2) Buoni e cattivi
Chi davvero indossa il famoso cappello bianco? Dopo 5 stagioni è molto difficile da stabilire e questo continuo cambio di fronte consente alla serie di procedere nel racconto senza intoppi, fornendo agli spettatori colpi di scena e inaspettati shock. Chi sono i buoni e i cattivi è imprevedibile da stabilire in uno show talmente dinamico da far cambiare schieramento ai personaggi più volte nel corso della storia. La morale è che nessuno è davvero solo buono o solo cattivo, gli avvenimenti possono rivelare il vero volto delle persone o cambiare radicalmente il loro comportamento; ci si può aspettare di tutto anche dal personaggio più improbabile. In Scandal nulla è scontato…forse anche Papà Pope nasconde due ali d’angelo dietro la schiena.
3) E pluribus unum?
Inizialmente Scandal iniziò il suo percorso come political drama, caratteristica che si è poi successivamente evoluta in thriller nel corso delle stagioni. L’impronta è però rimasta. Il personaggio sempre presente sullo sfondo è uno solo: gli Stati Uniti d’America. In ogni sua espressione lo Stato viene raccontato prima nel racconto delle elezioni, successivamente nella gestione dello stato, mostrando tutto ciò che avviene dietro il potere. Tutto è incastonato all’interno della storia. Vedere cosa c’è dietro l’elezione più importante del mondo oppure ipotizzare che vi sia una organizzazione segreta che gestisce tutto, tengono lo spettatore incollato. Il paradosso della storia è sempre e solo uno: nascondere la voglia di potere dietro il bene della nazione, usare ogni mezzo per ottenerlo e mantenerlo. Il vero segreto del successo per lo show è proprio mostrare l’ipocrisia del potere.
“Fitz: riecco il problema del potere, Rowan. È sempre difficile accettare di averlo perso.
Rowan: O capire di non averlo mai avuto”