7. Ridere della stupidità (South Park)
Non ci aspettavamo che la serie tv più pungente e rappresentativa dell‘assurdità della società attuale fosse a cartoni animati, vero? E per giunta che i personaggi di questo cartone fossero pupazzetti disegnati con semplici cerchi di diverse dimensioni!
Eppure i creatori di South Park (Matt Stone e Trey Parker) hanno operato il miracolo: irriverente fino all’incredibile, blasfema, ridicola e terribilmente geniale, la storia dei ragazzini dalle testone tonde ci ha tenuti attaccati allo schermo dai tempi dell’infanzia, quando la seguivamo solo per spirito di ribellione, all’età adulta, che ci permette di comprendere appieno il significato importante di molti spunti di riflessione nascosti nella trama.
Se alcuni episodi tendono a scadere davvero troppo nel demenziale e persino nel nonsense, altri si possono definire dei piccoli capolavori: ricorderete di certo le tre puntate raccolte sotto il titolo “Il bastone della verità“, in cui i bambini mettono in scena una parodia di Game of Thrones dividendosi in due fazioni, una a difesa della PlayStation 4 e l’altra dell‘Xbox One… In attesa del Venerdì Nero, una ricorrenza che negli Stati Uniti è più importante del Natale e del 4 luglio (se non sapete di cosa sto parlando, cercate “Black Friday” su Google e fatevi un paio di risate), Cartman e gli amici si scontreranno per decidere con quale dei supporti sopra menzionati sia meglio giocare. E organizzeranno una sorta di revival delle Nozze Rosse. Capite?
Anche il nostro misantropo è attratto da South Park, ma la perspicacia straordinaria di cui è dotato lo porta ad andare oltre l’intrattenimento e a interrogarsi sul messaggio che questa serie intende trasmettere: la stupidità dei ragazzini che bisticciano tra loro per futili motivi simboleggia la follia della società di oggi, pronta a fomentare guerre senza fine per colpa della religione, delle convenzioni, della politica o di un dannato prodotto commerciale.
Il problema è che se tali litigi possono suscitare un sorriso laddove siano creati da bimbi delle scuole elementari, al contrario appaiono aberranti quando appartengono agli adulti; non è un caso che i protagonisti di South Park siano dei ragazzini: hanno dieci anni ma assumono gli stessi atteggiamenti dei “grandi”, e questo per far comprendere al pubblico quanto la società sia da schernire e da compatire. E il misantropo lo sa bene.