LA STORIA DI UN AMORE (QUASI IMPOSSIBILE)
Tra omicidi e giochi mentali, c’è spazio anche per una love story. Quella tra Jane, of course, e l’agente Lisbon. Narrativamente, a detta di molte critiche, è una scelta indispensabile per due motivi: dare una pausa al tema importante del “drama” e, ancor di più, aprire a Jane la prospettiva di una vita felice. Dapprima il rapporto è più distaccato, con il capo dell’unità investigativa impegnata a tenere a bada il suo “consulente” ed evitare che metta a rischio le indagini. Poi i due si avvicinano sempre di più, Lisbon diventa l’unica vera confidente di Jane e lo aiuta a ritrovare la pace interiore. Non gli evita la maggior parte dei guai (anche perché altrimenti non sarebbe stato divertente, o sbaglio?) però fa breccia nella corazza protettiva che Patrick ha costruito tra sé e il mondo. Dopo l’omicidio di John il Rosso, Jane sparisce per due anni, Lisbon va avanti con la sua vita, ma nessuno dei due si dimentica dell’altro. L’ormai ex agente del CBI rifiuta anche una vita più semplice con un altro uomo pur di unire la sua strada con quella della persona che le ha stravolto completamente la vita. Ma che l’ha anche migliorata: come Jane, il passato di Teresa non è scevro di sofferenza e delusioni e questa similitudine tra i due e ciò che permette il manifestarsi del loro amore. Il matrimonio finale, per quanto molti lo possano giudicare eccessivamente sdolcinato e prevedibile, è la chiosa perfetta della loro storia.