Vengono cancellate sempre le serie tv migliori. Avrete letto quest’affermazione in qualsiasi community di appassionati di serialità televisiva e, nella maggior parte dei casi, non si può negare che sia così. Seguendo infatti i meri parametri oggettivi, la qualità di una serie tv è data dal perfetto e bilanciato equilibrio tra fotografia, sceneggiatura e recitazione, tutti elementi raggiungibili attraverso un cospicuo investimento da parte delle corrispettive case di produzione. Le serie tv su cui si investe di più sono quindi (potenzialmente) quelle dalla maggiore qualità , e quindi le migliori. Al crescere degli investimenti devono tuttavia corrispondere necessariamente determinati parametri numerici, dati cioè dalla quantità di ascolti e consensi, senza i quali risulta impossibile per i produttori proseguire quell’investimento. La maggior parte delle serie tv cancellate sono quindi dei prodotti dall’ineccepibile qualità , il cui divario tra capitale investito e quello guadagnato non ne ha però permesso la continuazione.
L’enorme potenziale di queste 10 serie tv cancellate le rendono un rimpianto che probabilmente non supereremo mai, nonché le più ingiuste cancellazioni dell’universo seriale televisivo.
1) FlashForward
Andata in onda nel 2009 e cancellata l’anno successivo dopo una sola stagione, la serie fantascientifica FlashForward è tra i più grandi rimpianti dell’universo seriale televisivo, priva di un vero e proprio finale e con un enorme potenziale rimasto inespresso.
La vicenda ha inizio il 6 ottobre 2009, data in cui tutte le persone del mondo perdono i sensi nello stesso istante per 2 minuti e 17 secondi; in questo breve lasso di tempo, ognuno vede il proprio futuro in una premonizione, che gli mostra 2 minuti e 17 secondi del 29 aprile 2010. Tra questi, l’agente federale di Los Angeles Mark Benford (Joseph Fiennes) vede se stesso investigare proprio sul flashforward, raccogliendo dei dati su una lavagna. Partendo quindi da questa visione, comincia un’indagine sulle cause e sulla natura di quell’evento che ha coinvolto il mondo intero, confrontandosi con i colleghi e la famiglia sulla propria previsione e sulle possibilità che quel futuro si avveri o meno. La serie prodotta dalla ABC è tratta dall’omonimo romanzo del 1999, nato dalla penna di Robert Sawyer con lo scopo di offrire una riflessione sul libero arbitrio:
“Non vi è dubbio che nel mondo occidentale la maggior parte delle persone sia assolutamente convinta di essere dotata di libero arbitrio ( […] ) la tragedia greca muove proprio dall’assunto opposto: sostiene che i nostri futuri siano predestinati, che il nostro destino sia inevitabile. (…) Qual è la visione del mondo corretta?”
Quale sia la visione del mondo corretta per gli ideatori della serie David S. Goyer e Marc Guggenheim non è dato sapersi. I due hanno ammesso che la storyline era pensata per durare ben 7 stagioni, non andando però oltre la prima a causa degli ascolti non sufficienti a reggere la portata dello show.
2) 1899
Destino simile è quello toccato alla serie Netflix 1899, cancellata dopo appena una stagione nonostante i numeri da record raggiunti da questa, ritenuti tuttavia insufficienti a compensare i costi di produzione per una seconda (e terza) stagione; di tutte le persone che hanno iniziato la visione, soltanto poco più della metà sarebbe infatti arrivato agli episodi finali.
Ideata da Baran bo Odar, anche co-autore della serie di successo Dark (qui trovate le citazioni più iconiche della serie), 1899 non ha coinvolto fino in fondo il pubblico di Netflix a causa della complessità della vicenda narrata, caratterizzata dagli stessi salti temporali a cui ci aveva abituato sua sorella, a cui si aggiungono però riflessioni filosofiche e psicologiche ancor più intricate. Caratteristiche che tuttavia hanno coinvolto coloro i quali hanno invece apprezzato la serie tv tedesca, giudicandone quindi inaccettabile la cancellazione, tanto da far partire numerose petizioni nella speranza di riavere indietro la vicenda con protagonisti i passeggeri della nave Kerberos e di ricevere risposte alle numerosissime domande rimaste imperdonabilmente irrisolte.
3) My Name is Earl
Tra le serie tv cancellate che rimpiangeremo per sempre è impossibile dimenticare la comedy del 2005 My Name is Earl, amata tanto dal pubblico quanto dalla critica al punto da guadagnarsi ben 5 Emmy Awards nel corso delle sue 4 stagioni.
Cancellata dalla NBC dopo 4 stagioni, il network TBS si era detto interessato a proseguire My Name is Earl acquistandone i diritti, per poi ritornare sui propri passi dichiarando non solo che i costi di produzione sarebbero stati troppo elevati, ma che un eventuale taglio al budget avrebbe compromesso l’integrità artistica della serie, confermandone quindi la conclusione definitiva.
