“Se vi chiedessero chi è il personaggio dello spettacolo più eclettico della televisione moderna, cosa rispondereste?”
In questo caso, probabilmente, la domanda risulterebbe troppo seria e richiamerebbe una risposta altrettanto seria.
Vi ripropongo la domanda in una maniera più consona al contesto: se vi chiedessero chi è il personaggio dello spettacolo che più opportunisticamente, da calcolatore, si è mosso per dare un’immagine eclettica di sé, cosa rispondereste?
Vi do una leggera suggestione, con un indizio che risale alla letteratura della seconda metà del 200′, quando l’anti-stilnovista Cecco Angiolieri prediceva l’arrivo di una piaga nefasta, di un infida scaglia di acciaio tra i simultanei ingranaggi della televisione degli anni 2000:
S’i fosse Maria, arderei il mondo;
s’i fosse Maria, lo tempestarei;
s’i fosse Maria, i’ l’annegherei;
s’i fosse Maria, mandereil’ en profondo.
Avete presente il cliché tipico delle ragazzine che, per poter frequentare il gruppo elitario del liceo fatto di ragazze che godono di una certa fama, si fingono sfacciatamente ed inverosimilmente più grandi?
Mi piace collegare il modus operandi imprenditoriale di Maria De Filippi a questa stessa dinamica. Strutturata al contrario.
La Maria a cui siamo ormai legati in maniera atavica ha rappresentato quell’anomalo caso di “anacronismo vivente” che ha generato intrattenimento poco costruttivo ma indubbiamente innovativo, il piacevole pugno nell’occhio di una poltrona dell’epoca vittoriana in un sample dell’Ikea: costantemente immersa in contesti giovanili, appunto, Maria De Filippi è stata il catalizzatore di alcuni dei momenti più bassi (pertanto anche più alti, vista la tendenza al capovolgimento del giudizio della nostra generazione dato dalla piacevole attenzione morbosa per il trash) della televisione contemporanea.
Diviene talent scout con “Amici”, passando per la magnanime impresa di gestire un’agenzia interinale per casi umani con “Uomini e donne”, per finire nello studio che ha ascoltato più storie umane di qualsiasi studio di terapia di coppia: quello di “C’è posta per te”.
E se la Maria più famosa d’Italia ed uno dei suoi programmi di punta facessero parte dell’universo delle serie televisive?
Tranquilli, non è la promo di una serie televisiva a spunto biografico di produzione italiana di basso rango.
Oggi vogliamo SOLTANTO portare a confronto forzato alcune delle più “problematiche” e rocambolesche coppie delle serie televisive ed assaggiare l’eterogeneo sapore di questo indecente frullato di contesti. Così da testare cosa ne verrebbe fuori.
Già, “soltanto”.
Queste sono le 10 coppie delle serie televisive che potrebbero partecipare a “C’è posta per te”.
1. Burke e Christina (Grey’s Anatomy)
– Burke: “Christina, sei diventata ciò che volevo diventassi?”
– Christina: “Io CREDO di volerlo diventare.”
– Burke: “Okay Maria, io esco.”
2. Ted e Stella (How I Met Your Mother)
– Ted: “E niente, Stella. Ti ho portata qui per ringraziarti, semplicemente. Ringraziarti per una scelta fatta col cuore, seguendo il tuo istinto e tornando sui rassicuranti passi del passato. Volevo ringraziarti, perché il tuo addio ha sbrigliato il destino, l’ha liberato dalle catene dell’inerzia e mi ha portato verso la luce del giallo di un agognato ombrello da pioggia.”
– Stella: “Sai qual è il colmo per un fiore di ortensia, Ted?”
– Ted: “Non dirlo.”
– Stella: “Essere piantato all’altare.”
– Ted: “…”