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5 serie da guardare se sei un fan di Woody Allen

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Partiamo dal presupposto che chi sta scrivendo questo articolo è una fan accanita del grandissimo Woody Allen nonostante gli innumerevoli scivoloni della sua carriera. Poniamo come seconda asserzione il fatto che Woody Allen è quel genere di genio in grado di girare sempre lo stesso film da quarant’anni senza defidelizzare il suo pubblico ed il motivo è semplicissimo: l’autoreferenzialità. Un uomo intelligente, molto colto, pieno di ossessioni e manie che si ostina a voler curare parlandone con le persone, con gli analisti, tramite la macchina da presa, senza smettere mai di balbettare. Woody, i suoi personaggi e la sua intera filmografia rappresentano un disagio ben specifico di chi ha tutto ma non sta bene per niente ed al contempo questa sua insofferenza riguardo gli altri lo lusinga tanto da farne oggetto di narcisismo.

Questo è Woody e questo è di conseguenza il suo cinema.

Perciò, invece di proseguire per analogie registiche o per scelte stilistiche dettagliate, io proporrei di pensare ad un fan di Woody Allen come uno che va a cercare questo particolare tipo di ironia auto mortificante e narcisista che ha contraddistinto Woody Allen in tutti questi anni.

Daredevil

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I motivi sono molteplici: è ambientata a New York, in particolare a Manhattan, il protagonista è un uomo la cui fede è in contrasto con la sua moralità, il suo migliore amico fa battute alla Woody e il tema della cecità è stato affrontata nel film Hollywood Ending nel 2002.

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Procedendo con ordine, Woody Allen ha girato film al di fuori degli Stati Uniti soprattutto nel periodo del trittico (per me pessimo) di Vicky Cristina Barcelona (2008) Midnight in Paris (2011) e To Rome with Love ma fra tutte Woody ha una città nel cuore ed è New York. Le sue dichiarazioni d’amore per questa città sono infinite e la migliore è sicuramente Manhattan, uno dei suoi film più splendidi girato nel ’79.

Perciò Daredevil ha dal punto di vista dell’ambientazione un’importante punto di incontro con il cinema alleniano che viene rafforzato ulteriormente dalla figura di Foggy, il migliore amico di Matt, il protagonista supereroe cecato col fisico da paura.

Foggy sembra uscito da un teatro di cabaret di quelli che calpestava il giovane Woody prima di fare successo col cinema.

La sua è autoironia di alto livello che rimarca sempre l’intelligenza che lo contraddistingue. Il rapporto con le donne è incasinato perso. Se il suo amico Matt riesce a far colpo su una marea di ragazze bellissime, il povero Foggy deve sudare sette camice per riuscire a destare l’attenzione di una donna almeno dal punto di vista intellettuale e il suo punto di forza è appunto la sagacia nell’uso dell’autoironia. Ci manca solo che balbetti!

Infine, il buon vecchio Woody nel suo Hollywood Ending recita in persona la parte di un regista sull’orlo del fallimento che viene convinto dalla moglie a girare un film per il suo ex e ricco marito. Lui accetta per niente di buon grado ovviamente imparanoiato dal fatto di doversi confrontare con un suo rivale sessuale e professionale. La follia arriva al punto da provocargli un’isteria tale da togliergli la vista. Tutto ciò che girerà intorno alla impossibilità di vedere mentre si produce un prodotto visivo è esilarante.

Anche in Daredevil si riesce sempre a dare un taglio che sdrammatizza la violenza, l’azione e gli intrecci da thriller ed il pretesto per eccellenza è proprio la cecità di Matt.

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