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Seinfeld non ha mai avuto bisogno dell’amore per strappare una risata

Seinfeld
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A Seinfeld non gliene è mai fregato niente di tutto il resto delle storie che già erano state raccontate o che sicuramente lo sarebbero state. Guardandosi intorno – seppur validi – tutti i prodotti seriali erano uguali tra di loro, e in questo la trama c’entra ben poco. Non erano gli eventi o le storie in quanto tali ad avere punti in comune, ma quel che condividevano. Non era importante cosa facesse il protagonista o che eventi si sviluppassero durante la stagione, in qualche modo qualcuno avrebbe dovuto imparare qualcosa. In ogni Serie Tv c’è vince e c’è chi perde, e le strade per il protagonista sono quasi sempre due: una in cui vince, e una in cui impara. Non esistono vie di mezzo e, soprattutto, non esistono fallimenti perché, nel mondo delle Serie Tv, questi servono soltanto per far ripartire da capo il protagonista, indirizzandolo così nella direzione giusta per compiere la propria vittoria. I momenti difficili detengono così l’obiettivo di prepararci meglio alla vittoria del vincitore, senza mai farci dimenticare quanto lui abbia sofferto per arrivare al traguardo, ma che – non importa come -in qualche modo si vince sempre. Perfino l’amore viene teatralizzato e poi buttato su di un palco in cui la coppia perfetta ne combina di tutti i colori, per poi colorarli d’arancio. L’obiettivo di queste coppie è far sognare al telespettatore l’amore sofferto, l’amore che ti strappa via tutto restituendoti l’epilogo in cui il lieto fine fa la sua entrata in scena. Ogni cosa detta fino a questo momento, Seinfeld la disconosce, non sa cosa sia. Non sono mai stati questi gli obiettivi narrativi della serie, ma ben altri, e avevano tutti a che fare con l’esatto opposto di quel che c’era in giro, e a noi è sempre piaciuto così.

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Chi ha conosciuto Seinfeld quando oramai la comedy era già diventata un cult vecchio trent’anni conosce perfettamente la necessità di tenersi stretto un prodotto che non vuole insegnarti niente e che, senza alcuna ipocrisia, ti parla della vita di un gruppo di trentenni che non ha alcuna intenzione di imparare, crescere, evolversi e poi morire consapevole di aver dato tutto quello che ci aspetta da un essere umano. Nessuno dei protagonisti vuole essere ricordato come colui che salutava sempre, era gentile e dalla vita piena di esperienze che lo hanno fortificato. L’intenzione dei personaggi è quella di arrivare al giorno dopo ancora vivi e senza troppo complessi o drammi. Certo, vista così l’impressione che si può avere è che si avrà a che fare con una comedy piatta o priva di eventi, ma il punto è proprio questo: Seinfeld riesce a scrivere la propria storia anche senza gli elementi di cui la maggior parte delle Serie Tv si sono serviti, tra cui quello dell’amore.

In ognuna delle comedy che abbiamo visto, infatti, la struttura rimane sempre la stessa: un gruppo di trentenni, un amore sofferto, uno normale, e una morale di fondo che ci porta ai saluti definitivi in cui tutti vivono felici e contenti. La maggior parte dei prodotti che hanno scritto la storia dopo Seinfeld presentano questi elementi: Friends, How I Met Your Mother, The Big Bang Theory, New Girl. Tutti siamo innamorati di queste storie, ma il punto è che necessitiamo anche di quel che racconta Seinfeld perché è in grado di farci staccare, allontanandoci da quella vita perfetta in cui, in un modo o nell’altro, tutto ha una soluzione, un perché e un lieto fine. La Serie Tv di Seinfeld e David non ha alcuna intenzione di proporre questi racconti, preferendo a tutto questo il percorso di alcuni giovani trentenni che non vogliono imparare nulla, e che disconoscono totalmente la morale. L’assenza di questo elemento li porta a essere personaggi liberi, totalmente fuori dagli schemi non solo delle Serie Tv, ma anche della vita reale.

