“L’arte è amore reso pubblico”
A pensarci bene era racchiuso già in quel monologo di Hernando davanti ai suoi alunni, nell’episodio speciale tra prima e seconda stagione, il senso ultimo di Sense8. Nella sua descrizione, tesa a enfatizzare la connessione emotiva e spirituale di due uomini (lui e Lito) intenti a celebrare l’amore, c’era già tutto del messaggio che la Serie sta inviando al mondo da ormai tre anni. E che si rinnova, raggiungendo il suo picco più alto, in quest’ultimo atto. Amor Vincit Omnia sarà pure un titolo sdoganato, “banalizzato” da secoli di storia e aforismi, ma quando è rappresentato così come lo rappresenta Sense8, assume un significato del tutto diverso. Non un modo di dire fine a sè stesso, ma l’esatta essenza.
Ed è tutto ciò che conta.
Potremmo parlare a lungo della strepitosa regia (d’altra parte Lana Wachowski non è nata ieri). La scena della tentata fuga di Wolfgang dal laboratorio della CBO rappresenta l’esempio lampante dell’attenzione riservata all’action da questa Serie. I continui ribaltamenti di campo contribuiscono ad alimentare il carico di tensione e non è l’unico caso in cui la macchina da presa gioca sull’emotività del contesto. Basti pensare alle scene con I Feel You dei Depeche Mode in sottofondo (una nuova colonna sonora dopo What’s Going On) o a quella delle scorribande nel centro storico di Napoli.
Potremmo parlare di quanto riesca a essere solida la scrittura, malgrado la necessità di condensare una parte consistente della storia in circa due ore e mezza. Si è riusciti ad arricchire il background di Wolfgang, protagonista del primo vero twist dell’episodio, con un tassello importantissimo relativo alla sua infanzia; lo stesso è stato fatto con Whispers, allorchè la parentesi sulla Laguna, guidata proprio dalla madre psichica di Milton, ci ha permesso di delineare il ritratto di un villain non banale e di venire a capo della sua metamorfosi. Si è riusciti anche e soprattutto a contestualizzare il sacrificio di Angelica Turing, la madre degli 8 sensate protagonisti e del suo amato Jonas, la cui parabola assume veramente senso soltanto alla luce di questo finale.
Potremmo parlare di questo e molto altro, ma rischieremmo di impelagarci in tecnicismi che deviano da quello che vuole essere il messaggio di Sense8.
Non è un caso che, alla fine, la resa dei conti con Whispers e Lila Facchini, sia molto più rapida e sbrigativa di quel che ci si poteva attendere. Dopotutto, era importante fino a un certo punto. Era giusto che, nell’ultima mezz’ora, e per l’ultima volta, il palcoscenico fosse esclusivamente riservato a loro. Tutta la scena del matrimonio è un omaggio a quanti amano questa serie e, al contempo, una lezione di vita. Non banale e non retorica, visto i tempi che corrono.
Questa è una Serie dalle mille sfaccettature, e ognuno di noi ha modo di amarla per un motivo o per un altro. Abbiamo la tematica sci-fi (e ci mancherebbe avendo, le Wachowski, regalato al mondo una pietra miliare della fantascienza come Matrix); abbiamo un bel po’ di scene d’azione d’alto livello, come accennavamo in precedenza e abbiamo lo splatter. Ma abbiamo, soprattutto, una connessione spirituale ed emotiva con i valori perpetrati dalla Serie. Tutti, alla fine, ci facciamo trascinare dall’urlo di speranza di Will, Nomi, Wolfgang, Sun, Riley, Kala, Lito e Capheus.
Ciò che ci resterà più impresso di quest’ultimo episodio è la parabola di Wolfgang, condannato a essere un criminale – essendogli stato sottratto tutto ciò che rimaneva della sua famiglia (la madre) – e che è riuscito a cambiare il suo destino grazie all’incontro con una nuova famiglia. Ci resterà impressa la madre di Nomi che finalmente accetta la figlia per quel che è. Ci resterà impressa l’espressione di Capheus mentre mangia una fetta di margherita.
Resteranno impressi il commovente discorso di nozze di Amanita e Nomi e la NON scelta di Kala, tra Wolfgang e Rajan. Perchè l’amore, pur essendo democratica, non ha regole.
Anche in funzione di ciò diventa perfetta la scelta delle location. Parigi e Napoli (anche se molte scene sono state girate nella vicina, quanto splendida, Castellammare di Stabia) rappresentano, dal punto di vista simbolico, la perfetta commistione tra arte e amore, riuscendo a contenere tutte le (pur) infinite sfaccettature dell’una e dell’altra. La prima rappresenta l’amore ideale e assoluto, magico e patinato. L’altra, Napoli, è probabilmente l’espressione più alta dell’amore genuino, viscerale, in una parola, puro.
E l’ultima scena non poteva che essere quella, la più potente e iconica di tutta la Serie, L’amore e l’arte che si fondono nella classica orgia limbica, a ricordarci ancora una volta che “Sense8” è il titolo più sbagliato possibile. Perchè il cluster continua ad allargarsi ed è davvero dura asserire che sia composto dalle sole 8 persone dotate di poteri. Perchè il cluster comprende anche Amanita, Hernando, Daniela, Bug, Rajan, Munn e via dicendo. Perchè anche noi siamo parte del cluster.