La traduzione di un titolo straniero può determinare il successo del film o della serie tv nel Paese che l’accoglie. La traduzione non è mai letterale, diretta. Per fortuna. Non si traduce mai parola per parola da una lingua all’altra perché, senza tenere conto delle implicazioni sociolinguistiche e culturali, si rischierebbe di non trasferire il senso dell’originale. Ad esempio, in italiano abbiamo tradotto La casa de papel con La casa di carta perché nella nostra lingua il senso restava tutto sommato invariato. Il titolo in inglese, infatti, non è The house of paper bensì Money Heist. Una soluzione più adatta alla platea anglofona e che riesce a spiegare a colpo d’occhio la trama (qui trovate invece 9 Serie Tv che avevano inizialmente un titolo orribile). Ma oggi non vogliamo certo cimentarci in una lezione di linguistica. Non ci metteremo certo a spiegare il perché e il percome insiti in questa delicatissima operazione, che lasciamo volentieri agli esperti.
A volte però, con le migliori intenzioni, si rischia di toppare il titolo. Pensiamo a Eternal Sunshine of the Spotless Mind, un verso di Alexander Pope tradotto in italiano con Infinita letizia della mente candida, che purtroppo nella versione filmica è diventato Se mi lasci ti cancello. Una scelta difficile, certo, che non ha reso onore alla creatura di Michel Gondry, e che rimanda a un blockbuster di serie B. Ecco, è da questa considerazione che abbiamo deciso di avventuraci in una nuova avventura non richiesta e assolutamente inutile, tanto per provare un punto che non aveva nemmeno bisogno di essere provato: il titolo conta più di ogni altra cosa. Ma anche che la traduzione letterale fa schifo. In questo inizio di quella che si prospetta essere una torrida estate, abbiamo immaginato che il team di esperti traduttori venisse sostituito, causa vacanze, dallo stagista di un altro reparto. Lo sventurato, non sapendo dove mettere le mani, è ricorso un po’ all’intuito, un po’ alle reminiscenze delle lezioni di inglese e, ogni tanto, a Google Translate per tradurre i titoli di queste, sventurate, 100 serie tv. Invece di tenere conto di migliaia di implicazioni e sfumature e centinaia di fattori linguistici e socioculturali, lo stagista, in soli 15 minuti, ha dato vita al peggior incubo sia del traduttore, sia dello spettatore. Un cavallo ubriaco avrebbe saputo fare di meglio. William Shakespeare diceva che la rosa, anche se la chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. Beh, caro Willy, permettici di dissentire. Se Breaking Bad lo avessero chiamato “Cattiva Rottura”, siamo certi che più di qualcuno avrebbe avuto da ridire.
Ecco 100 serie tv, a casaccio e senza senso, tradotte a cetriolo di cane. Qui, invece, trovate 1000 Serie Tv descritte in 10 parole – Le trame come non le avete mai lette!
Game of Thrones: Il gioco dei troni, una riedizione medievale del celebre programma di Maria de Filippi.
Boardwalk Empire: Impero del lungomare, una storia di amori, sangue e contese tra i giostrai del litorale di Ostia.
Pushing Daisies: Spingendo margherite, una commedia urbana tra i bassifondi dello spaccio di fiori stupefacenti.
Californication: Californicazione, i Red Hot Chilli Peppers si sono già arrabbiati per la presunta appropriazione indebita, figuriamoci dinanzi la traduzione letterale.
Fleabag: Sacco di pulci, la storia strappalacrime di una barboncina sporca a cui nessuno fa la tolettatura.
House: Casa, un nuovo dottore dell’equipe del dottor Medici, volto storico dell’acclamatissimo Drammi Medicali.
The Wire: Il cavo, cioè il senso è quello, ma quanto suona male?
Peaky Blinders: Paraocchi a Punta, la curiosa storia di un fantino e del suo cavallo ossessionato da Madonna e dalla moda anni Ottanta.
Scrubs: Strofinare, lo stagista era indeciso se optare per la forma verbale o per il sostantivo “camice”. Male, stagista. Molto male!
Homeland: Patria, una miniserie molto italiana.
Prison Break: Evasione, la storia monella di Maria Teresa e del suo nuovo passatempo.
God Help Us: Dio ci aiuti, questa qua dovremmo già avercela in qualche convento del centro Italia.
The Boys: I ragazzi, ci sarà un maledetto motivo se hanno scelto di non tradurlo? O no?!
How I Met Your Mother: Come ho incontrato tua madre, suona più come un insulto. Non è tanto male rispetto a E alla fine arriva mamma ché, in fondo, mamma è davvero arrivata alla fine.
