Dall’amaro allo sciapo
Il sapore che 1992 ti lasciava in bocca dopo la visione era molto simile all’amaro. In fondo ti era piaciuta, nonostante non fosse un prodotto da urlo e molte cose potessero essere rese meglio. Vi era però una speranza, dovuta al finale in crescendo, che lasciava aperte grandi possibilità a una seconda stagione di livello superiore.
1993 ha invece un sapore piuttosto banale; mancano gli elementi che possano spingere a vedere più di un episodio alla volta, che alla fine di ognuno ti facciano dire: “OMMIODDIO!” Invece a stento se ne riesce a vedere uno senza controllare quanti minuti manchino alla fine.
E il finale di Serie? Ovviamente aperto, avrebbe dovuto, secondo gli autori, lasciare col fiato sospeso, facendoti correre su Google a cercare informazioni su una possibile nuova stagione. E invece niente, finisce e stop. Ti scivola addosso senza lasciarti nulla e sei subito pronto a dimenticartene e a iniziare a vedere altro. Sciapo.
Vogliamo ancora crederci perché i prodotti italiani sono un po’ come nostri figli, diamo loro sempre una chance anche se li critichiamo per ogni minimo errore. Io voglio sperare e credere che quando tornerà avrà più passione e coraggio e, magari, un po’ più di umiltà; se così sarà, sarò felice di farmi raccontare anche il 1994.