si spostasse tra le serie drammatiche per maratone su Disney+ – accanto a fondamenti del genere come The Walking Dead, il suo luogo potrebbe divenire quello giusto.
La saga sintestetica si conclude nel 2022 con la terza e ultima stagione la cui trama riparte 256 giorni dopo l’epica battaglia e il trattato di pace tra Payan e Trivantiani. La regina sadica e malvagia, Sibeth Kane, è stata spodestata dalla sorella Maghra, moglie di Baba Voss e mamma dei gemelli vedenti Kofun e Haniwa, che adesso regna su Paya.
Molto presto l’intreccio si intensifica portando la serie verso un finale spettacolare. Tutto questo avviene negli 8 episodi usciti tra il 26 agosto e la metà di ottobre ovvero in concomitanza con House of the Dragon – prima puntata in onda il 21 agosto – e Il Signore degli Anelli. Gli anelli del potere, prima puntata in onda l’1 settembre. AppleTV+ ha tentato di rinforzare la promozione rendendo disponibile gratuitamente la prima stagione in attesa della terza ma non è bastato a farla sconfinare.
Sull’asse delle ascisse e delle ordinate, volendo tracciare un piano cartesiano, troviamo che See collide sia con la linea dello spazio sia con quella del tempo trovandosi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. A fronte di questa cronotopica fragilità, quello di Steven Knight è uno dei titoli originali più belli e interessanti degli ultimi anni, un must watch imperdibile.