3) Unreal
Unreal fu una ventata di aria fresca quando andò in onda per la prima volta nel 2015.
Veniamo trascinati all’interno di un reality show fittizio, Everlasting, dove un uomo cerca tra le concorrenti la sua futura sposa. In particolare, si apre davanti ai nostri occhi il suo dietro le quinte, facendo emergere tutte le manipolazioni tipiche di un prodotto televisivo del genere. E a cadere nelle trappole dei produttori non sono solo gli spettatori, ma anche e soprattutto i suoi partecipanti, manovrati per raggiungere un solo obiettivo: aumentare gli ascolti. Il tutto è reso tramite un mix di dramma e mokumentary, che costruisce un resoconto sarcastico del modo di fare reality. In più, ci permette di entrare nelle infinite sfumature del comportamento umano grazie all’analisi dei suoi personaggi.
Nonostante l’intrattenimento non sia mai mancato, Unreal ha iniziato a perdere colpi già dalla seconda stagione. Un po’ com’è successo con 13 Reasons Why.
I temi dello spettacolo sono stati affrontati malamente, le storyline si perdevano e si inceppavano, le trame erano sempre più al limite e irreali. Così Unreal è stata svuotata di tutta la sua forza, fino alla cancellazione inevitabile. Ed è un peccato, perché se si fosse fermata a una stagione, la ricorderemo come un prodotto accattivante e irriverente.