7) The Walking Dead – Un mentore con la testa sempre sul collo
Ad oggi, forse ancora uno dei momenti più drammatici dell’intera serie, in attesa dell’inizio della settima stagione che, probabilmente, ci porterà all’apice di un nuovo cumulo di sensazioni.
Siamo al pedice di una frontiera. Il trofeo. L’ambito rifugio che può rappresentare un nuovo inizio: la prigione.
Quando le fredde porte di questa si chiudono, è difficile capire esattamente chi siano i prigionieri. Se chi vi stanzia, o chi vi è rimasto fuori.
Nonostante sia esplicato l’intento di volersi appropriare di un luogo vivibile per il proprio gruppo di sopravvissuti, ogni singola persona lì presente conosce le intenzioni del Governatore.
Tutti, tranne il suo stesso gruppo, costretto a venirne a conoscenza grazie all’affilata freddezza della lama di Michonne (di cui si è arroccato l’illecito possesso lo stesso Governatore).
Il discorso di Rick è toccante, smuove le coscienze e convince lo stesso Hershel, in ginocchio sul morbido prato che costeggia la prigione fatto di terra e sangue, che il tenace leader abbia imparato.
Ma il glaciale Governatore è attaccato alla vendetta come la ruggine al ferro di una lama che, dopo aver ricevuto il via dalla categorica accusa al fautore dell’appena concluso discorso (“Bugiardo”), recide di netto il capo del mentore del gruppo.