Abbiamo imparato a viaggiare provando la staticità del suolo sotto i nostri piedi.
Ormai siamo abituati a viaggiare stando fermi, stando seduti su una sedia o accovacciati sul divano come fosse il posto a sedere di un mezzo di trasporto che non pretende una tassa.
Il mondo della serialità televisiva ha offerto un supporto ormai basale all’intrattenimento sotto molteplici punti di vista: guardare una serie tv non ha mai significato aprire la porta ed invitare ad entrare tutto ciò che lo spettacolo avesse da offrire; guardare una serie tv ha sempre significato indagare sul campo pur non essendo sul campo, esplorare una situazione e la sua sede per capire da quale nuvola piovano le gioie e quale crepa nell’asfalto esali nausea.
Il cammino di un’avventura televisiva si fa percorrere, talvolta tanto velocemente da sollevare e sublimare nell’aria la terra dorata di una curva distesa della Louisiana, altre tanto lentamente che il presente diventa il passato di un omicidio che ha sconvolto l’America.
L’ambientazione, insieme con i suoi contesti, è la ragione per la quale l’immedesimazione dello spettatore è talvolta viscerale.
In alcuni casi, questo si addensa e prende forma quasi fosse un’entità.
A volte, le ambientazioni diventano personaggi.
Ecco dieci serie televisive in cui l’ambientazione ha fatto la differenza.
11.22.63
Il viaggio nel tempo di Jake è un presupposto salvifico le cui sfumature sono variegate come le variabili di un passato che non vuol essere cambiato.
Quelle sfumature sono anche il risultato di una circostanza che nasce da un luogo prima che da “un tempo”.
Jake girerà attraverso le estreme temperature del Maine e del Texas, per poi stabilirsi nella più umida ed afosa Dallas; nel lavoro particolarizzato che consiste nella riproduzione di uno scenario che dai libri di Stephen King è meticoloso a dir poco, il clima del luogo è un contorno fedelmente riconoscibile e che fa da cornice ad un più studiato ricalco delle disposizioni sociali di quei tempi.
Dai preconcetti sessuali alla segregazione razziale degli anni sessanta del XX secolo, lasciando comunque trasparire un’idea complessivamente positiva della decade di riferimento, i cenni storici fanno da conduttore e quasi espediente per rendere un’idea di ambientazione ancor più radicata, quasi vivibile, allo spettatore.