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5 Serie Tv che si sono salvate dopo essere tornate sui propri passi

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Non importa quante volte cadi ma quante volte ti rialzi recita un noto detto, applicabile a così tanti contesti della vita da comprendere perfino l’universo della serialità televisiva. Nel corso di produzioni tv particolarmente lunghe si è infatti soliti assistere a qualche piccolo intoppo, sufficiente talvolta a minare la qualità di una stagione televisiva o, nel peggiore dei casi, di un’intera serie tv. Che sia per l’addio di un protagonista principale – come nel caso di Steve Carell con la sua The Office, lasciata alla settima stagione – o per il fisiologico ristagno di idee classico di produzioni televisive particolarmente estese – come per la longeva Supernatural -, ci sono state diverse serie tv caratterizzate da piccole défaillance nel corso della propria storia, ma che sono tuttavia riuscite a tornare sui propri passi salvando così le proprie sorti. Le serie tv elencate di seguito rappresentano quindi i migliori recuperi a cui abbiamo assistito sul piccolo schermo, dimostrazioni lampanti del fatto che è sempre possibile rimediare ai propri errori.

Da The Office a Lost, ecco le 5 serie tv che si sono salvate dopo essere tornate sui propri passi.

1) The Office

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The Office (640×360)

Dopo una tiepida prima stagione, The Office è riuscita ad affermarsi tra le serie comedy più amate di sempre, superando persino l’omonima versione inglese da cui è tratta. Ambientata nel noioso spazio di lavoro dell’azienda Dunder Mifflin, la serie segue le avventure (e disavventure) dei suoi dipendenti, guidati dal loro tristemente incompetente capo Michael Scott (Steve Carell), protagonista assoluto della vicenda.

Quando infatti Steve Carell ha lasciato lo show verso la fine della settima stagione, l’assenza di Michael si è fatta decisamente sentire, portando a un netto calo della qualità complessiva e, ancor di più, dei consensi di tutti gli appassionati della serie. Il suo sostituto Robert California (James Spader) non è riuscito a sostenere l’eredità del suo predecessore e i filoni narrativi dei diversi protagonisti sono apparsi sfilacciati. Tuttavia, dopo lo scivolone dell’ottava stagione, The Office è riuscita a salvarsi con i bellissimi episodi finali della nona stagione, attraverso i quali tutti i protagonisti sono arrivati proprio dove i fan desideravano che fossero. L’apparizione di Michael Scott nel penultimo episodio ha reso perfetto l’epilogo della comedy, riportando la serie quasi al vecchio splendore delle prime stagioni grazie a questo graditissimo (e necessario) ritorno.

2) Buffy l’ammazzavampiri

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Buffy l’ammazzavampiri (640×360)

La serie cult Buffy l’ammazzavampiri è tuttora inclusa tra i Migliori programmi tv di tutti i tempi, segnando l’universo televisivo e il genere soprannaturale attraverso la complessità della trama e la profondità di scrittura della sua protagonista Buffy (Sarah Michelle Gellar).

Guardandoci indietro, è tuttavia possibile notare che la prima stagione della serie era decisamente sconnessa, caratterizzata da combattimenti goffi e da una regia sicuramente non all’altezza. Buffy l’ammazzavampiri nasce infatti come sequel sperimentale dell’omonimo (e blando) film del 1992, da cui non ci si aspettava minimamente il successo che ne è poi scaturito. Dopo aver incassato a sufficienza per ottenere il rinnovo, gli sceneggiatori sono tornati sui propri passi rivedendo interamente l’impostazione della serie tv, dando quindi vita allo show che tutti abbiamo conosciuto e amato e salvando la produzione televisiva dal suo disastroso pilot e dalla sua pacchiana prima stagione, ricostruendo le fondamenta di quello che si è poi rivelato essere un vero e proprio cult di fine anni ’90.

3) Community

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Community (640×360)

L’ambiziosa comedy Community si è distinta tra le produzioni del suo genere attraverso il suo linguaggio metanarrativo e gli innumerevoli richiami cinematografici e della cultura pop, portati sul piccolo schermo con apparente semplicità e con la giusta dose di comicità. La sua originalità è stata sufficiente a farle guadagnare una solida fanbase, affezionata ai suoi protagonisti al punto da spingere il creatore Dan Harmon a produrre un film sequel a suon di petizioni.

Non sono però mancati i problemi nell’arco delle sei stagioni da cui la comedy è composta. Quando Dan Harmon è stato costretto a lasciare la serie, il brusco calo è stato infatti evidente agli occhi dei telespettatori. La disastrosa quarta stagione diretta dai subentrati David Guarascio e Moses Port è parsa una vera e propria anomalia, alterando inevitabilmente il tessuto dello show. I due registi, sforzandosi di mantenere la narrazione lineare, hanno finito con l’imitare lo stile di Harmon rendendo la serie una parodia di se stessa. Fortunatamente i produttori di Community sono poi tornati sui propri passi chiedendo ad Harmon di ritornare, riuscendo a salvare la serie tv nelle sue stagioni conclusive.

4) Supernatural

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Supernatural (640×360)

La più longeva serie fantasy del piccolo schermo Supernatural è inevitabilmente andata incontro ad alti e bassi nel corso delle sue lunghissime quindici stagioni. La vicenda con protagonisti i due fratelli Sam (Jared Padelecki) e Dean (Jensen Ackles) impegnati in missioni vendicative contro temibili entità demoniache, ha cominciato infatti a perdere terreno soprattutto a partire dalla sesta stagione.

La relazione tra Sam e Dean, da sempre punto di forza della serie, ha rappresentato il suo più grande difetto nelle stagioni centrali. Le divergenze tra i due fratelli dagli opposti caratteri sono infatti sembrate appianarsi dalla sesta stagione in poi, dissipando quindi uno dei contrasti principali della narrazione e privando i telespettatori di un importante elemento tensivo. Anche la forza degli antagonisti susseguitisi negli anni è risultata incostante almeno fino all’undicesima stagione, capitolo in cui gli sceneggiatori sono finalmente riusciti a rivitalizzare lo show ritrovando il giusto equilibrio tra gli elementi cardine delle prime stagioni e le novità apportate successivamente in scena, che si sono dimostrate sufficientemente allettanti e coinvolgenti al punto da salvare la serie tv dal suo stesso declino.

5) Lost

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Lost (640×360)

Ampiamente considerata una tra le migliori serie drama di sempre, Lost ha incollato allo schermo i suoi telespettatori fin da subito con intriganti premesse: un gruppo di sopravvissuti a un incidente aereo si risveglia su un’isola deserta che cela insospettabili misteri. Con l’avanzare degli episodi, i generi soprannaturale, fantascientifico e drammatico si sono fusi sempre di più, dando vita a una tortuosa narrazione ricca di esaltanti colpi di scena.

Tuttavia la non-linearità degli eventi si è rivelata un’arma a doppio taglio nel corso della terza stagione, ricevendo una stroncatura dalla critica che ha rimproverato gli sceneggiatori di aver introdotto troppe idee seguite da risposte decisamente insufficienti. Anche i fan hanno notato alcuni difetti, tra cui l’introduzione dei nuovi personaggi Nikki (Kiele Sanchez) e Paulo (Rodrigo Santoro), che ha drasticamente ridotto il minutaggio in scena dei protagonisti principali, in particolare di John Locke (Terry O’Quinn). Queste critiche hanno riportato la serie sui propri passi fin da subito attraverso la ricalibrazione gli episodi del secondo blocco della terza stagione, aumentando la fluidità della narrazione e rassicurando i fan dell’iconica serie.