L’amata serie ha per protagonista Earl (Jason Lee), un uomo non particolarmente onesto che, dopo aver vinto il biglietto della lotteria per poi smarrirlo un istante dopo, si convince dell’esistenza del karma e decide quindi di rimediare a tutte le malefatte della sua vita. Stila così una lista delle cattive azioni commesse negli anni nel tentativo di porvi rimedio, per scacciare definitivamente la sfortuna attirando la buona sorte attraverso buone azioni, aiutato nell’impresa dal fratello Randy (Ethan Suplee) e dall’ex moglie Joy (Jaime Pressly).
Quante buone azioni dobbiamo compiere per riavere My Name is Earl indietro?
4) United States of Tara
Anche United States of Tara è tra le serie tv cancellate nonostante la sua indiscussa qualità a causa dei bassi ascolti, che hanno decretato la chiusura della comedy dopo 3 stagioni.
Ideata dallo sceneggiatore premio Oscar Diablo Cody e prodotta (tra gli altri) da Steven Spielberg, United States of Tara segue la difficile vita della sua protagonista Tara (Toni Collette), madre di famiglia che soffre di un grave disturbo dissociativo della personalità , causato probabilmente dallo stress delle mura domestiche che condivide con il marito Max (John Corbett) e con i loro due figli ribelli Kate (Brie Larson) e Marhsall (Keir Gilchrist). Tara deve dunque destreggiarsi tra i suoi problemi mentali e le crisi tipiche dell’adolescenza dei suoi figli, oltre che con l’assenza del marito perennemente assorbito dal lavoro e il rapporto problematico con la sorella Charmaine (Rosemarie DeWitt).
La prima stagione della serie, andata in onda nel 2009, ha ricevuto due Emmy Awards, tra cui uno per la migliore attrice in una comedy andato alla protagonista Toni Collette, poi vincitrice di un Golden Globe per quello stesso ruolo. L’apprezzamento della critica non è stato sufficiente a salvare United States of Tara dalla cancellazione, restando un grande rimpianto per tutti gli appassionati della vicenda e del genere.
5) Doom Patrol
La cancellazione della serie della DC Doom Patrol (che però trovate ancora qui su Prime Video) pare sia dovuta alla fusione tra Warner Bros e Discovery, che entro l’estate porterà alla nascita di una nuova piattaforma streaming in sostituzione alla HBO Max. Il gruppo di supereroi è stato quindi costretto a fermarsi dopo 4 stagioni, con grande rammarico dei fan dell’universo DC.
La comic-series Doom Patrol racconta le avventure del team di emarginati metaumani guidati dal Dottor Niles Caulder (Timothy Dalton), riuniti nella Doom House a Cloverton in Ohio a partire dagli anni ’50. Il team è composto da Cliff Steel (Brendan Fraser), l’Uomo Negativo (Matt Bomer), Crazy Jane (Diane Guerrero) e Victor Stone (Joivan Wade), supereroi introdotti dalla serie tv Titans nell’episodio intitolato proprio Doom Patrol. Entrambe le serie tv create per la piattaforma statunitense DC Universe sono state cancellate dopo 4 stagioni per i motivi già citati, decisione che, come dichiarato dal Presidente dei DC Studios James Gunn “precede il nuovo regime DC”.
Spiegazione che tuttavia non colma il vuoto lasciato dalla cancellazione.
6) Altered Carbon
Con un costo di produzione maggiore rispetto agli incassi, Altered Carbon è tra le serie tv cancellate dal catalogo Netflix che avrebbe senza dubbio meritato di esprimere il suo potenziale andando oltre le sue due stagioni.
La serie fantascientifica/cyberpunk è ambientata nel 2384 in ciò che rimane dell’odierna San Francisco. Nel futuro distopico rappresentato, l’uomo ha ormai raggiunto l’immortalità grazie alla digitalizzazione dell’identità , che gli consente di trasportare la propria essenza da un corpo a un altro per l’eternità . Tuttavia non è possibile scegliersi il nuovo corpo, rendendo impossibile individuare quale sia la propria vita precedente. Protagonista della vicenda è il guerriero Takeshi Kovacs (Joel Kinnaman), ritrovatosi dopo la sua morte nel corpo dell’agente di polizia Elyas Riker per volere del facoltoso aristocratico Laurence Bancroft (James Purefoy), che sceglie di ingaggiare Kovacs per fare chiarezza sulla propria ultima morte corporale.
Inizialmente pensata per diventare un film, Altered Carbon non è risultata una storia particolarmente appetibile per gli studios cinematografici, non incontrando tuttavia neppure l’interesse delle grandi masse, abituate a prodotti più immediati e dalla natura meno complessa della serie ideata da Laeta Kalogridis.
7) Dollface
La serie comica con risvolti romantici Dollface ha avuto il grande pregio di poter vantare del talento comico della sua protagonista Kat Dennings nei panni di Jules, e di straordinarie guest star del calibro di Margot Robbie (anche produttrice della serie), Macaulay Culkin e Shay Mitchell. Nonostante le premesse, la serie prodotta dalla Hulu non è mai decollata, incontrando la cancellazione dopo appena due stagioni.
