2. Torchwood: Children of Earth
I cultori di “Torchwood” ricorderanno senz’altro con fascino ed assuefazione la terza stagione della serie: “Children of Earth“.
La serie nasce infatti come spin-off del capolavoro epocale “Doctor Who“ e narra le avventure di Jack Harkness, capitano della sezione Torchwood 3 di Cardiff, il cui compito è quello di indagare sugli episodi di natura extraterrestre, apprendendo nuove tecnologie avanzate.
Le quattro stagioni che compongono la serie hanno tematiche tendenzialmente auto-conclusive, sebbene siano collegate l’una all’altra dai personaggi e le loro vicissitudini.
La tematica extraterrestre è una costante, ma differentemente dalle altre stagioni nelle quali ci troviamo ad assistere a viaggi inter-dimensionali e temporali, lo scontro contro i Daleks di Doctor Who o inspiegabili fenomeni paranormali quali la cessazione delle morti in tutto il mondo, nella terza mini-serie composta da cinque episodi temporalmente impostati come cinque intere giornate differenti, la minaccia principale è rappresentata
in maniera più stretta dall’invasione aliena.
La terza stagione, con la tanto discussa morte di uno dei personaggi protagonisti, vede infatti Jack e Gwenn incaricati di risolvere il caso che ha visto tutti i bambini della Terra paralizzati nello stesso istante e capaci di pronunciare esclusivamente la frase: “Stiamo arrivando“.
Si scoprirà essere opera della razza aliena conosciuta dagli enti governativi come “456“, con la quale il governo aveva trattato nel 1965 per il vaccino di un nuovo virus, in cambio di dodici bambini.
Come un countdown angosciante, l’espressione pronunciata dai bambini muta col passare dei giorni: “We are coming“, “We are coming back“, “We are coming tomorrow“, fino ad esclamare il finale e sentenzioso “We are here“.