9) Neanche l’argento può separarli – Laszlo e Colin Robinson (What We Do In The Shadows)
Cosa possono avere in comune un vampiro aristocratico, libertino e con un gusto discutibile per arredamento e giardinaggio, e un il vampiro energetico più noioso della Terra? Non lo so e non è mio compito saperlo, eppure, insieme, Laszlo Cravensworth (Matt Berry) e Colin Robinson (Mark Proksch) creano una strana e irresistibile alchimia che è pura magia (o forse stregoneria, chi può dirlo?). Le discussioni banali non sono proprio l’hobby preferito dell’eccentrico Laszlo, ma sono il pane quotidiano (letteralmente) di Colin Robinson. Nonostante le differenze (o forse proprio grazie a esse), Laszlo e Colin sono un duo comico impareggiabile.
Laszlo è il vampiro elegante, sempre pronto a lanciarsi in avventure stravaganti. Mentre, Colin è l’ombra grigia che trasforma ogni evento in una noiosa riunione di condominio. Insieme, però, creano momenti di comicità surreale, con Laszlo che spesso si ritrova intrappolato nelle trappole verbali di Colin. Man mano che la serie progredisce, vediamo come questa bromance evolva, passando da una semplice tolleranza a una sorta di affetto bizzarro. Laszlo, pur essendo costantemente esasperato da Colin, si trova a sviluppare un certo attaccamento, addirittura rasenta quello paterno. E Colin, invece, trova in Laszlo una fonte inesauribile di energia da prosciugare, ma anche, stranamente, un amico. Tra le bromance nelle serie tv, quella tra Laszlo e Colin Robinson è la più stravagante, ma monotona. Piena di vitalità (per quanto possa essere vivo un vampiro), ma anche letargica. Nell’assurda combinazione di questi due personaggi, possiamo trovare una delle bromance più bizzarre, ma che stranamente funziona.
10) Una bromance di ripiego? – Alan e Walden (Two and a half men – Due uomini e mezzo)
Subentrato in sostituzione di Charlie, il personaggio interpretato da Charlie Sheen, Walden Schmidt (Ashton Kutcher) lega subito con Alan Harper (Jon Cryer) in un rapporto che ha un che di matrimonio combinato. La convivenza (emotivamente forzata da Alan) si impone come base per una bromance, il cui dramma ha un sapore vagamente da soap opera. La combinazione del perdente cronico e del miliardario dall’animo gentile (quasi ingenuo) fa diventare le ultime quattro stagione di Due uomini e mezzo un’esilarante esplorazione dell’amicizia al maschile. Cosa succede quando due uomini completamente diversi sono costretti a convivere? In qualche modo, diventano inseparabili.
Rispetto alle altre bromance nelle serie tv, la dinamica tra Alan e Walden si basa su un paradosso. Walden è talmente generoso che non riesce a dire di no a nessuno. Invece, Alan sfrutta ogni possibilità per restare attaccato alla vita lussuosa che non può permettersi. Eppure, nonostante tutte le volte in cui Alan si comporta da sanguisuga professionista, Walden continua a tenerlo accanto. Forse perché, in fondo, Alan rappresenta la normalità di cui Walden ha bisogno. Un promemoria che i problemi quotidiani possono essere semplici come cercare di pagare un conto (o evitare di pagarlo, nel caso di Alan).
Harper, con tutta la sua incapacità di gestire la vita, finisce per insegnare a Walden delle lezioni sorprendenti sulla resilienza, l’umiltà e, soprattutto, sull’arte di fare poco con tanto. Dall’altra parte, Walden offre ad Alan un rifugio, una famiglia surrogata e la possibilità di vivere una vita che Alan non avrebbe mai potuto immaginare (e di sicuro non avrebbe potuto permettersi). E se questo significa che Walden deve sopportare le stranezze di Alan, beh, è un piccolo prezzo da pagare per un’amicizia che, contro ogni pronostico, funziona.