La storia racconta il ritorno alla vita da single di Jules, rimasta completamente sola dopo la fine di una lunghissima relazione che l’aveva allontanata dalla vita mondana e dalle amicizie. Riconquistarsi la fiducia delle vecchie amiche risulta però più complesso del previsto, riuscendo a fatica a inserirsi nella nuova realtà fatta di social media e di party esclusivi. Su questa struttura si innestano quindi le (dis)avvenuture grottesche di Jules, che trova in un gatto il suo spirito guida. La leggerezza e godibilità della serie distribuita in Italia nel 2019 su Disney+ non è bastata a ottenere il rinnovo per la sua terza e ultima stagione, restando quindi priva di una conclusione e, soprattutto, un grosso rimpianto.
8) The Last Man on Earth
Il calo di rating costante dalla prima alla quarta stagione ha decretato la cancellazione della serie comedy post apocalittica The Last Man on Earth, rappresentando un grosso rimpianto per la mancanza di un finale vero e proprio alla vicenda di Phil Miller.
Interpretato da Will Forte, Phil Miller è l’ultimo uomo rimasto in vita dopo che una pandemia ha ucciso tutti gli abitanti della Terra. Intenzionato a cercare altri sopravvissuti, il protagonista vaga per gli Stati Uniti per poi rendersi conto di esser rimasto solo; sceglie quindi di tornare nel suo paese di origine e di togliersi la vita, finché non appare sulla sua strada Carol (Kristen Schaal), una donna della quale non si sarebbe potuto innamorare neppure se fosse, come si suol dire, l’ultima donna rimasta sulla Terra. Essendo però letteralmente così, i due devono necessariamente unirsi in matrimonio nel tentativo di ripopolare la Terra, per poi rendersi di conto di non essere soli quanto pensavano.
Accolta positivamente dalla critica, neanche la buona qualità della comedy è riuscita a risollevarne le sorti e gli ascolti, che sarebbero addirittura dimezzati dalla prima alla quarta stagione.
9) Firefly
La cancellazione di Firefly dopo una sola stagione continua ancora a suscitare polemiche e indignazione dopo anni. Tra le serie tv cancellate ingiustamente, Firefly rappresenta forse il più grande rimpianto per tutti gli appassionati del genere e dell’universo seriale.
L’ex presidente della Fox ha dichiarato che cancellare Firefly sia stata la decisione più difficile in cui l’azienda sia mai stata coinvolta. Tuttavia il principale motivo per cui si ritiene che la serie sci-fi non abbia funzionato è da ricercare proprio nella modalità in cui la Fox ha scelto di mandare in onda gli episodi, stravolgendone cioè l’ordine originale; questo avrebbe non solo compromesso la coerenza della storia, ma avrebbe anche danneggiato l’approfondimento dei personaggi. Il tema portante della serie è la migrazione dalla Terra e la colonizzazione di nuovi mondi, seguendo quindi le vicende dell’equipaggio dell’astronave Serenity al comando del capitano Malcolm Reynods (Nathan Fillion). La vita a bordo della Serenity è tutt’altro che semplice e l’equipaggio deve fare i conti, oltre che con le leggi dell’Alleanza che governa la galassia, anche con le dinamiche interne al gruppo.
Dopo la prematura cancellazione della serie tv, l’autore ne ha diretto un sequel cinematografico nel 2005 chiamato Serenity. Una magrissima (e insufficiente) consolazione per quello che la serie sarebbe potuta essere.
10) High Fidelity
La cancellazione di High Fidelity è stata difficile da digerire persino per la sua protagonista Zoë Kravitz, che ha indirettamente accusato la piattaforma Hulu attraverso un pungente post in risposta alla sua collega Tessa Thompson. Quest’ultima si era detta dispiaciuta per la cancellazione della serie, ricevendo come risposta da Zoë: “Tranquilla. Almeno Hulu ha un mucchio di altre serie con protagoniste donne di colore che possiamo vedere. Ah no, aspetta”
La rivisitazione dell’omonimo film, a sua volta trasposizione del celebre romanzo di Nick Hornby, spostava infatti il punto di vista dal protagonista maschile della vicenda originaria a quello femminile di una donna di colore nella serie tv, narrando la vicende amorose di Robyn (Zoë Kravitz) e dei suoi fallimentari tentativi di incontrare l’anima gemella. Questo cambiamento ha tuttavia arricchito la vicenda senza risultare una forzatura dettata da mere strategie politically correct, incontrando quindi il pieno consenso del suo pubblico che non ha potuto fare altro che rimpiangerne la cancellazione, avvenuta senza alcuna dichiarazione specifica da parte del network ABC che ne spiegasse le motivazioni. Insomma, una serie di spiccata classe, ingiustamente cancellata.