L’ambientazione di Lost è metafora di genesi, peccato originale e nascita del male come risentimento verso il premiato onore del bene.
Un’isola tropicale che ha visto una sola origine ma centinaia di conclusioni, chiusure di esperienze condivise che hanno rappresentato il premio di uno scopo altrimenti assente.
L’oro e il cristallo di sabbia e mare che vengono a contatto, il grigio metallico di una botola coperta dal verde muschio di un bosco troppo fitto così che possa nascondere il vaso di Pandora che vi si cela nelle intercapedini, e proteggere l’ignaro mondo dallo squilibrio.
L’isola di Lost è stata il “tappo” stretto sopra la fonte di quel caos che spinge per trapelare. Un ambiente torrido che si sforza di essere ostico per testare il sacrificio, ma che mostra tutta la sua solitudine quando permette perfino ad un orso polare fuori posto di tenerle compagnia.
