7. Mr. Robot: da soli per vedere la verità
Già in un precedente articolo abbiamo attuato un parallelo tra Elliot di Mr. Robot e Neo di Matrix: in quell’occasione mettemmo in luce la tendenza di entrambi a perdersi in paranoie che poi si rivelano assai vicine alla realtà e il comune destino di “salvatori” che in un modo o nell’altro li riguarda.
Ora parleremo di un terzo aspetto che i due hacker condividono, il quale riveste un’importanza capitale nelle loro storie… Sia Neo che Elliot, infatti, tendono a isolarsi e a restare soli con le proprie idee, almeno fino all’incontro con i rispettivi mentori (Morpheus per il primo e Mr. Robot per il secondo, anche se qui la questione è più complicata) che li introducono nelle nuove microsocietà di cui faranno parte, formate dall’equipaggio della Nabucodonosor e dagli hacktivisti della fsociety.
Neo vive praticamente alienato dal resto del mondo, chiuso in un appartamento in penombra dove l’unica luce visibile proviene dallo schermo del computer; ogni tanto riceve la visita di qualche cliente venuto a richiedere i suoi servigi da pirata del web, ed è tutto.
Elliot non è così emarginato: i vari disturbi di cui soffre (depressione, dipendenza dalla morfina, allucinazioni e deliri) lo portano per forza di cose a preferire o comunque ad accettare la solitudine, ma se non altro si avvale dell’aiuto della psicanalista Krista e soprattutto ha una cara amica, Angela.
In ogni caso, i motivi che spingono sia lui che Neo a rifiutare la compagnia superflua sono due: perchè nessuno potrebbe capirli davvero, dato che hanno un chiodo fisso che la maggior parte della gente liquiderebbe come paranoia o preoccupazione inutile; e perchè essere soli permette loro di ragionare in autonomia, senza doversi piegare ai pareri altrui, senza sentirsi ripetere le solite false verità, senza essere costretti a un confronto con persone che hanno le menti chiuse e una benda sugli occhi.
Lo studio individuale e silenzioso della realtà non incatena Neo ed Elliot nell’oblio, ma paradossalmente li libera da ogni vincolo, ogni confine imposto dalle convenzioni. Ed è allora che entrambi si rendono conto che forse le loro idee non sono poi così folli.
Noi fan di Mr. Robot dobbiamo fare lo stesso: per vedere ciò che Elliot vede dobbiamo essere soli come lui e osservare ogni particolare del suo mondo con gli occhi di chi dubita di tutto tranne che della propria capacità di ragionare. In effetti non sarebbe male neppure seguire il telefilm di notte, per condividere con il protagonista le febbrili veglie nei meandri della rete…
Soltanto io penso che sarebbe un’esperienza interessante?… Ok, devo farmi una vita.
“Solitudine. Condizione di chi ha il difetto di dire la verità e di essere dotato di buon senso” (Ambrose Bierce)