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Sense8: una serie davvero originale

Wolfgang e LitoSul lato del rapporto con la propria identità sessuale troviamo Lito e Nomi. Lito è un famoso attore di Mexico City: questa storyline prende tutto un’altro tono, a volte divertente, a volte drammatica. Si tratta di un giovane e affascinante latino che è segretamente omosessuale, in una relazione con Hernando che però non è d’accordo con la sua riservatezza al riguardo. Nonostante questo lo aiuta a scegliere le sue “coperture”, colleghe attrici con cui si mostra ai paparazzi, tra cui Daniela che per ragioni inaspettate finisce a vivere con loro.

Meno riservata sulla sua sessualità è Nomi, perchè come dirà a Lito “The real violence, the violence I realized was unforgivable, is the violence that we do to ourselves, when we’re too afraid to be who we really are.”. Lei appare allo spettatore come l’incarnazione della diversità: è “diversa tra i diversi”, è trans e lesbica.

Nomi e Amanita

Nomi e Amanita

In una scena di flashback si vede Nomi allontanata malamente da un gruppo di omosessuali al suo primo Pride con la partner Amanita (interpretata da Freema Agyeman, Martha di doctor Who per intendersi), che però prende le sue difese, commuovendola. La sua “diversità” d’identità personale e sessuale, l’ha portata ad allontanarsi dalla famiglia innanzitutto, (che continua a chiamarla con il suo nome di battesimo, chiaramente non accettando la sua trasformazione), e da una società che la rifiuta, nella quale però si inizia a vedere un po’ di speranza:

“For a long time, I was afraid to be who I am because I was taught by my parents that there’s something wrong with someone like me. Something offensive, something you would avoid, maybe even pity. Something that you could never love. I was afraid of this parade because I wanted so badly to be a part of it. So today, I’m marching for that part of me that was once too afraid to march. And for all the people who can’t march… the people living lives like I did. Today, I march to remember that I’m not just a me. I’m also a we. And we march with pride.”

Socialmente Nomi in Sense8 incarna un altro ruolo outsider: l’hacker attivista, una delle poche cose che si conoscono del suo passato maschile, oltre all’indimenticabile amico/”collega” Bug che sembra anch’egli uno spiccato contrasto a ciò che è concepito come tipico. Queste abilità informatiche la porteranno poi ad essere un elemento prezioso allo svolgersi della storyline principale: dietro lo schermo del pc (ma non solo), riesce a esprimere la sua identità in tutta la sua grinta, libera dai filtri degli stereotipi. Lo spettatore viene poi portato a Nairobi, dove la società è destrutturata e non si incontrano istituzioni di potere ufficiali, e quelle poche che si vedono sono controllate da bande criminali più o meno organizzate.

La sanità che viene controllata da pochi, monopolizzando costi e qualità dei medicinali, rendendoli praticamente inaccessibili, a meno che non lavori per una di quelle bande. L’ottavo (ma non in ordine d’importanza) sensate Capheus si vede costretto a collaborare con i criminali che lo pagano in farmaci, essendo a conoscenza della malattia do sua madre.

Capheus

Povero Capheus, sempre con una pistola puntata alla testa

È anche noto come Van Damme per la sua passione per il personaggio, che è anche il nome dell’autobus che guida per lavoro. Quando Riley gli chiede perchè vivono in povertà ma hanno grandi televisori, lui risponde che “The bed keeps you in the slum. The flat screen takes you out.”. Certamente la serie ha un certo impatto visivo e uditivo: sensazioni date da un’enorme contrasto tra un’ambientazione e l’altra, tra una mentalità e l’altra, tra una società e un’altra.

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