Banshee: Spiritello femminile lamentoso, presagio di morte sarebbe stato un titolo troppo lungo, neanche Lina Wertmüller sarebbe arrivata a tanto.
Preacher: Predicatore, un prete semina morte e panico tra i fedeli. Un momento: abbiamo un déjà-vu.
Person of Interest: Persona di interesse, la storia di un individuo ammaliante, affascinante e molto interessante.
Fringe: Frangia, il che spiegherebbe il look dell’altra Olivia.
Smallville: Piccola villetta, un family drama di amore e dolcezza nella periferia toscana.
Suits: Abiti, così, a caso, senza senso.
Modern Family: Famiglia moderna, l’inserto di giugno di Repubblica.
Jupiter’s Legacy: L’eredità di Giove, il quiz show di Rai1 diretto da un nuovo conduttore di nome Giove.
Doom Patrol: Pattuglia del destino, domani, in prima serata su Canale 5.
Squidbillies: Calamari, “verdi fritti” sarebbe un’aggiunta epocale, visto l’aspetto dei protagonisti.
Silicon Valley: Valle del Silicio, la storia del professore di chimica e delle sue scoperte.
The IT Crowd: La folla IT, il ritorno sulla Terra dell’alieno più famoso al mondo insieme alla sua gente.
The Punisher: Il Punitore, una serie tv con Pierfrancesco Favino e Sergio Castellitto.
Shameless: Svergognato, la storia di Peppino, un bimbo spensierato e della sua severissima nonna.
Mr. Robot: Signor Automa, fa già ridere così.
Justified: Giustificato, la storia di Marco della 3C e dei suoi infiniti tentativi di saltare le interrogazioni di fisica.
Deadwood: Legno morto o Mortolegno, lo stagista ha poco tempo da perdere.
Las chicas del cable, in inglese, Cable Girls: Ragazze via cavo, un titolo spudoratamente hotline. Nella realtà, per fortuna, al posto dello stagista c’era un esperto che ha optato per Le ragazze del centralino.
Gossip Girl: Ragazza del pettegolezzo, davvero terribile.
2 Broke Girls: 2 ragazze rotte.
This Is Us: Questi siamo noi, capite adesso perché Noi è stata la scelta più oculata?
Mad Men: Uomini pazzi, la prima serie tv con Renato Pozzetto.
Mindhunter: Cacciatore di menti, un’altra serie tv con Pierfrancesco Favino e Sergio Castellitto.
The Queen’s Gambit: Il gambetto della regina, a metà tra il nome della mossa originaria e una pubblicità della Golden Lady.
Daredevil: Scavezzacollo, qui lo stagista si è divertito un po’ troppo.
Westworld: Mondo occidentale, la prima serie tv con Mario Tozzi, da un’idea di Stefano Accorsi.
The Shield: Lo scudo, un dramma storico ambientato nel Palazzo Pontificio.
Curb Your Enthusiasm: Frena il tuo entusiasmo, che se lo leggete con la voce del doppiatore di RealTime fa ancora più ridere. Ehi amico!
Six Feet Under: Sei piedi sotto, una nuova docuserie tra tv verità e feticismi, da un’idea di Quentin Tarantino.
Bojack Horseman: Bogiacomo Cavaliere!
Freaks and Geeks: Maniaci e disadattati, ma hanno anche dei difetti.
Battlestar Galattica: Stella della Battaglia Galattica, Dwight Schrute, ora prova a ripeterlo mentre saltelli su una gamba.
Arrested Development: Sviluppo Arrestato, quello che succede dopo tanto binge-watching.
South Park: Parco Sud, l’epopea di una famiglia per bene bloccata in tangenziale.
Stranger Things: Cose più strane, da un’idea di Carlo Verdone.
Twin Peaks: Cime gemelle, ma più che tempestose.
Dark: Scuro, a questo punto, considerata l’impresa raccontata, lo stagista ha optato per La vedo scura.
Chicago Fire: Fuoco di Chicago.
Better Call Saul: Meglio chiamare Saulo, la storia dell’idraulico più desiderato dello Stivale.
True Detective: Detective Vero, e tanti altri casi verissimi.
Breaking Bad: Cattiva Rottura… e non aggiungiamo altro; tralasciando il fatto che avremmo avuto problemi con la tavola periodica.
Band of Brothers: Banda di fratelli, una commovente storia di periferia.
When They See Us: Quando ci vedono, il prequel di Quando si ama.
