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5 cose che hai pensato dopo aver visto la prima puntata di Sense8

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3) Connessioni umane

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Una cosa che ho trovato veramente bella è questa cosa della connessione. Connessione è una parola che, al giorno d’oggi, sentiamo pronunciare quotidianamente. Connessione è un legame, “un’intima unione fra due o più cose”. Cose, appunto. È raro il caso in cui tale lemma venga utilizzato in riferimento agli esseri umani. Eppure, questa idea è talmente radicata nel nostro modo di pensare che risulta evidente cosa stia accadendo: questi esseri umani si sono improvvisamente connessi. Vogliamo chiamarla telepatiaempatia di livello superiore, affinità elettiva? Chiamiamola come vogliamo, ma penso sia proprio bella l’idea che degli esseri umani tra loro sconosciuti, che vivono in diverse condizioni di esistenza, in differenti parti del mondo, che, di primo acchito, non hanno nulla a che spartire gli uni con gli altri, possano connettersi e sentire ognuno quello che sente l’altro. Insomma, quello che intendo dire è che, al di là della trama e dell’evoluzione che essa avrà, è proprio bello che ci vengano mostrate – in un modo esasperato, ok, ma cosa importa? – delle persone che “sentono” altre persone. Che l’umanità è, in qualche modo, legata a se stessa. Non a caso il secondo episodio s’intitolerà: I Am Also a We (Io sono anche noi). Ricordiamo una citazione della serie: “Che significa essere ‘umani’? Essere capaci di ragionare, immaginare, amare o soffrire? Se è questo, noi siamo più umani di quanto un umano potrà mai essere“. Ecco, tutto qui.

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