I tempi stanno cambiando, cantava Bob Dylan decenni fa, e il vento del cambiamento investe anche le serie tv cult, tra cui mostri sacri come Friends o How I Met Your Mother: potrebbe non essere così semplice colmare le nostre lacune cominciando oggi una di quelle serie che non si può non aver visto e che risalgono ormai a qualche annetto fa.
I motivi sono molteplici ma spesso ricorrenti: un cambio di sensibilità in merito ad alcune tematiche, come ad esempio la parità di genere o il linguaggio, che oggigiorno sarebbe sicuramente più attento a rappresentare tutti e a non offendere nessuno rispetto a come poteva essere in molte serie tv cult ambientate in anni in cui, a queste cose, ci si faceva meno caso. I cambiamenti, quando sono in funzione del miglioramento di un prodotto, sono sempre positivi: diverso è quando, come scriviamo qui, si cerca di modificare a forza qualcosa che appartiene all’inconscio collettivo, come le fiabe classiche.
Ecco quindi un elenco di cinque serie tv cult che, oggi, non sarebbe più così semplice cominciare.
1. Friends
Friends (640×360)
Tra le serie tv cult che oggigiorno non sarebbe più così facile cominciare non poteva mancare la sitcom per eccellenza, la serie che ha cambiato per sempre le carte in tavola della comedy, scrivendo un vero pezzo di storia della televisione. In questo articolo vi raccontiamo come, dopo Friends, le cose non sono mai più state le stesse; eppure, anche per questo vero pezzo di storia (e progressismo culturale) le cose potrebbero farsi difficili ai nostri giorni.
Alcune battute grassofobiche e transfobiche di bassa lega, rispettivamente su Monica e sul padre di Chandler, farebbero alzare più di qualche sopracciglio; per non parlare dell’abito da persona grassa di Courteney Cox. Anche situazioni come la cotta di Ross per sua cugina Cassie o la relazione di Monica con Richard nonostante la grande differenza d’età farebbero storcere il naso a molti. Friends ha rivoluzionato il costume dell’epoca in molti aspetti ma rimane comunque un prodotto degli anni Novanta, viziato da alcune caratteristiche che sarebbero a dir poco irricevibili ora, e lo hanno ammesso gli stessi attori.
2. Glee
Glee (640×360)
Glee ha rappresentato per molti giovani adulti, cresciuti nel primo decennio degli anni Duemila, un faro di speranza, soprattutto per le soggettività non binarie, queer e Lbgtq+. La sua estetica patinata e il suo messaggio inclusivo hanno iscritto questa serie nell’olimpo delle serie tv cult, oltre ad averle fatto conquistare un posto nel paradiso delle serie arcobaleno.
Nonostante tutti questi meriti, ci sono molti lati oscuri di Glee che, oggi, non la farebbero certo brillare come ieri.
In primis, lo scandalo sessuale e giudiziario che ha travolto Mark Salling, cantante e attore interprete di Noah Puckerman nella serie. Accusato di pedofilia e in attesa del processo, l’attore si è suicidato nel 2018, gettando i fan di Glee, già sconvolti per la notizia delle migliaia di foto pedopornografiche trovate in suo possesso, nello sconcerto più assoluto. Un’ombra su Glee che non ha certo oscurato le altre misteriose e tragiche morti che hanno interessato la serie nel corso degli anni. Ma, anche guardando semplicemente alla fiction, chi vorrebbe un professore come Will Schuester, al giorno d’oggi? O una compagna di classe dispotica come Rachel Berry?
3. Scrubs
Anche Scrubs, come Friends, ha anticipato i tempi per quanto riguarda la trattazione di alcune tematiche in televisione. Trattandosi di una dramedy connotata da molto black humor, inoltre, parte della sua verve comica deriva proprio dalla scorrettezza delle sue battute, delle sue situazioni e dei suoi personaggi. Come immaginare un dottor Cox che non vessa psicologicamente e professionalmente JD, chiamandolo con nomi da ragazza? Eppure questa è proprio una delle caratteristiche che potrebbe rendere Scrubs obsoleta e non più in linea con i tempi.
Anche i comportamenti da bullo dell’Inserviente o gli atteggiamenti maschilisti del dottor Kelso sarebbero guardati storto oggigiorno: ma bisogna riconoscere che Scrubs non ha mai utilizzato questi espedienti unicamente a scopo comico ma è sempre riuscita anche a connotarli negativamente, identificandoli come sbagliati. Soprassediamo anche sulla blackface di JD perché, se ricordate bene, anche Turk si dipinge la faccia di bianco per imitare l’amico: un efficacissimo sberleffo al politically correct, con buona pace degli intransigenti.
4. How I Met Your Mother
How I Met Your Mother (640×360)
How I Met Your Mother è stata creata molto dopo rispetto a Friends, e si vede: alcune delle criticità che potrebbero rendere quest’ultima obsoleta al giorno d’oggi sono state risolte diversamente dalla serie dell’ombrello giallo. Però rimane una sitcom in cui permangono alcuni problemi, almeno secondo la lente del politically correct: le gag a base di schiaffi di Marshall (che è, però, uno dei migliori esempi di mascolinità non tossica in televisione), l’ingerenza, la gelosia patologica e la mania di controllo di Lily, anche nei confronti del partner, i modi da sciupafemmine di Barney e, soprattutto, l’ossessione patologica di Ted nei confronti di Robin (e delle donne in generale), che lo fanno assomigliare pericolosamente a uno stalker.
Tutti aspetti che, però, se non fossero presenti nella serie sarebbe come se, da How I Met Your Mother, venisse tolta la linfa vitale. Sono caratteristiche essenziali dei personaggi, quelle che li rendono veramente divertenti e umani. Al netto delle riletture psicanalitiche del bisogno patologico di Ted di dire a ogni donna “ti amo”, godiamoci queste tenere debolezze di alcuni tra i personaggi meglio concepiti e assortiti tra le serie tv cult.
5. Sex and the City
Sex and the City (640×360)
Un cult tra i cult, Sex and the City: una serie che ha dettato legge in fatto di moda, di uguaglianza tra i sessi, di autodeterminazione femminile e di rivendicazione delle libertà sessuali e sociali. Come nel caso di Glee, anche in Sex and the City la realtà irrompe prepotentemente nella fiction: il personaggio di Mr. Big, storico amore di Carrie Bradshaw, è stato fatto fuori dallo show a causa degli scandali per violenze sessuali ai danni di Chris Noth, il suo interprete.
E già questo basterebbe a gettare un’ombra sulla serie: se a questo aggiungiamo poi che Mr. Big è, a tutti gli effetti, il villain della serie, il danno è fatto. Manipolatore, bugiardo, narcisista: gli ingredienti per una relazione tossica ai danni della povera Carrie ci sono tutti. Nonostante ciò, la protagonista riesce a sopravvivere: un esempio di resilienza femminile in tempi in cui la rappresentazione delle donne in tv non era certo variegato e approfondito come oggi.
I tempi stanno cambiando, quindi, anche per le serie tv cult. La buona notizia è che, se un giovane vuole avvicinarsi ai titoli che hanno fatto la storia della televisione, avrà sicuramente gli strumenti per leggere quello che vede con occhio critico e non giudicante.