Gli episodi di Natale che le serie tv dedicano alla festività possono ricordare il parente che si vede una volta all’anno e del quale non sentiamo la mancanza. Ospite indesiderato alla cena della vigilia, col terrore che si sieda vicino e che, per il tempo dilatato e infinito della serata, ti obblighi a trovare argomenti di conversazione che non tocchino materie sensibili. Ecco, questo lontano e noioso parente non è stato invitato almeno per queste cinque serie tv, che hanno preferito lasciare un posto a tavola per lo zio eccentrico, divertente ma colto, con il quale non c’è bisogno di sforzarsi di trovare appigli per intavolare una conversazione per quanti te ne offre lui.
Gli episodi di Natale con queste sceneggiature e realizzazione, non fanno scattare il dito sul tasto pausa e fanno pensare che il Natale, come tutti gli altri giorni dell’anno, con una buona trama e la giusta distanza, non è poi così male.
1. Friends – The One with the Holiday Armadillo
Babbo Natale contro l’Armadillo? All’inizio dell’episodio di Friends è così. Ross sta tentando di introdurre le radici ebraiche della sua famiglia con suo figlio Ben per il quale il Natale non esiste senza Santa Claus. Difficile competere con un gioioso, imponente signore, con una barba bianca fluente, vestito di rosso e che soprattutto porta tanti regali. Ross si trova quindi a doversi vestire da Babbo Natale per accontentare il figlio, ma ormai è troppo tardi per trovare un costume a noleggio. La scelta del costume alternativo ricade su un armadillo Come nelle migliori pochade, tutte le volte che Ross nel suo surreale costume tenta di spiegare a Ben il significato della festa di Hannukah viene interrotto. Nell’ordine da un Chandler/Babbo Natale arrivato in soccorso dell’amico avendo recuperato il costume adatto e poi da un Joey/Superman che rende l’armadillo una figura quasi normale nel contesto. Vedere seduti sul divano Babbo Natale, Superman accanto a Ben e Monica con un armadillo di fronte a loro che spiega l’origine de l’Hanukkah è ineguagliabile. Friends è la sit-com di successo riesce per la prima volta ad andare oltre la neve, l’albero, i regali, le luci, il buonismo sfrenato ai quali ci hanno abituato gli episodi di Natale standard delle serie tv. Le luci che risplendono non sono quelle dell’albero ma del candelabro a nove bracci (Hanukkiah) che tutti gli amici insieme iniziano ad accendere, un episodio che non è didattico, resta spontaneo nella sua comicità ma che è un primo (probabilmente involontario?) messaggio d’inclusione religiosa.
2. Black Mirror – White Christmas
White Christmas è sicuramente uno degli episodi di Natale che non potremo dimenticare. C’è tutto il nostro mondo. Sistemi Alexa, Echo evoluti, i cookie sono mentali, nostre copie digitali che ci fanno da schiavi, essere bloccati non solo su uno o più social ma con il mondo, la vera prigione e punizione massima. Questo è il Natale secondo Black Mirror. Jon Hamm ancora una volta interpreta un personaggio manipolatore e con un passato poco chiaro, Matt Trent, rinchiuso da cinque anni in una sorta di baita nel mezzo del nulla di ghiaccio e neve insieme al taciturno Joe Potter (Rafe Spall). Il guru della contraffazione della realtà Matt riesce finalmente a trovare un modo per entrare in contatto con Joe e raggiungere così il suo obiettivo finale. Fargli confessare un omicidio. Il Natale sarà veramente bianco ed eterno per Joe Potter e il suo doppio, il cookie che è stato incastrato magistralmente da Matt. La sua abilità non gli basterà per affrancarsi dal suo reato passato, aver sfruttato lo Z-Eyes, che nel futuro di Black Mirror ognuno di noi potrà farsi impiantare, a scopi illegali. Lo Z-Eyes è un prolungamento umano dello smartphone e dei social. Matt è stato il maestro del suo utilizzo e si troverà ad essere bandito da tutti. Unica silhouette rossa in un mondo di silhouette grigie. Nessuno vince. Nel futuro di Black Mirror il Natale non porta solamente doni ma soprattutto punizioni generate dalla tecnologia che ci dovrebbe facilitare la vita.
