6. Marco Polo Venezia 1274. Un giovane ragazzo veneziano assetato di avventura e conoscenza inizia il suo viaggio verso quell’Oriente tanto lontano quanto misterioso. Un giovane che tornerà in patria soltanto 17 anni dopo e che racconterà tutto in un libro che più di sette secoli dopo è ancora citato come mirabile esempio di memorie, “Il Milione”. Un giovane veneziano di nome Marco Polo, uno dei più grandi esploratori della storia, un italiano che con i suoi viaggi e con i suoi racconti ha unito Occidente ed Oriente, due mondi agli antipodi per tradizione e cultura. Ma cosa sarà successo in quei 17 lunghi anni? E’ di questo che parla Marco Polo, la serie tv statunitense di genere storico ideata da John Fusco, distribuita da Netflix il 12 Dicembre 2014, composta da 10 episodi e la cui seconda stagione è attualmente in lavorazione. Quando si parla di una megaproduzione a sfondo storico il riferimento più immediato è ovviamente Game of Thrones: gli elementi di sesso&guerra (tra l’altro tipico della Starz, il network che doveva inizialmente produrre la serie) sono ormai due caratteristiche di uno stile ben preciso, e Marco Polo si configura infatti come una specie di gioco del trono condito in salsa wuxia, una miscela così particolare che funziona e coinvolge. Ovviamente il livello non è lo stesso del capolavoro della HBO, ma nonostante questo simili sono il respiro epico così come l’attenzione alla ricostruzione storica. Il giovane Marco Polo, al seguito del padre Niccolò e dello zio Matteo, intraprende un lungo viaggio che lo conduce fin nel cuore del potente impero Mongolo, presso la corte di Kublai Khan, nipote del grande Gengis Khan. Ostaggio nelle mani del Khan, Marco entra a far parte della corte del sovrano, immergendosi sempre di più nel cuore delle tradizioni e della cultura dell’Asia Orientale. Entrato nelle grazie del Khan, il giovane veneziano è testimone dei tentativi di Kublai di tenere insieme ed espandere ulteriormente il suo sterminato dominio, tra intrighi di corte, cospirazioni, lotte di potere e il conflitto in corso con l’ormai decadente Dinastia Song, ultimo baluardo del millenario impero cinese contro la potenza mongolica. A leggere così la serie sembra essere quasi un documentario, una traduzione visiva degli eventi narrati nel diario dell’esploratore, ma al contrario l’esecuzione è frutto di una visione che vuole essere romanzata e personale, anche se la splendida cornice e gli eventi generali restano fedeli a Madre Storia. Raccontando trame e personaggi che si dipanano tra giustizia, politica e guerre, Marco Polo colpisce per molti motivi, a partire dall’eleganza dei costumi, l’uso sapiente della fotografia, le magnifiche scenografie, i paesaggi esotici mozzafiato, le coreografie delle battaglie e dei duelli, l‘attenzione alla scelta del cast con attori di origine cinese, mongola, mediorientale ed italiana, che recitano tutti con accenti diversi, rimarcando ancora di più la multiculturalità e la sensazione della scoperta del diverso che da sempre si associano alla figura di Marco Polo. A questo proposito è un orgoglio per noi italiani il fatto che a prestare il volto ad una figura così importante per la nostra storia non sia stato scelto un attore a caso, ma un italiano vero che potesse conferire veridicità, il giovane Lorenzo Richelmy, perfetto nel rendere l’evoluzione di Marco da curioso e timoroso ostaggio a guerriero e consigliere sicuro di sé. Meritevole di menzione è anche la presenza di Pierfrancesco Favino nei panni del madre di Marco Polo, anche lui perfetto volto per un ruolo che non sarebbe stato possibile affidare ad un attore di nazionalità diversa. In generale tutti gli attori sono magnifici per la capacità di aver caratterizzato i loro personaggi senza renderli delle macchiette in stile Tudors o dei semplici profili presi da un libro di storia. La serie ha parecchi difetti da ricercarsi soprattutto nel comparto narrativo, dove la scrittura non sempre riesce a sostenere l’architettura della serie, con episodi a tratti lenti e dai risvolti confusi, ma sul fronte della ricostruzione Marco Polo è sicuramente un prodotto validissimo che vale lo sforzo produttivo messo in campo (per la serie infatti sono stati investiti ben 90 milioni di dollari!). La seconda stagione arriverà sulla piattaforma Netflix a fine anno: Marco Polo è un prodotto scorrevole e ben fatto, con alcune cadute di stile soprattutto se messo a paragone con altri giganti del genere, ma escluso questo resta una serie da recuperare assolutamente, anche solo per potersi sentire orgogliosi di essere italiani, di vedere gente italiana che se la cava alla grande in produzioni internazionali, o anche solo per ricordarci che anche noi italiani abbiamo avuto dei grandi eroi degni di una serie tv.