4. Utopia
Utopia è una serie britannica riguardante un fumetto che contiene dei segreti che minacciano l’umanità intera, ed un’organizzazione criminale che vuole ottenerli.
La trama, così semplificata, onde evitare spoiler, non rende la particolarità della serie. È infatti molto più articolato il dibattito tra “bene” e “male” che si confondono, facendoti talvolta tifare per i nemici dei protagonisti. La loro idea è drastica ma atta ad un “bene più grande”, un progetto a lungo termine, a loro detta, un’utopia per un mondo migliore.
Oltre alla trama e ai temi pungenti che si affrontano, l’anticonformismo della serie sta anche nell’impatto più diretto, l’uso della musica e dei colori.
È evidente sin da primo minuto il peculiare stile che la contraddistingue, con un forte uso del giallo (che rimanda all’organizzazione misteriosa), del verde acido e del viola, sia nelle inquadrature normali che quelle dei campi aperti, al fine di ottenere una sensazione sinistra, dispersiva e spesso legata alle coltivazioni e al cibo, per motivi che saranno più chiari man mano che si va avanti nelle stagioni. Oltre a questo, anche i personaggi principali sono estremamente eterogenei e caratterizzati, ognuno con i suoi particolari disturbi di certo non trascurabili!
5. Bullet In The Face
Bullet in the Face è una serie canadese praticamente sconosciuta, una commedia nera ambientata in una città dispotica, il cui dominio è conteso tra due boss criminali. Il protagonista è un psicopatico killer, talmente folle da far ridere, un personaggio pazzo e vendicativo che lavora per uno dei due boss, ma dopo aver preso una pallottola in faccia in una rapina di gioielli, e avendolo ucciso un poliziotto, si risveglia in un ospedale con una vita diversa. Infatti è stato salvato dal capo della polizia, che ha ordinato di ricostruirgli la faccia usando quella del collega morto, in quanto la sua originale era andata distrutta, con l’intenzione di usare la sua follia per combattere il crimine di cui una volta faceva parte.
Lo stile è evidentemente fumettato nei cambi di scena, in cui si vede la città da lontano, dandogli una caratterizzazione noir, ma persino i sogni o flashback di Gunther Vogler, lo psicopatico, sono costruiti come in una graphic novel. Anche il carattere del protagonista stesso prende ispirazione dai super cattivi dei fumetti, come ad esempio il Joker. Se aggiungiamo le inquadrature spesso storte, nel senso che l’orizzonte non è parallelo al quadro dell’inquadratura, viene certamente una serie molto anticonformista. Ancora più assurdo e insolito è il finale, di cui non dirò nulla se non che mi ha fatto rimanere almeno un quarto d’ora a fissare lo schermo a fine serie!