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Il concetto di risonanza limbica in Sense8

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Si definisce risonanza limbica la capacità di un soggetto di mettersi emotivamente nei panni di un altro individuo fin quasi a condividerne le emozioni. Il concetto è di per sé molto affascinante e le sorelle Wachowski, che hanno dato prova di essere interessate alle capacità quasi sovrannaturali della mente umana, non si sono lasciate scappare l’occasione di usare questo concetto per una nuova sceneggiatura. Sense8 vede il suo esordio su Netflix nel 2015 e fin da subito conquista una notevole fetta di pubblico.

La serie costituisce un progetto ambizioso: Sense8 è ambientata in otto location diverse e racconta la storia di altrettanti protagonisti. Diverse vite, diversi orientamenti, diverse etnie, diverse religioni, questi otto individui ci permettono di fare letteralmente il giro del mondo. Perché il termine “individui” in questo caso non risulti improprio, è necessario una importante precisazione: ciascun protagonista è una persona dalla spiccata individualità, ma allo stesso tempo caratterizzata dalla totale assenza di individualismo. Capheus, Nomi, Sun, Kala, Lito, Riley, Will e Wolfgang sono dei “Sensate” cioè individui così sensibili l’uno nei confronti dell’altro da essere quasi interscambiabili.

La serie racconta quindi come vivono questi super esseri umani, capaci di connettere i pensieri, condividere le conoscenze, mettere a disposizione ricordi e abilità. Questa connessione telepatica di intenzioni ed emozioni influenza inevitabilmente le loro esistenze, in un primo momento sconvolgendole, ma successivamente arricchendole. Inutile dire che la loro speciale empatia è una caratteristica che li avvicina in maniera pericolosa a dei supereroi e ben presto gli otto protagonisti si ritroveranno di fronte alla necessità di difendersi l’uno con l’altro. Se anche uno solo dovesse cadere sarebbe facile prenderli tutti.

Sense8

Le sorelle Wachowski avevano già dimostrato con Matrix che fantascienza e umanità non sono concetti poi così distanti fra loro come potrebbe sembrare. Nel loro celebre film l’essere umano si serviva di avanzate forme di tecnologia per alterare la realtà, in Sense8 si racconta di come la realtà possa comunque venire piegata, ma senza l’aiuto di futuristiche pillole, bensì solo grazie alla sensibilità umana. Ecco quindi che l’empatia diventa il superpotere di questa ristretta cerchia di persone incredibili.

Sense8 dimostra, grazie alla risonanza limbica, come la diversità sia la vera ricchezza (nonché la salvezza) di questo mondo. La capacità di condivisione empatica e telepatica di questi individui sarebbe nulla se non fossero così diversi fra loro. Se ognuno di loro non portasse se stesso all’interno di quella che nella serie viene definita la cerchia, molte situazioni sarebbero state fatali per l’intero gruppo. Sense8 è un inno alla diversità, alla protezione delle caratteristiche di ciascuno, è l’esaltazione delle abilità individuali che, se messe a disposizione di altri, possono essere la vera ancora di salvezza per qualcuno.

E ancora, la risonanza limbica in Sense8 è vista come la più nobile delle forme d’amore e così parlando di razzismo, religione, famiglia, tradizioni, politica, orientamento sessuale e libertà ciascuno dei protagonisti imparerà ad amare l’altro semplicemente perché davvero riesce a mettersi nei suoi panni. Perché riesce a vivere otto vite amandole come se fossero la propria. Questa speciale empatia è la più grande ricchezza del genere umano perché mette a confronto diverse società e culture, sottolineando come i diritti umani non siano sempre tutelati dal luogo di provenienza, ma possono esserlo dalle persone. La telepatia dei Sensate non va al di là del tempo, ma trascende il luogo, dando una libertà inaspettata ai protagonisti che possono essere letteralmente in qualsiasi posto in qualsiasi momento, basta vogliano stare insieme.

È grazie alle capacità dell’Homo Sensorium che possiamo prendere coscienza di come l’empatia, quella che in Sense8 viene appunto definita risonanza limbica, sia la parte più sana dell’uomo perché capace di garantire all’altro alcuni fra i suoi bisogni primari. Il bisogno di sicurezza, affetto, appartenenza, protezione, successo e realizzazione sono tutti possibili grazie a un po’ di amore reciproco, grazie a quel minimo di sensibilità che ci permette di sintonizzarci sulla stessa lunghezza d’onda dell’altro da sé. Non a caso il villain della serie, il misterioso Whispers è proprio colui che non li capisce, che vuole togliere loro la libertà, quello interessato a studiarli in virtù del fatto che sono diversi.

La serie ci insegna, fra le righe, che ognuno di noi può essere nella cerchia. Ognuno può salvare il suo simile, ma solo se saprà guardarlo con occhi empatici e sensibili, solo se saprà apprezzarne le diversità, considerandole un valore aggiunto.

Sebbene la serie non abbia avuto un epilogo fra i più felici (leggi qui per saperne di più), le prime due stagioni di Sense8 sono un inno alla libertà, alla diversità, all’amore e soprattutto all’umanità e il pubblico ha saputo cogliere tutti questi aspetti volutamente enfatizzati nella narrazione delle sorelle Wachowski, amando la straordinarietà di questa serie e capendone il messaggio intrinseco. Chi non l’ha vista prenda seriamente in considerazione l’idea di recuperarla. Grazie al sapiente uso di musica, montaggio e scenografie mozzafiato, Sense8 riesce a creare un coinvolgimento emotivo con il pubblico davvero raro in una serie tv, nonostante le tematiche delicatissime di cui tratta.

È un’immagine quasi consolatoria quella che le registe ci regalano con la loro risonanza limbica: le persone diventano come degli strumenti musicali e le onde sonore che emettono si riverberano anche sulle corde emotive di altre persone. È in questo modo che questi otto strumenti si accordano perfettamente, dando vita a una melodia tanto speciale quanto lo è l’essere umano.

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