Seinfeld, celebre sit-com degli anni ’90 attualmente disponibile su Netflix, è stata e continua tuttora a essere una vera e propria pietra miliare della storia della televisione. Grazie alle sue storie così dannatamente familiari e a un umorismo tagliente e a tratti cinico, la serie ci ha infatti mostrato un nuovo modo di fare comedy in cui a spiccare troviamo dei personaggi che, pur essendo tutto eccetto che modelli positivi, sono divenuti tra i più iconici e popolari della loro epoca. Oggi vogliamo andare a celebrare uno tra questi peculiari e meschini, ma soprattutto spassosi individui: non il comico Jerry, non la scaltra Elaine, non quello svitato di Kramer, ma George Costanza, un vero paradosso umano che non possiamo non adorare.
Proviamo dunque ad analizzare un po’ George Costanza, uno dei volti più amati di Seinfeld.
George, interpretato magistralmente da Jason Alexander, è sicuramente uno dei personaggi più amati dello show, ma anche uno dei più controversi, dato che con il suo carattere egoista e capriccioso molto spesso finisce per incarnare il lato peggiore di tantissime persone, che potrebbero vedere riflessi in lui i loro più meschini difetti.
George: “Sono un tipo cattivo…mai stato un tipo cattivo”
Jerry: “Sei un cattivo impiegato, un cattivo figlio, un cattivo amico…”
George: “Sì, sì, sì.”
Jerry: “Un cattivo fidanzato, un cattivo ospite, un cattivo debitore..”.
George: “Ho capito! Il concetto è chiaro!”
Jerry: “Un cattivo giocatore e anche un cattivo cittadino. E un cattivo cliente!”
Permaloso, egoista, invidioso del successo altrui.
George Costanza è un uomo che, al pari dei suoi inseparabili compari, ha fatto della lamentela e dell’insoddisfazione il fulcro della sua esistenza. Non che si sforzi particolarmente per migliorare la propria condizione! George raramente agisce direttamente dimostrando forza di volontà per ottenere ciò che vuole; se ciò accade, questo capita solo quando l’uomo riesce a sfruttare a proprio vantaggio occasioni particolari o l’operato altrui. Se c’è infatti un elemento particolarmente caratterizzante per George, questa è la sua pigrizia.
L’indolenza del personaggio è, d’altra parte, evidente fin dalle prime scene che lo vedono protagonista in Seinfeld.
Costanza viene infatti spesso visto ricadere in schemi ricorrenti caratterizzati da pigrizia e disinteresse sia per quanto riguarda l’ambito lavorativo, sia per quanto concerne le relazioni interpersonali, tra familiari, donne e conoscenze varie. Per comprendere appieno il personaggio di George, è necessario innanzitutto prendere atto di come egli vada di fatto a incarnare il classico stereotipo di “pigro ma intelligente e scaltro“, un individuo che potrebbe ottenere molto di più dalla vita se solo decidesse di applicarsi, ma che preferisce sprecare il suo talento in attività futili, cercando di ottenere il massimo con il minimo sforzo, appoggiandosi agli altri e, viceversa, lamentandosi quando i suoi piani non riescono. Questo atteggiamento spesso lo porta in situazioni al limite dell’assurdo, ma è proprio questa assurdità che lo rende così divertente da guardare.
Per evitare sforzi e duro lavoro, George è disposto a ricorrere alla qualunque, mettendosi per questo molto spesso in guai e situazioni imbarazzanti. Una delle caratteristiche più sorprendenti del personaggio è la sua pazzesca abilità nel trovare scuse per evitare il lavoro o qualsiasi forma di impegno. È un maestro nell’arte della manipolazione e dell’inventare bugie e di piegare le situazioni a suo vantaggio, dimostrando un’ingegnosità superiore alla media.
Questo aspetto della sua personalità può essere interpretato come una forma di manifestazione del profondo senso di insoddisfazione e di frustrazione da lui provata nei confronti della vita. Un elemento paradossale se si pensa a come la sua intelligenza e il suo acume risultino sprecati e sfruttati in attività per lo più futili e vanesie, quando invece potrebbero dare ben di più se impiegati per giuste cause.
