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5 motivi per cui “Non uccidere” è la vostra nuova serie

Non uccidere
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Scegliere una nuova serie da iniziare, per chi ha poco tempo per guardarle, è sempre un’operazione complessa. A uno come me, poi, che non è nel trip del fangirling, manca anche l’interesse in tutto quel contesto comprensibile ma extra-narrativo: non tifo le coppie, non odio nessuno, non immagino scenari paralleli. Cerco solo una buona storia e basta: ben scritta, ben diretta e che incuriosisca.

Sui commenti altrui posso contare relativamente: è normale che i metri di giudizio siano diversi da persona a persona, come i gusti, quindi un possibile “WOW!” di qualcuno può essere un mio “Bleah!”. Non può bastarmi. E d’altra parte, se qualcosa mi accomuna con il fangirling di cui sopra, è l’odio assoluto per gli spoiler . Mi concedo di conoscere la trama di partenza, ma nessuno sviluppo ulteriore. E faccio ricerche su tutto il resto.

Scegliere una nuova serie è un’operazione delicata, l’ho già detto, e mi prendo tutti gli elementi possibili per non sbagliare: e la mia scelta stavolta è caduta su un prodotto completamente italiano. Sì, la bistrattatissima serialità italiana mi ha convinto a darle una chance, e dovrebbe convincere anche voi.

non uccidere Miriam-Leone nuova serie

Ecco i cinque motivi per cui, se avete voglia di una nuova serie, vi farete del bene scegliendo “Non uccidere” (sabato in prima serata su Rai 3 e sul sito della Rai tutte le puntate precedenti in HD). Neanch’io l’ho ancora iniziata, ma l’ho scelta: ecco perchè…

HOUSTON, ABBIAMO UNA RECENSIONE (LA SERIALITA’ ITALIANA ESISTE E CI SONO LE PROVE) – Il mio primo incontro con “Non uccidere” è stato su un foglio di giornale, completamente a caso. Un’immagine grande della protagonista (Miriam Leone, ma ci torneremo) e due recensioni di giornali che la glorificavano. E allora, direte voi? Beh, allora, se quelle recensioni sono dei giornali cartacei più letti in Italia (Repubblica, Corriere della Sera, ma ho trovato anche qualcosa sull’Espresso) i cui critici, affetti da raffinatezza estrema (la puzza sotto al naso, per i comuni mortali) non hanno mai dedicato mezza riga a “Don Matteo”, “Cesaroni” e compagnia cantante, allora vuol dire che ci troviamo davanti ad un prodotto diverso. Non migliore o peggiore, ma sicuramente non la solita serie italiana. E cercando altro ancora, ho trovato che gli stessi giornali, nelle loro edizioni online, si scusavano con “Non uccidere” per il pubblico italiano che non la capiva. Ok, c’è qualcosa che non quadra, voglio saperne di più…

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