2. Hannibal
Hannibal è esattamente la serie che vi aspettereste dal titolo. Tratta infatti delle vicende di Will Graham, un consulente del FBI che aiuta Jack Crawford nelle indagini, grazie alla sua abilità di profiler. Co-protagonista e allo stesso tempo antagonista, Hannibal Lecter conosce Will tramite i casi di omicidio a cui sono entrambi chiamati a dare un’opinione, quest’ultimo per il suo ruolo e per le sue abilità da psichiatra. Tra Will e Hannibal si instaurerà uno strano rapporto, di repulsione e attrazione allo stesso tempo, portando, nel corso del tempo, il focus degli avvenimenti dagli omicidi alle loro questioni personali.
In termini di narrativa, Hannibal è una serie trattata in maniera estremamente psicologica, da una parte per via delle enigmatiche sedute psichiatriche dei protagonisti, dall’altra per i “trip” di Will nelle scene del crimine e non solo, che a causa della sua spiccata empatia lo porta a mettersi nei panni dell’assassino, cosa che viene mostrata al pubblico tramite queste sequenze immaginarie.
Ma non è solo la stranezza della mente di Will a rendere Hannibal una serie anticonformista, quanto piuttosto le scene in cui Lecter prepara, con una perizia veramente notevole, i pranzi e le cene per sé e per gli ospiti: certo tutti noi sappiamo che si tratta di carne delle sue vittime, ma come davanti ad una tale dedizione e precisione nella preparazione del piatto, possiamo rimanere indifferenti e non farci venire l’acquolina in bocca?
3. Black Mirror
Black Mirror è una serie molto particolare, suddivisa in due stagioni da tre episodi l’una (e la terza da dodici episodi uscirà parziale il 21 Ottobre su Netflix), ognuno dei quali ha una storia a sé, tanto che potremmo dire che sono degli pseudo-film distopici. Il formato antologico e la distopia rendono questa serie, e chi la segue, anticonformista. Se poi aggiungiamo la quantità d’ansia che Black Mirror fa venire ad ogni singolo episodio e al fatto che fa riflettere proporzionalmente al disagio che crea, allora ci avviciniamo a capire lo spessore di questa serie.
Per chi non la conoscesse, Black Mirror nelle sue varie versioni distopiche della nostra realtà, è una accusa a ciò che le nostre tecnologie – o ancora meglio, l’abuso delle nostre tecnologie – potrebbero portare. La cosa inquietante e che non ci permette di prendere troppa distanza da ciò che ci mostra lo schermo (il Black Mirror) è che ci si rispecchia facilmente nelle società raccontate, che le tecnologie sono a volte reali, a volte vicine, a volte nella realtà stanno venendo testate da grandi compagnie, perciò temiamo per il nostro futuro e ci chiediamo inoltre se oggi, ora e adesso, non siamo già diventati così atrofizzati dalla tecnologia da perdere parte dei nostri sentimenti umani, o comunque se non ci sentiamo soli nel nostro cubicolo di schermi.