Ma George Costanza è molto più di questo: è un uomo dotato di un umorismo acuto e tagliente che lo rende a suo modo davvero carismatico.
Un altro elemento fondamentale dell’umorismo di George è il suo essere una sorta di calamita naturale per il fallimento: George Costanza è infatti un personaggio sfortunato per definizione, destinato a incappare in situazioni imbarazzanti e ridicole senza alcuna possibilità di redenzione. Tuttavia, è proprio questa costante serie di disgrazie che lo rende così umano e vicino allo spettatore: ci identifichiamo con le sue sconfitte perché riflettono le nostre stesse paure e insicurezze, ma allo stesso tempo ci divertiamo nel vederlo affrontare queste sfide con un irresistibile mix di frustrazione e auto-derisione.
“Quando una lesbica mi guarda ho la sensazione che pensi: “Ecco perché non sono eterosessuale!” “
Seinfeld
In virtù di questo, possiamo affermare che George non è solo un personaggio comico: egli è anche e soprattutto un personaggio tragicomico. Dietro la sua maschera di cinismo e di sarcasmo si cela infatti una persona vittima di profonde insicurezze e un insito senso di inferiorità, soprattutto nei confronti del proprio aspetto e del proprio status sociale, aspetto che lo porta a essere costantemente sabotato dalle sue stesse paure e debolezze.
Nonostante ciò, pur non essendo un comico di professione come Jerry, George Costanza è, assieme a Kramer, il personaggio più divertente della serie: le sue battute non risultano mai forzate o prevedibili, ma risultano sempre spontanee e genuine, in linea con la sua personalità, con il suo immancabile sarcasmo e con il senso pratico tramite cui ci mostra la sua cinica visione del mondo. Inoltre, la grande autoironia aggiunge un ulteriore livello di complessità al suo personaggio, permettendo allo spettatore di identificarsi con lui nonostante le sue evidenti mancanze, i difetti e le sue contraddizioni interiori.
E, a proposito di contraddizioni, George Costanza, ne è un vero rappresentante vivente.
Una delle contraddizioni più evidenti insite in lui, come già detto, riguarda il suo atteggiamento nei confronti del lavoro. Da un lato, George si dimostra essere straordinariamente pigro e disinteressato alle sfide professionali, preferendo spesso restare sullo sfondo ed evitare le responsabilità, cercando spesso e volentieri scorciatoie per ottenere il successo senza doversi sforzare particolarmente. Dall’altro lato, però, rivela di essere oltremodo ossessionato dall’idea di essere rispettato e ammirato e si impegna costantemente e in tentativi maldestri per raggiungere il successo e l’approvazione altrui.
Questa contraddizione si riflette anche nelle relazioni interpersonali di George. Se anche si considera un fallito poco avvenente e poco interessante, l’uomo non accetta critiche dall’esterno, dimostrando di essere particolarmente suscettibile al giudizio altrui e di considerarsi intellettualmente e caratterialmente superiore agli altri: un conflitto interiore che si manifesta sia con i propri pari che nelle sue relazioni amorose, spesso caratterizzate da auto-sabotaggi deliberati.
Da una parte pare essere piuttosto consapevole dei suoi difetti, dimostrando di essere un individuo desideroso di essere amato e accettato dagli altri, da un’altra di essere eccessivamente esigente nei confronti degli altri, soprattutto in merito a papabili compagne, che spesso finisce per rigettare per futili motivi, per sciocche fissazioni o perché, semplicemente, arriva a perdere in fretta l’interesse, senza un reale motivo. La sua indole capricciosa lo porta infatti spesso a volere cose e/o relazioni che non gli importano davvero se non per dimostrare di poterle ottenere, con grande superficialità.
Insomma: un personaggio che avrebbe tutte le “qualità” per essere disprezzato dal pubblico, ma che, paradossalmente, viene amato proprio in virtù di ciò
In definitiva, possiamo dire che George Costanza di Seinfeld è un personaggio divertente, autentico per quanto umano e contraddittorio e davvero ben scritto, un individuo capace di farci ridere con lui e di lui dalla grande complessità come non se ne vedono spesso nelle sit-com: un antieroe indimenticabile che continua a essere amato e apprezzato a più di trent’anni di distanza.