Un giorno è capitato che decidessi di sdraiarmi sul divano e iniziassi a guardare Sense8.
Ed è stato subito amore. L’avevo sentito nominare qui e là e mi aveva incuriosito parecchio, così ho pensato Ma perché no? Alla fine dare una possibilità alle sorelle Wachowski (ma di loro parliamo dopo) è il minimo. Ancora non lo sapevo che razza di regalo stessero per farmi le due cineasta in questione. Così, quando ho approcciato il primo episodio di Sense8 (Limbic Resonance; Risonanza limbica) non è che fossi proprio a corto di informazioni, ma nemmeno conoscevo un granché della serie.
Ciò che sapevo corrisponde grossomodo a questo: all’improvviso, in giro per il mondo, otto tizi (di differente estrazione sociale, culturale, religiosa, con differenti gusti sessuali) cominciano a essere connessi telepaticamente. Punto, fine della fiera. Insomma, capite da voi che con queste basi si poteva andare solo in due direzioni diametralmente opposte: un prodotto di ottimo valore o un disastro totale. Le firme di Lily e Lana Wachowski mi hanno fatto pensare si protendesse più verso la prima direzione, così mi sono abbandonata al primo episodio di Sense8.