4) Jessica Jones
Allo stesso modo di 13 Reasons Why, Jessica Jones fu una rivelazione.
Ci viene presentata un’eroina donna, del tutto diversa da quelli che avevamo conosciuto in passato. Infatti, Jessica è sfumata, piena di paure e dubbi, complessa. Anzi, lei non voleva nemmeno essere un eroe, perché non è detto che, avendo dei poteri, debba essere per forza coraggiosa, impavida e responsabile. Se la prima stagione funziona così bene, è soprattutto grazie a Kilgrave, uno dei migliori antagonisti che la serialità abbia mai visto, merito dell’incredibile interpretazione di David Tennant.
Peccato che Jessica Jones abbia compiuto l’errore fatale di ucciderlo. E pure banalmente e deludentemente. In questo modo la serie si è privata di un villain carismatico, amato, ben fatto e perfetta controparte della protagonista. Impossibile da rimpiazzare, la sua mancanza ha fatto emergere tutti i problemi della serie che lui riusciva a nascondere. La trama era lenta, la sceneggiatura confusa, la ripetitività degli eventi insopportabile, i personaggi secondari banali e senza interesse. Se l’orribile seconda stagione non ha nemmeno provato a inserire un villain, la terza ci ha regalato un cattivo interessante in Salinger, ma non ha possibilità di competere con Kilgrave. Ne l’ha Trish. E Krysten Ritter, nonostante la sua bravura, da sola non basta. Perché un eroe ha sempre bisogno di un nemico all’altezza da sconfiggere.