Black Mirror: Specchio Nero, un nome poetico, ma senza l’appeal della serie sci-fi.
Downton Abbey: Abbazia di Downton, quando l’argenteria la lucida il parroco.
Heartstopper: Fermatore di cuore, sì, la traduzione letterale fa schifo.
Dopesick: Malato di droga, e come ho perso la corsa della vita (cit.)
Mr. Bean: Signor Fagiolo!
Coupling: Accoppiamento, su “Rieducational Channel”.
Fullmetal Alchemist: Alchimista tutto metallo.
Skam: Vergogna, la docufiction basata sulla vita del signore che urlava “Maledetti!”.
Broadchurch: Ampia Chiesa, camere accoglienti e affaccio sulla scogliera.
Line of Duty: Linea di condotta, un’avvincete storia di un educatore intransigente.
Inside Job: Lavoro interno, il remake di The Office UK.
Burn Notice: Avviso di bruciatura, un crime drama intenso, avvincente, scottante.
Bless the Harts: Benedici i Cervi, uno spin-off sulla famiglia Lannister.
One Tree Hill: Una collina dell’albero, il prequel de La casa nella prateria.
Outer Banks: Banche Esterne, una avvincente spy story sul mondo dell’alta finanza.
Family Guys: Ragazzi di Famiglia!
Élite: altrimenti detto “Circoletto” perché “élite” indica l’insieme delle persone considerate più colte e autorevoli. Capite bene che è un po’ esagerato per descrivere i protagonisti della serie.
Dispatches from Elsewhere: Spedizioni da Altrove.
Locke & Key: Serratura e chiave, come Giacomo divenne fabbro, da una storia verosimile.
The Brokenwood Mysteries: I misteri del legno spezzato.
Cougar Town: Città del puma, ma no, quel “cougar” non è certo un animale selvatico.
Nip/Tuck: Pizzicare/rimboccare, una docuserie con Bruno Barbieri sui segreti dell’hôtellerie, con un focus particolare sui topper.
True Blood: Sangue vero, una nuova miniserie HBO sui dogmi delle religioni monoteiste.
SpongeBob SquarePants: Roberto Spugna dai pantaloni quadrati.
The Following: Il seguente, una storia di ossessione pericolosa.
Rogue: Il Furfante, domenica 13 settembre su Canale 5.
Better Off Ted: Meglio fuori Ted, perfetto per il titolo di un nuovo show con i consigli di Enzo e Carla su come indossare la camicia.
Glee: Giubilo, la storia di un coro della chiesa come tanti che vinse un talent show.
Midsomer Murders: Omicidi di mezzo, lo spin-off de Il Signore degli Anelli sui misfatti accaduti nella Terra di Mezzo quando Frodo non guardava.
Master Of None: Padrone di Nessuno, ma dov’è finita la sonorità quasi poetica?
The Walking Dead: Il Morto Che Cammina, 32, seguito dal sequel “Il morto che parla – 48″.
Your Honor: Vostro Onore, una serie con Stefano Accorsi. Ah, no, questo è stato fatto per davvero.
Gang Related: Imparentato alla banda, una storia di raccomandazioni familiari.
The Closer: Il più vicino, così, de botto e senza senso.
Sleepy Hollow: Cavo Assonnato, il sequel de Le ragazze via cavo (di cui sopra).
Hemlock Grove: Boschetto di cicuta, e 100 modi per non usalra.
Penny Dreadful: Centesimo terribile, tratta dalla storia vera di un commesso disperato.
Necessary Roughness: Ruvidezza necessaria, la storia del magnate che inventò la carta vetrata.
Black-ish: Nerastro, la prima miniserie sul brutto anatroccolo.
The Dick Van Dyke Show: Lo spettacolo di c***o di diga!
Get Smart: Fatti furbo, altro titolone che se leggete con la voce del doppiatore di RealTime fa ancora più ridere. Ehi amico!
Raising Hope: Alzando la speranza, lo avevamo già detto che la traduzione letterale fa schifo?
My Wife and Kids: chiudiamo con uno dei misteri irrisolti del cosmo. La sitcom con Damon Wayans è stata tradotta con Tutto in famiglia mentre All in the Family – la traduzione letterale dell’altra – è diventata prima Tutti a casa poi Arcibaldo.
Insomma, lo sapevamo noi, lo sapevate voi: la traduzione letterale fa schifo. C’era bisogno di provarlo? No! Lo abbiamo fatto lo stesso? Sì! Per ora è tutto, alla prossima follia non richiesta e per niente necessaria.