10. Shadowhunters
Ci sono serie tv che vanno viste assolutamente, che sono imperdibili per tutta una lunghissima serie di motivi, dalla storia, alle ambientazioni, agli attori, ai temi. E poi ci sono serie che mancano di tutte queste eccellenti qualità, ma che sono imperdibili comunque, anche se per altri motivi altrettanto importanti. Uno di questi è la rovinosa e magnifica arte dello Shipping. Per chi non lo sapesse (anche dubito che tra i telefilm addicted esistano ancora persone che non sappiano cosa sia una OTP), il verbo to ship indica “il coinvolgimento emotivo dei fan nel crescente sviluppo della relazione tra una coppia di personaggi di un’opera fittizia” (testuale da Wikipedia ma ecco un breve approfondimento). “Shippare” due personaggi (non nel senso di derubarli ma nel senso di volerli vedere insieme) è un’arte che richiede tempo, dedizione ed energie, che può regalare grandi soddisfazioni ma che allo stesso tempo può essere fonte di grande sofferenza. Sebbene ogni telefilm abbia un fandom e delle OTP precise, ci sono alcune serie tv che si prestano maggiormente a questo genere di attività, serie tv in cui il fan service è praticamente una caratteristica insita nello show stesso e serie tv che possono rivelarsi come un vero ed autentico paradiso per uno shipper.
Shadowhunters ne è un esempio lampante. Molti avranno già sentito questo nome, forse perchè la storia dei Cacciatori di Ombre non è nuova ai rifacimenti: in principio ci fu un film, Shadowhunters – Città di Ossa, del 2013, con protagonisti Lily Collins e Jamie Campbell Bower, un film segnato da un rovinosissimo riscontro negativo per pubblico e critica e che sembrava aver tappato per sempre il progetto di un adattamento della saga letteraria omonima di genere young-adult “Shadowhunters – The Mortal Instruments”, scritta da Cassandra Clare. Ma a quanto pare la casa di produzione Constantin Film, che detiene i diritti di sfruttamento dei libri, ha deciso di riesumare le avventure di Clary Fray e di portarle sul piccolo schermo. Mentre in Italia ed in generale in Europa la serie è distribuita su Netflix, in America Shadowhunters è soprattutto uno stratagemma di marketing, legato soprattutto alla rinascita del canale noto finora col nome di ABC Family, ora invece cambiato in Freeform, alludendo ai contenuti variegati e non necessariamente per famiglie. La serie (composta da 13 episodi ed in data odierna arrivata al suo 11° episodio su 13) unisce gli eventi dei libri Shadowhunters – Città di Ossa e Shadowhunter – Città di Cenere narrando le vicende di Clary Fray, una ragazza perfettamente normale che vive a New York con la madre e che si divide tra la scuola d’Arte e le uscite col suo amico Simon. Il giorno del suo diciottesimo compleanno però Clary assiste ad un omicidio che a quanto pare nessun altro oltre lei riesce a vedere.Quando torna a casa viene attaccata da un demone ma viene salvata da Jace, il ragazzo che aveva incontrato poco prima durante lo spiacevole evento. Jace è uno shadowhunter, metà umano e metà angelo che protegge i Mondani (ovvero gli umani) dai demoni. Clary scopre allora che esiste tutto un mondo fino a quel momento a lei sconosciuto, il Mondo Nascosto, di cui anche lei fa parte, popolato da angeli, mostri, demoni, lupi mannari, stregoni e vampiri. Insieme a Jace ed ai suoi compagni cacciatori di ombre Isabelle ed Alec, Clary intraprende un viaggio alla scoperta della verità su sé stessa e sulla propria vita. La trama è parecchio accattivante per chi ama il genere, anche se riecheggia forte l’influenza di saghe adolescenziali ben più famose (Twilight ad esempio). Ciò che caratterizza la serie è l’ambientazione urbana della New York contemporanea unita all’elemento fantasy di un universo misterioso ed esoterico all’interno del quale si svolgono le avventure di questi adolescenti metà umani e metà creature fantastiche. Purtroppo però la serie è, come dirlo in parole gentili, una trashata pazzesca (il perchè spiegato qui in dettaglio). Parte tecnica imbarazzante, dalla regia senza guizzi al montaggio a tratti senza senso, per non parlare degli effetti alla Once Upon A Time; ambientazione confusa e messinscena artigianale delle scenografie; recitazione di alcuni attori imbarazzante, teatralmente enfatizzata e che si prende troppo sul serio; la presenza di numerosissimi spiegoni che appesantiscono una narrazione già resa pesante anche nei dialoghi teoricamente più leggeri ed una tensione drammaturgica basata su deboli colpi di scena. Insomma una chiavica in parole povere. Ma non del tutto, qualcosa da salvare c’è. Se infatti sul piano pubblicitario la scelta di rendere la saga un prodotto seriale è azzeccata mentre a livello artistico tutto lascia un pò a desiderare, la cosa che però non manca per niente sono i momenti da batticuore legati ai protagonisti ed alle loro relazioni: Shadowhunters abbonda di OTP di tutti i tipi e per tutti i gusti, dai Clace ai Sizzy fino ai Malec, la coppia suprema di questo show, formata dal bellissimo Alec e dal magnetico stregone Magnus, una coppia che fa sciogliere i cuori anche dei più freddi ed insensibili.Shadowhunters sarà pure un prodotto debole e mal confezionato, ma di sicuro non ha la pretesa di essere il nuovo Breaking Bad, ma anzi si vende esattamente per quello che è: un telefilm leggero per teenagers con la passione per il fantasy. Siamo ancora alla prima stagione, quindi un margine di miglioramento c’è visto che ne è stata ordinata una seconda (per alcuni il motivo rimane un mistero), ma se anche la serie non dovesse migliorare rimane comunque un prodotto godibile e da guardare se si ha voglia di godersi 50 minuti senza impegno e senza sforzo, ma con la promessa di emozionarsi come dei tredicenni. Andiamo su, ogni tanto le trashate fanno bene alla salute, shippare fino alla morte fa bene alla salute (anzi non è vero, essere una fangirl è sinonimo di dolore) ed anche ridere di un prodotto leggermente brutto fa bene alla salute. Anche solo per ricordarsi che ogni tanto per ogni puntata di Game of Thrones c’è bisogno anche di una di Paso Adelante.