Ogni mercoledì e ogni sabato sera, sempre alle 22.30, vi portiamo con noi all’interno di alcuni tra i momenti più significativi della storia recente e passata delle Serie Tv con le nostre recensioni ‘a posteriori’ di alcune puntate. Oggi è il turno della 4×11 di Seinfeld
Tutto si può dire di Seinfeld tranne che sia una serie immediata. Seinfeld non lo è affatto, almeno, non per noi. Saranno gli ormai trent’anni che ci separano dal suo debutto, e sarà il suo taglio, assolutamente fuori dal comune, ma appassionarsi a una serie tv come Seinfeld oggi, apparentemente, può sembrarci più difficile che mai. Ogni puntata inizia sempre con un monologo di stand up comedy di Jerry Seinfeld, e questo è già tutto un dire. Se non ti piace la stand up in generale, non ti piacerà manco questo. Se invece di stand up comedy ne sei appassionato, abituati come siamo a mostri sacri come Louis C.K o Ricky Gervais, per citare i più mainstream, non possiamo che notare come la stand up di Jerry Seinfeld sia anni luce differente rispetto alla fluidità a cui siamo abituati. Quasi posticcia. E le risate di sottofondo poi. Risate di sottofondo che abbiamo trovato anche nelle più moderne The Big Bang Theory o How I Met Your Mother ma che, nonostante tutto, in questo caso ci sembrano così disturbanti. Innaturalmente sguaiate, davvero insopportabili. Tutto nei primi tre minuti di una puntata qualsiasi di Seinfeld sembra volerci urlare: scappa. Scappa, non è come dicono. Ma eppure se queste cose qualcuno le ha dette, se davvero più di qualcuno un giorno ha detto che Seinfeld era una serie geniale, qualcosa vorrà pur dire. Venduta come la geniale serie tv basata sul niente Seinfeld geniale lo è davvero. E se ora mi trovassi a Shark Tank e dovessi convincervi di questo, tra le prove che porterei alla giuria per accreditare questa tesi ci sarebbe sicuramente questa puntata.
Era il 18 novembre 1992 quando The Contest, la scommessa, andò in onda per la prima volta negli Stati Uniti. Si tratta esattamente di 31 anni fa e no, questo non è affatto un dettaglio trascurabile. Jerry, George, Elaine e Kramer passano gran parte della loro esistenza a occupare il tempo. Impegnare il tempo in un lavoro per cui non hanno il benché minimo interesse, impiegare il tempo uscendo con casuali figurati, o molto più semplicemente passare il tempo cercando di far passare il tempo. Così. Sfogliando una rivista e chiacchierando del più e del meno, guardando per ore l’intero palinsesto di un canale televisivo o stando semplicemente a casa a fare poco, se non nulla. Immersi nel loro disimpegno, i quattro protagonisti passano gran parte del loro tempo al diner restaurant all’angolo, luogo di discussione e in questo caso incipit predominante della scommessa che terrà in piedi tutta la puntata, scommessa che metanarrativamente parlando è molto più di uno scherzo tra amici.
Nella 4×11 di Seinfeld si parla apertamente di masturbazione. Non la si chiama per nome, ma si intuisce a chiarissime lettere. George è stato colto in flagrante durante un momento di autoerotismo niente meno che da sua madre, una delle donne più bigotte che si siano mai viste dentro e fuori l’universo di Seinfeld. Manco a dirlo, le prende un coccolone e finisce in ospedale. George racconta l’accaduto ai suoi tre amici che, come prevedibile, senza curarsi minimamente della questione ‘madre all’ospedale’ ben pensano di indire un contest su chi avrebbe resistito di più senza masturbarsi, premio un bel po’ di dollari, ma proprio un bel po’. Jerry è sicuro di poter battere tutti, George giura che pur di avere quei soldi resisterà al suo istinto e Kramer come sempre dice di sì a tutto senza avere la benchè minima idea di cosa si stia parlando. Ed Elaine? Sì perché anche Elaine vuole partecipare alla scommessa ed è proprio in questo momento che Seinfeld ti butta addosso un secchio d’acqua facendoti accorgere che di antiquato questa serie tv non ha proprio niente. ‘Siamo come mele e arance’ dice Jerry. Sottintendendo che la libido femminile sia più facilmente domabile del primordiale impulso maschile di masturbarsi, ma non appena Elaine decide di aggiungere 50 dollari in più alla sua quota partecipativa il gioco è fatto. La sfida può iniziare.
Elaine può giocare con i maschi a ‘chi non si masturba vince’ e lo può fare in una maniera che difficilmente avremmo mai potuto veder resa in modo migliore in questi e ovviamente in quegli anni. Pensate se una sitcom dei giorni nostri potrebbe mai affrontare una tematiche del genere. Censure a parte me la immaginerei più o meno nelle due seguenti modalità: nella primo gli uomini fanno comunella, la donna si intromettere per sapere di cosa stiano discutendo così animatamente e loro, mascherando con estremo imbarazzo la questione tireranno infine fuori il rospo. La donna a quel punto darà loro dei pervertiti e decreterà che la pratica sia stupida e che non le competa, ridicolizzando l’assurda scommessa degli uomini con tutti i risvolti comici del caso, d’altronde stiamo parlando di una sitcom. Nel secondo caso, di certo il peggiore, la donna, dopo varie sue insistenze, molto più folte di quelle di Elaine verrà ammessa al club dei masturbatori ma il topic della commedia si sposterà inevitabilmente su di lei e sull’interesse atavico che i ragazzi svilupperanno nei suoi confronti cercando di coglierla in flagrante per poter dire a furor di popolo che sì, anche le donne si masturbano.
In Seinfeld non accade nulla di tutto ciò. Elaine non prega di partecipare al contest, non viene sessualizzata nella sua scelta di partecipare alla scommessa nonché implicita ammissione di masturbarsi anche lei, e soprattutto nessuno, nello storytelling offerto in questa puntata, mostra un’estrema vergogna nel parlare apertamente di autoerotismo, a parte George che un po’ di vergogna nei confronti di sua madre un po’ la prova, ma come sempre tutto gli scivola addosso. Tutto ciò accadeva in una serie tv popolarissima 31 anni fa e vederlo lì su quello schermo dai colori opachi, nei suoi protagonisti vestiti secondo la moda del tempo è apparso veramente avanguardistico. A sorprendere ancora di più è il modo in cui la questione viene trattata: con estrema tranquillità, come se si stesse parlando di a quanto vengono al kg i pomodori o del bel tempo che faccia a settembre.
Durante il procedere della narrazione si parla di eccitazione, di desiderio, in modo più o meno comico, non ridicolizzando mai l’atto che anzi, con estrema naturalezza, se compiuto, viene reso noto soltanto appoggiando i 100 dollari partecipativi sul bancone della cucina con uno sguardo a metà tra la delusione per essere caduti in tentazione e la soddisfazione per averlo fatto. Niente è strillato o esasperato, al punto dal sembrare estraneo dalla normalità, ed è proprio in questo sguardo lucido che la puntata rispecchia non solo la sua inappuntabile vena comica ma anche il prezioso racconto di cose comuni di cui si fa spesso a meno di parlare.