Seinfeld

Guardare Seinfeld significa infatti approcciarsi a un prodotto in cui tutto rimane com’è, senza mai subire alcuna modifica. Perché non tutti siamo destinati a cambiare in meglio o a imparare dagli errori. A volte commettiamo dei disastri soltanto perché è giusto così, e non sempre questi hanno l’obiettivo di riscrivere le leggi della nostra vita portandoci a un’illuminazione che risolve i nostri problemi. A volte sono solo errori, e non mezzi attraverso i quali cresciamo, e in questo senso Seinfeld è sincera, non ci racconta menzogne che ci illudono che le cose miglioreranno. Per questo stesso motivo l’amore, in questo prodotto, non ha alcuna funzione se non il farsi compagnia a vicenda. Perfino la morte di un personaggio non riceve alcuna nota profonda o drammatica: nascere è naturale esattamente come morire, dunque la naturalezza della serie risiede proprio nell’accettazione di tale evento, senza mai trasformarlo in qualcosa che porta i personaggi all’evoluzione.

Non vogliono imparare, non vogliono crescere, e non vogliono neanche una persona accanto che li blocchi dal prendere un aereo che li porterà lontano. Vogliono la libertà, e nessuno degli amori che cercherà di fermarli dall’ottenerla riuscirà ad attirare la loro attenzione, perché non sono programmati per l’amore, sono programmati per farci ridere con la loro inadeguatezza, per farci storcere il naso con la loro assurda apatia, per restituirci qualcosa che non troveremo con così tanta facilità in altri prodotti.

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Con Seinfeld rideremo, rideremo a crepapelle, ma mai grazie a degli eventi che ci ricordino qualcosa legato all’amore o, più in generale, ai sentimenti. L’amore può essere destinato anche ad altre persone oltre al proprio partner, ma loro disconoscono perfino quel tipo di sentimento. Non amano i loro amici, passano soltanto del tempo con loro per tenersi impegnati e lontani dalla noia della vita, nessuno cercherà di insegnare all’amico qualcosa o lo salverà da una situazione problematica, sono tutti troppo impegnati nel curare il proprio giardino. Non sarà mai semplice in questo senso cercare di scovare qualcosa capace di renderli vulnerabili, forse addirittura impossibile, ma sarà semplice ridere abituandosi a questo universo così apatico. La storia che Seinfeld scrive disconosce qualsivoglia tipo di empatia, cercando nell’imperfezione una storia che non è altro che un susseguirsi di eventi che, piano piano, formano poi il totale dell’esistenza.

Ed ecco, nella sostanza, quel che è Seinfeld: una somma di eventi che, alla fine, prendono forma e creano una storia che non vuole essere ricordata o idolatrata, ma semplicemente esistere e dire quello che nessuno aveva mai detto davvero sull’esistenza: che non sempre vuol significare qualcosa, ad esempio. Viviamo in un mondo in cui tutto ha un significato e una spiegazione logica, un elemento che ci fa infuriare ogni qualvolta non rispetta le leggi della moralità, e guardare Seinfeld può essere – per questo motivo – terapeutico. Per un attimo ci allontana da tutto quanto, portandoci a ridere senza chiederci perché, senza l’utilizzo forzato di un argomento ampiamente sdoganato come l’amore. Se abbiamo voglia di quello sappiamo già dove andare, ma se abbiamo bisogno di una risata leggera tra amici, quelli che sappiamo non giudicheranno mai, allora sappiamo che Seinfeld sarà ancora lì pronto ad aspettarci e a spiegarci, senza prendersi troppo sul serio, che non è importante quale errore abbiamo commesso o quanto l’amore ci stia devastando, probabilmente scopriremo di saper dimenticare e che tutto quello che stiamo provando in realtà non ci insegnerà assolutamente nulla, quindi tanto vale riderci su, e farlo di gusto.

Gli amanti di How I Met Your Mother e dell’amore si preparino dunque a conoscere qualcosa di lontano dalla razionale ricerca dei significati di Ted, facendo così spazio a quel che di razionale non ha nulla. Si preparino ad abbandonare il concetto di amore romantico per far posto al racconto di un amore che non serve a niente, se non a fare qualcosa durante il giorno condividendo alla fine della giornata lo stesso letto. Si preparino a ridere senza saperne il perché, conoscendo così uno dei principi più liberi dell’esistenza che spesso dimentichiamo: le migliori risate sono quelle di cui disconosciamo la ragione. Quelle con i crampi alla pancia e l’unica certezza di non conoscere assolutamente nulla del futuro, e neanche di noi stessi.

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