3. Community – L’incontrollabile Natale di Abed
Lo sgangherato gruppo di studio, nato per pura finalità di conquista dalla mente manipolatrice di Jeff Winger, si trova a essere trasformato in pupazzi stop-motion dalla visione di Abed che vuole cercare il vero senso del Natale. Tutto il resto del gruppo non si percepisce come pupazzo e tentano di dissuaderlo. Sarà invece Abed a portarli con sé nella sua allucinazione di Natale, incontrollabile come dichiara apertamente il titolo dell’episodio, per arrivare fino al Polo Nord a bordo di un treno. Senza dubbio da annoverare tra i più dissacranti episodi di Natale che riesce comunque a non lasciare indietro la morale di turno. Il Natale per Abed era stare con sua madre che credeva che il Natale fosse il 9 dicembre ma ormai ha una nuova famiglia con un bambino appena nato. Ora la sua famiglia è la sua comunità di amici, tutti così diversi e stereotipi di loro stessi ma intrisi di humour, sempre pronti a lanciarsi battute come palle da baseball e fare base ogni volta. Vale la pena affrancarsi dal peso della convinzione che la famiglia sia solo esclusivamente quella di sangue. Vale la pena trasformarsi in un pupazzo stop-motion per capirlo.
4. Lost – La Costante
Se c’è una serie tv dove la vigilia di Natale può essere tutto e il contrario di tutto è Lost, che porta il suo profondo significato nel titolo. Persi i passeggeri del volo Oceanic 815, perse le loro vite prima dell’impatto, persa la possibilità di avere una sopravvivenza senza altri grossi traumi ma soprattutto perso il senso del tempo per come i sopravvissuti (e noi) lo percepivano. La Costante è il tempo che (ri)torna, che forse non se n’è mai andato, che è dentro e fuori di noi, come gli amori importanti. Desmond Hume risente degli effetti collaterali di una tempesta elettro magnetica nel viaggio in elicottero verso la nave cargo che potrebbe salvare tutti i superstiti. Desmond si proietta dal 2004 al 1996, l’anno spartiacque della sua vita, quando commette il grande errore di non riuscire a mantenere salda la relazione con Penny. L’altalena mentale tra i due tempi lo confonde ma poi trova la strada da seguire, il numero di telefono di Penny da chiamare dopo otto anni dall’ultimo incontro alla vigilia di Natale. Il tempo si dilata, passa, ci trasforma, pesa. Il tempo infinito degli squilli del telefono prima della risposta. Il tempo si azzera, in una vigilia di Natale, in due continenti diversi, se le persone si riconoscono nell’amore che c’era e che c’è.
5. Doctor Who – Un Canto di Natale
Da un personaggio così british come Doctor Who l’omaggio al Natale non poteva essere diverso da una rivisitazione di A Christmas Carol di Dickens. Scelta ovvia ma che sarà fatta solo nel 2010 dopo altri cinque episodi speciali. Per la serie l’episodio di Natale è anche particolarmente importante perché l’attore che interpreta il Doctor Who del momento può cambiare. In Un Canto di Natale l’obiettivo è salvare un’astronave con 4004 passeggeri (tra i quali Rory e Amy) che sta precipitando. L’unico che può farlo è Scrooge/Kazran che Doctor Who ha il compito di far diventare buono come Dickens ci ha già raccontato, mostrando i Natali passati, presenti e futuri. Non è ovviamente la trama a fare la parte del leone ma è la messa in scena oltre all’interpretazione. Doctor Who arriva in casa di Kazran dal camino, la slitta che gira nei cieli della città è trainata da squali giganti, a una cena di Natale Doctor Who dimostra la sua totale incapacità nei trucchi con le carte, in una sua incursione nel passato sposa inavvertitamente Marilyn Monroe. Come un tema musicale di jazz l’episodio è una riuscitissima improvvisazione sulla bellezza e la semplicità del testo originale. Improvvisando il Natale può essere anche divertente.